Maggioranza delusa: è colpa di Castelli

Maggioranza delusa: è colpa di Castelli RESA DEI CONTI DOPO IL SUCCESSO DEL RAPPRESENTANTE DI CENTROSINISTRA Maggioranza delusa: è colpa di Castelli I Guardasigilli garantiva: «Buccico avrà l'appoggio di Unicost» retroscena ROMA E ora dobbiamo ringraziare il ministro Castelli e la forzatura sul legittimo sospetto se abbiamo perso il nostro candidato, Nicola Buccico». Sono imbufaliti gli esponenti di governo di Alleanza nazionale, per la elezione al Csm del candidato Virginio Rognoni. E anche il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ieri pomeriggio, ai collaboratori e amici di partito, non ha nascosto la sua irritazione: «Avete visto cosa vuol dire fidarsi di Castelli e non di Casini? Se avessimo tenuto sulla candidatura di Paola Severino, oggi sarebbe stata eletta coi voti di tutti». Era il 12 luglio scorso. Per festeggiare il suo compleanno, Silvio Berlusconi aveva organizzato a Palazzo Grazioli un pranzo in onore del ministro di Giustizia, Roberto Castelli. C'era anche, oltre alla torta con le candeline, il posteggiatore napoletano Apicella a intonare le pue canzoni in onore del Guardasigilli. Tra una pietanza e l'altra, Silvio Berlusconi si era convinto a far candidare Nicola Buccico, chiedendo all'Udc di Casini di ritirare la candidatura di Paola Severino. Il festeggiato, il ministro Castelli, si era esposto, garan- tendo la scelta vincente: «Ho fatto un sondaggio - aveva detto ai convitati - e l'unico candidato che quelli di Unicost sono disposti a votare è Nicola Buccico». Forti di questa previsione, fino a due giorni fa gli esponenti della maggioranza andavano ripetendo: «L'accordo è blindato: cinque su sei di Unicost voteranno per Buccico». Il togato Meliadò, magistrato di Catania, la città del segretario nazionale di Unicost Giuseppe Gennaro, aveva fatto sapere, infatti, che avrebbe votato per il candidato Rognoni. Fidandosi delle garanzie di Castelli, che aveva delegato al ruolo di «ambasciatore» con i togati il direttore del Dipartimento dell'ammini¬ strazione penitenziaria, Gianni Tinebra, la maggioranza e il governo si sono così concentrati a risolvere la controversa vicenda della legge Cirami con una prova di forza con l'opposizione. E così, in questo clima, negli ultimi giorni è maturata la svolta. Regista, dietro le quinte, della elezione di Rognoni è stato il segretario di Unicost, Gennaro. La «base», mandava segnali poco rassicuranti nei confronti degli eletti e nelle discussioni, nei confronti, nelle riflessioni che poi hanno portato alla scelta vincente, è balenata anche la possibilità di una frattura, emorragia, scissione interna alla corrente centrista dell'Anm, Unicost. A Salerno, per esempio, i magistrati avevano chiesto al loro eletto, Leonida Primicerio, di non votare per Buccico. Il popolo «silenzioso» delle e-mail mandavano messaggi non equivocabili e i sei, seppure impegnati a Roma, a palazzo dei Marescialli, a trovare 1'«ispirazione» che li avrebbe portati al conclave con una scelta, non hanno potuto non raccogliere questi umori. Racconta il togato Luigi Riello, ex segretario nazionale della corrente centrista della magistratura, di Unicost: «Alla fine abbiamo scelto il candidato che più rispondeva al nostro identikit ideale, che fosse in grado di essere espressione del consenso più ampio possibile, che desse maggiori garanzie di non avere una cultura di schieramen- to». Un altro, che forse è stato determinante per la scelta unitaria di tutta la corrente, componente di Unicost, Leonida Primicerio, spiega che quella di Rognoni è stata «una designazione esclusivamente istituzionale e non una scelta di schieramento». In realtà, insieme a Meliadò anche un altro togato di Unicost, l'altra sera, avrebbe sciolto le sue riserve su Rognoni e a quel punto, in ogni caso non sarebbe stato eletto Buccico, anche gli altri quattro si sono convinti a votare per Rognoni. Sbloccata la situazione, persino i due togati di Magistratura indipendente, Mammone e Lo Voi, hanno scelto di appoggiare l'elezione del candidato ormai vincente. Antonio Patrono, ex presidente dell'Anm della trattativa con il Guardasigilli Castelli, esponente autorevole di Magistratura indipendente, commentando il risultato del voto del Csm è impietoso: «Buccico ha pagato colpe non sue in quanto, oggettivamente, è stato indicato da una maggioranza parlamentare e di governo che attualmente, per la gran parte dei magistrati, è al quanto impopolare, perché accusata di non voler affrontare il vero nodo della giustizia: il recupero dell'efficienza tramite la riduzione dei tempi del processo». E anche Patrono è convinto che «la vicenda della legge Cirami ha aggravato la situazione». [g.ru.] Giuseppe Gennaro ex presidente dell'Associazione nazionale Magistrati, «regista» dell'elezione di Rognoni

Luoghi citati: Catania, Roma, Salerno