E' sempre più precisa la diagnosi di epilessia

E' sempre più precisa la diagnosi di epilessia E' sempre più precisa la diagnosi di epilessia IL RUOLO FONDAMENTALE DI MODERNI METODKELETTROENCEFALOGRAFIA. TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA, RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE) Francesco Monaco (*) L/EPILESSIA guasta il carattere, producendo indebolimento mentale, stupore; provoca depressione, morosità, anzi allucinazioni. L'anestesia che gli epilettici hanno nei loro sensi la portano anche nel cuore". Con queste parole Cesare Lombroso, il famoso psichiatra e criminologo che operò e insegnò a Torino nel tardo Ottocento, etichettava il carattere del paziente che soffre di epilessia,, ponendo le premesse per quella che egli stesso avrebbe definito la "pazzia epilettica", un correlato pressoché costante, secondo le sue controverse teorie, della personalità criminale. Il pensiero lombrosiano ha poi influenzato in maniera nefasta l'approccio all'epilessia e a tutte le varie problematiche ad essa connesse, sia di carattere psicologico sia di carattere sociale. Va. anche ricordato che purtroppo già fin dall'antichità l'epilessia ha evocato, per alcuni aspetti delle crisi convulsive, immagini misteriose e a volte terrifiche, circondate da un alone di magia e superstizione. Nella Grecia classica l'epilessia era definita "male sacro", in quanto chi ne era affetto era considerato come posseduto dagli Dei. Tuttavia la reale'«demonizzazione» avvenne durante i secoli bui del medioevo, quando le manifestazioni della crisi furono assimilate alla possessione satanica, con tutti i . drammi che inevitabilmente ne conseguirono: inquisizioni, perquisizioni e, ahimè, anche roghi. Per fortuna le neuroscienze hanno compiuto negli ultimi cinquanta anni progressi inimmaginabili, e ciò grazie all'introduzione di nuove metodiche diagnostiche, come l'elettroencefalografia (EEG), la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica nucleare (RMN). Grazie all'EEG la diagnosi dì epilessia può o^gi essere posta con più precisione, escludendo altre forme di disturbi psichici. Inoltre, nuovi farmaci con più specifici meccanismi d'azione aiutano lo specialista nel trattamento delle forme di epilessia non rispondenti ai farmaci più antichi. Tuttavia, in questo scenario, generalmente molto positivo, sono presenti ancora oggi elementi conturbanti e disturbanti. Tra questi emerge, immutata nel tempo, quello dello "stigma", ovvero della connotazione negativa conferita all'epilessia, a causa delle sue limitazioni psicologiche e sociali. Non è ancora facile, all'alba del terzo millennio, per un paziente poter dire "Io soffro di epilessia": le ricadute emotive, culturali, , economiche e lavorative di tale proclamazione sono ancora notevoli. Due autorevoli neurologi americani (Morrell e Pedley) hanno recentemente scritto che "le crisi sono solo una parte del peso dell'epilessia, e per alcuni pazienti, nemmeno la maggior parte". Una certa dose di colpa è da attribuire anche ai mass media, come emerge da uno studio pubblicato sulla rivista «Neurology» (54/2000), e nel quale emerge il dato che in un terzo delle storie descritte sui giornali su fatti di cronaca riguardanti l'epilessia, la malattia era presentata in termini inaccurati o scorretti, con toni a volte enfatizzanti ed esagerati. Grandi personaggi storici come Giulio Cesare, scrittori come Dostojevsky e Flaubert e forse il pittore Vari Gogh hanno sofferto di epilessia, diagnosticata sempre e soltanto sulla base della clinica e senza sussidi tecnici (i primi EEG sono degli Anni 30), e curata in maniera del tutto empirica se non irrazionale. Nell'antica Roma ai pazienti veniva a volte somministrato il sangue dei gladiatori uccisi, e sino all'inizio del '900 non esisteva cura specifica, aldilà dei sali di bromo o altre terapie più o meno generiche o fantasiose (erbe varie, salassi, purghe, bagni, cauterizzazioni). Dostojevskij, ad esempio, assunse semplicemente degli sciroppi a base di oppio, più o meno simili a quelli indicati per la cura della tosse. Tutto ciò non impedì tuttavia a lui e agli altri personaggi citati di eccellere, ognuno nel proprio ambito, e lasciare a tutta l'umanità Un'eredità storica e culturale perenne. Come affermò il grande studioso di epilessia francese Henri Gastaut, questi fatti costituiscono una straordinaria difesa a favore di quell'innumerevole schiera di pazienti con epilessia che si sono sottomessi all'inaccettabile pregiudizio di essere destinati al declino intellettuale a causa del ripetersi delle loro crisi. Proprio per offrire in maniera critica ed autocritica una visione integrata delle problematiche mediche, so¬ ciali e psicologiche collegate all'epilessia, varie figure professionali (inclusi giornalisti e teologi moralisti) si sono incontrate in un convegno a Novara, organizzato in collaborazione con la Associazione Piemontese contro l'Epilessia (APICE), ima organizzazione laica che da tempo si batte nella società civile affinché venga eliminata dall'immaginario di ognuno di noi quella prima lettera "E" scarlatta della parola epilessia, simile alla "A" scarlatta impressa sui vestiti degli adulteri nel mondo puritano. (*) Università "Amedeo Avogadro" del Piemonte Orientale, Novara I PROGRESSI DELLE NEUROSCIENZE: ANCHE NUOVI FARMACI AIUTANO LO SPECIALISTA. TUTTAVIA FATICANO A SCOMPARIRE VECCHI PREGIUDIZI. GRANDI PERSONAGGI FURONO EPILETTICI: TRA ESSI FLAUBERT, GIULIO CESARE, DOSTOJEVSKIJ, FORSE VAN GOGH

Persone citate: Amedeo Avogadro, Cesare Lombroso, Flaubert, Francesco Monaco, Gogh, Henri Gastaut, Morrell, Pedley

Luoghi citati: Apice, Grecia, Novara, Piemonte, Roma, Torino