«Armi chimiche irachene ai terroristi palestinesi»

«Armi chimiche irachene ai terroristi palestinesi» IL SOSPETTO DEI SERVIZI SEGRETI DI WASHINGTON E LONDRA «Armi chimiche irachene ai terroristi palestinesi» Obiettivo: un attacco non convenzionale contro America e Israele Saddam vorrebbe imitare l'operazione fatta dall'Iran con gli Hezbollah trasformando un gruppo ultra in una sua emanazione Maurizio Molìnari corrispondente da NEW YORK I servizi di intelligence di Washington e Londra sospettano che il Raiss iracheno, Saddam Hussein, voglia fornire a un gruppo terrorista palestinese armi chimiche per condurre attacchi non convenzionah contro Stati Uniti e Israele. La rivelazione, pubblicata dal quotidiano londinese «Times», fa riferimento a laboratori mobili di cui l'esercito di Baghdad disporrebbe e che sarebbero in grado di diffondere gas nocivi nell'aria con sistemi tipo aerosol. L'intenzione di Saddam, secondo un documento del ministero della Difesa britannico, sarebbe di consegnare queste armi chimiche a un gruppo palestinese nel tentativo di farne una propria emanazione politico-militare, imitando l'operazione riuscita all'Iran con gli Hezbollah libanesi. Le indiscrezioni del «Times» confermano che la pressione potìticà di Washington e Londra su Saddam Hussein tende a crescere. Il sottosegretario di Stato Usa per gli armamenti, John Bolton, in un'intervista radiofonica ha escluso che Washington possa acconsentire alla sopravvivenza politica del regime di Saddam: «La nostra pohtica favorevole a un cambio di governo non cambierà anche se gli ispettori dell'Onu dovessero tornare in Iraq». D'altra parte Colin Powell, Segretario di Stato, ha liquidato da Manila l'offerta irachena di accogliere il capo degh ispettori dell'Onu Hans Blix come un mero tentati¬ vo di «guadagnare tempo». «La questione centrale non sono le ispezioni ma il disarmo e la certezza che gli iracheni non possiedano più armi di distruzione di massa», ha sottolineato Powell. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu discuterà domani la lettera arrivata dall'Iraq. A Baghdad invece si ritiene che l'invito per Blix recapitato alle Nazioni Unite sia stato un'abile mossa, un «duro colpo contro Stati Uniti e Gran Bretagna» perché ha «sfilato il tappeto» sotto i piedi dei due paesi «che vogliono attaccarci». A scriverlo è stato il quotidiano «Babel», diretto da Uday, figlio maggiore di Saddam, che ha anche negato che l'Iraq sia in possesso di «alcun tipo di armi di distruzione di massa». Delle ombre di guerra che si addensano sul Golfo a dodici anni dall'invasione del Kuwait hanno discusso a Teheran il presidente iraniano, Mohammed Khatami, ed il ministro degli Esteri saudita, Saud alFaisal. I due Paesi si sono detti all'unisono contrari all'ipotesi di un attacco militare all'Iraq, ma dietro le quinte proprio Teheran sembra essere in questi giorni una delle capitali in cui si lavora al dopo-Saddam. L'ayatollah Mohammed Baqir al-Hakim, leader religioso dell'opposizione sciita irachena, ha invitato nella capitale iraniana i leader deUe maggiori fazioni anti-Saddam, compresi i capi curdi Barzani e Talabani. Si tratta di un'iniziativa senza precedenti che giunge pochi giomi dopo un analogo invito esteso agli stessi leader dell'op¬ posizione da parte di Washington. Non è ancora chiaro quale dei vertici si svolgerà prima, né se si tratti di iniziative coordinate o meno, ma i summit dovrebbero avvenire entro metà agosto e affrontare lo stesso argomento: il dopo-Saddam appunto. Fra i partner dell'Unione Europea Tipotesi di un attacco non raccoglie molti consensi. Anche il premier britannico Tony Blair, il maggior alleato degli Usa, ha fatto sapere a Washington che preferirebbe accelerare il cammino del Medio Oriente verso la pace anziché l'agenda di un nuovo conflitto nel Golfo. Ogni volta che in passato - dallo scudo antimissile alla defenestrazione di Arafat - Blair ha assunto posizioni critiche nei confronti degh Stati Uniti ciò ha preceduto una mediazione britannica per armonizzare le divergenze fra alleati. Colin Powell liquida l'invito del Raiss agli ispettori dell'Onu come un tentativo di guadagnare tempo Il governo Usa: se anche torneranno a Baghdad lui deve andarsene Iracheni e stranieri bruciano in piazza a Baghdad bandiere americane dopo il no Usa alla proposta del regime di Saddam