Sulla vendita dell'Eti il rischio Philip Morris di Federico Monga

Sulla vendita dell'Eti il rischio Philip Morris PARTE LA PRIVATIZZAZIONE DELLE SIGARETTE Sulla vendita dell'Eti il rischio Philip Morris Federico Monga Dalla privatizzazione dell'Ente Tabacchi il ministero del Tesoro conta di ricavare una bella cifra, attorno al mihardo e mezzo di euro. Sul futuro incasso, però, pesano le scelte della Philip Morris, forse il pezzo più pregiato della società produttrice e distributrice, in regime di monopolio, di sigari e sigarette. Ad oggi il colosso americano compra il 400Zo del tabacco coltivato e trasformato dall'Eri e garantisce il 600Zo dei ricavi del ramo distribuzione, in mano alla società controllata Etinera. E ora che il governo ha deciso di iniziare le ultime corpose privatizzazioni di aziende pubbliche partendo dal mercato delle «bionde», la Philip Morris sta alla porta per vedere che succede, non potendo partecipare alle trattative per ragioni di Antitrust. E potrebbe succedere che tra i candidati all'acquisto la spuntassero alcuni suoi grandi concorrenti come la British American Tobacco (Lucky Strike e Pali Mail) o la Japan Tobacco (Carnei) che in Italia hanno una quota di mercato attorno al 50Zfi. In questo caso la Philip Morris potrebbe esercitare il diritto di recesso al contratto con l'Eti sulla distribuzione, valido fino al 2005, non essendo certo contenta, si presume, di vedere finire nelle mani di agguerrite concorrenti le mescole dei tabacchi e la distribuzione dei propri pacchetti. Fino ad ora infatti il monopolista pubblico aveva garantito, attraverso la rete commerciale delle 58 mila tabaccherie italiane, una distribuzione, neutra senza canali preferenziah per nessuna marca. Insomma l'Eti, senza la Philip Morris, vale sicuramente meno del mihardo e mezzo di euro indicato come prezzo di riferimento anche dall'amministratore delegato dell'Ente tabacchi, Maurizio Basile. La partita del fumo, in ogni caso, fa gola a molti nonostante la forte riduzione dei consumatori negli ultimi dieci anni. L'Eti copre il 260Zo del mercato italiano delle sigarette, soprattutto grazie alle «Ms», e ben il 770Zo dei sigari con i rinomati «Toscani». Produce 44 milioni di chili di tabacco, 16 in concessione alla Il colosso puil ricco contrcon l'Ente Tase il monopova ad una co ò rescindere tto bacchi ista ncorrente Philip Morris, e 440 mila sigari. Nel 2001 ha chiuso il bilancio con un utile di 190 mihoni di euro, garantendo un dividendo da 119 milioni all'azionista Tesoro. E nel 2002 gli affari pare vadano ancora meglio con un fatturato verso i 610 milioni di euro. Cinque stabilimenti, tre saline e un patrimonio immobiliare da 550 milioni di euro. Il dato dei dipendenti (nel 2001 erano óltre seimila, ora sono 3300 e a regime saranno 2100) fa intendere inoltre un piano di riduzione dei costi notevole. E poi c'è il canale distributivo dell'Etinera che è un polmone finanziario incredibile. Da qui, infatti, transitano le imposte su sigari e sigarette, che nel 2001 sono arrivate a quota 9,3 miliardi di euro (quasi 18 mila miliardi di vecchie lire). Questo tesoro rimane nelle casse dell'Eti per. una media di 22 giorni prima di essere riversato al fisco. . Questi numeri giustificano ilparterre de rei di contendenti annunciato ai blocchi di partenza. Qtre alle maggiori multinazionali della partita, per ora, sono date la francospagnola Altadis e la Swedish Match (uno dei più potenti produttori mondiali di fiammiferi). In gara anche gli italiani del Fondo Equinox, costituito, tra gli altri, dall'ex amministratore delegato della Comit Pierfrancesco Saviotti, la Lottomatica (in cerca di nuovi soci), e la Imprenditori Associati. In quest'ultima maxi-cordata, guidata con il 350Zo del capitale da De Agostini e Francesco Borghetti, ci sono alcuni dei più importanti imprenditori e finanzieri italiani come il presidente della Ferrari Luca Corderò di Montezemolo, il numero uno della Tod's Diego Della Valle, Alessandro Benetton, l'Hopa di Emilio Gnutti, con le casse piene dopo la cessione della Telecom, e gli istituti Sanpaolo Imi, Centrobanca e Interbanca. Gli acqmrenti ora potranno far pervenire, entro il 16 settembre, le manifestazioni di interesse. Poi si procederà per trattativa privata. Il govemo ha la facoltà di interrompere la trattativa in qualsiasi momento e procedere ad un'offerta pubblica di vendita sul mercato. Soluzione, con i prezzi attuali di Borsa, poco probabile nel breve periodo. Il colosso può rescindere il ricco contratto con l'Ente Tabacchi se il monopolista va ad una concorrente

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