Molotov al G8, il vicequestore rifiuta il confronto coi colleghi

Molotov al G8, il vicequestore rifiuta il confronto coi colleghi DALLE 10,30 DODICI ORE DI INTERROGATORI IN PROCURA Molotov al G8, il vicequestore rifiuta il confronto coi colleghi L'avvocato Biondi: «Troiani ha spiegato la sua posizione, non servono faccia a faccia» I funzionari di polizia: estranei ai fatti. I legali dei no global: vogliamo ascoltare anche Fini Alessandra Pieracci GENOVA Il confronto tra i funzionari di polizia indagati non c'è stato. La verità sull'irruzione nella Diaz durante i sanguinosi giorni genovesi del G8 e sulle false prove costruite con il «riciclaggio» di due molotov trovate in corso Italia e poi fatte riapparire all'interno della scuola è ancora nascosta dietro la grata delle versioni incrociate e contraddizioni irrisolte. «I poliziotti si dividono in due categorie: i servitori dello Stato che collaborano per arrivare alla verità e quelli che si avvalgono della facoltà di non rispondere» commentava ieri un legale in Procura, sottolineando in questo modo la frattura che si sta creando nella compattezza del fronte degli indagati. «E' grazie agli uomini dello Sco che è stata scoperta la montatura delle Molotov» aggiungeva un altro avvocato. «Che cosa chiedono i magistrati? A ciascuno infoimazioni sui movimenti e sulle azioni di qualcun altro». .-Ieri erano stati convocati in Procura dai pm Enrico Zucca, Francesco Finto e Francesco Albini Gandona il capo del Servizio centrale operativo, Francesco Gratteri, il suo vice Gilberto Caldarozzi, l'ex capo della Digos genovese Spartaco Mortola, U vice questore della questura di Bologna Lorenzo Murgolo, il commissario della questura di Roma Massimi1 liane Di Bernardini e il vice questore aggiunto del reparto mobile di Roma Pietro Troiani. E proprio Troiani è risultata la figura chiave della lunga giornata carica di tensione, scandita dagli interrogatori cominciati alle 10,30 e protrattisi sino a notte, con i massimi vertici della polizia alla fine «prigionieri» in un corridoio ormai buio del Palazzo di Giustizia deserto e sbarrato. Troiani che come durante il precedente interrogatorio non ha scambiato saluti con i colleghi. Troiani cbe si è allontanato velocemente mentre il suo avvocato, Alfredo Biondi, ha annunciato in pratica il rifiuto del confronto, con la conferma delle dichiarazioni già rese ma la precisa volontà di non rispondere ad altre domande. Il vicequestore del Reparto mobile di Roma sarebbe stato coinvolto da un poliziotto venticin¬ quenne A.B., 25 anni, autista della polizia di Stato, aggregato a Genova durante il G8, che nei giorni scorsi ha rivelato ai pm genovesi di aver portato le due bottiglie molotov alla scuola Diaz su ordine di un superiore, confermando la versione già resa ai pm dal vice questore di Bari Pasquale Guaglione: le due bottiglie molotov erano state trovate in un'aiuola di corso Italia, alcune ore prima dell'irruzione della polizia nella scuola. «Troiani ha confermato le sue precedenti dichiarazioni rese sia come persona informata dei fatti, sia come indagato. Ha ben spiegato il segmento della sua attività, non c'è bisogno di confronti - ha detto l'avvocato Alfredo Biondi Chi aveva le molotov? Chi le aveva in mano, sembra tautologico ma è così. Troiani non ha nulla a che fare né a monte, né a valle con i comportamenti di altri». Allora, chi ha dato gh ordini? «In Italia gh ordini non li dà mai nessuno, questo è imo dei misteri del nostro Paese». E dopo aver ridimensionato a un ruolo di «tramite» la responsabilità del suo assistito, l'avvocato lo ha raggiunto, scomparendo in ascensore. «Abbiamo confermato le dichiarazioni precedenti, sono stati chiariti alcuni punti. L'interrogatorio è stato secretato» hanno detto via via gh avvocati Maurizio Màsda (Mortola), Valerio Corini e Giulia Feliciani (Caldarozzi), Giuseppe Giampaolo (Murgolo), Luigi Di Gotti (Gratteri), Massimo Lauro (Di Bernardini). Lapidario l'avvocato Giampaolo: «Il vicequestore Murgolo sarà il primo a uscire da tutta questa storia». Murgolo era infatti addetto alla bonifica di corso Italia, ma non risultava informato del ritrovamento delle molotov. , Se i funzionari indagati hanno ribadito la totale estraneità a un piano di criminahzzare i no global con false prove, crede invece ad un «disegno precostitùito di aggressione da parte delle forze di polizia» l'avvocato Andrea Sandra (comunisti italiani), che difende manifestanti arrestati nel corso delGS. Insieme con alcuni colleghi che si sono distaccati dal Genoa Legai Forum, Sandra ha annunciato un' indagine alla Perry Mason per provare la sua ipotesi. Ha detto che chiederà di ascoltare, tra gh altri, anche il vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini, l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola ed i'parlamentari di An Ascierto e Bómacin, presenti a Genova nei giorni del G8. Un'immagine della scuola Diaz dopo la «perquisizione» effettuata dalla polizia all'epoca del GB di Genova

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