Istituti bancari e assicurazioni al via le grandi manovre estive

Istituti bancari e assicurazioni al via le grandi manovre estive I NOMI E GLI AFFARI Istituti bancari e assicurazioni al via le grandi manovre estive Valeria Sacchi Cambia il lessico dell'Economia. Non per creare nuovi termini, come era accaduto con l'avvento del web, ma per tornare all'antico. Nel rapporto sulla politica monetaria della Federai Reserve che il presidente della Fed Alan Greenspan ha letto al Congresso il 16 luglio scorso ricorrono con insistenza le parole «frode», «inganno» e «falsità». Frutto di un sistema che, esplodendo a dismisura, ha creato mi «aumento sproporzionato delle occasioni in cui l'ingordigia la fa da padrona», e ha aperto nuove strade che hanno consentito «avidità prepotenti» ad amministratori «ingordi e incapaci». Nulla è risparmiato. Perfino la sacra «stock option», quella pratica così in che è stata la gioia e la grande occasione dei supermana- ger più invidiati, viene degradata nella relazione di Greenspan a «incentivo perverso per gonfiare artificialmente gli utili con lo scopo di spingere al rialzo i titoli». Dopo di che, ripercorrendo la strada dei Padri, il presidente della Fed promette sanzioni contro la frode e l'inganno dei capi azienda. Non senza aver prima ammesso: «Non possiamo eambiare il loro carattere, ma possiamo eambiare il loro comportamento». Dulcis in Jundo Greenspan afferma che nel 2002 il Pil reale crescerà del 3,5-3,75"^, un andamento positivo che «potremo prolungare con sagge politiche monetarie, di bilancio, fiscali e commerciali». Ma quando la ripresa si stabilizzerà Greenspan sarà ancora al suo posto? Gli ultimi scandali con la WorldCom di Bemie Ebbers in testa, i sospetti su possibili trucchi di bilancio nei conti della Aol Time Warner guidata da Richard Parsons, il non limpido passato del vicepresidente Dick Cheney e altri suoi personali peccatucci stanno minando la popolarità del presidente George Bush. Cosicché si intensificano le voci che, per ridare fiducia ai mercati, egli potrebbe sacrificare qualche collaboratore di primo piano, come il segretario al Tesoro Paul O'Neill (che non a caso ha cancellato il suo viaggio in Sud America), il capo economista della Casa Bianca Larry Lindsay o il capo della See Harvey Piti. Un rimpasto che potrebbe toccare anche il vecchio banchiere eentrale il quale, mentre cerca di farsi coraggio, appare sempre più scoraggiato. Un altro signore che tenta di far buon viso a cattivo gioco è il ministro dell'Economia Giulio Tremontì, che ha salutato come conferma della sua linea il parere (non vincolante) del Consigho di Stato sul regolamento delle Fondazioni bancarie. Riunito sotto la presidenza di Pasquale de Lise, il Consiglio ha approvato la scelta di affidare a Sgr (Società di Gestione del Risparmio) le partecipazioni nelle banche, ma ha suggerito una gara europea per la loro scelta (nella quale il Tesoro non potrà intervenire nella fase di selezione), e ha detto no a molte altre cose. Come la maggioranza di due terzi riservata in consigho agli enti locali (un no che ha mandato in bestia Umberto Bossi), la quota del 750Zo degli investimenti vincolata al territorio e a «settori rilevanti» fìssati dal Tesoro e l'impiego del 101)*) del patrimopio in infrastrutture (questo non farà piacere al ministro Pietro Lunardi). Ecco partire le grandi operazioni dell'estate 2002 che vedono al centro Capitalia, la holding che riunisce Banearoma e Bipop presieduta da Cesare Geronzi e guidata da Matteo Arpe. Il gruppo romano cede per 228 miliardi il IO1}*! della controllata Mee (ex Mediocredito Centrale) a un gruppo di partner. Nella banca d affari entrano con il 30Zo la Fininvest di Silvio Berlusconi, la Telecom di Marco Tronchetti Provera, la Fiat attraverso la Toro e la Hopa di Emilio Gnutti, con 1'l,5Vola Parmalat di Calisto Tanzi, con l'Wo l'Italmobiliare di Giampiero Fesenti, Alfio Marchini, la Colacem, i gruppi romani Angelini e Lamaro, uno 0,596 andrà alla Teehnogym di Nedo Alessandri. Quasi contemporaneamente, Capitalia e il gruppo Fiat presieduto da Paolo Fresco annunciano la volontà di unire le attività nell'assicurazione Vita. Il progetto, messo a punto dal presidente di Roma Vita Antonio Longo e dall'amministratore delegato della Toro Francesco Torri, vedrà la nascita di una neweo con sede a Milano e ima quota di mercato Vita superiore all'8%. Nel nuovo polo confluiranno infatti la Roma Vita (4-50Zo del mercato vita italiano). Cisalpina Previdenza e le attività Vita della Toro. Con queste alleanze Geronzi porta a casa un po' di quattrini, consohda il legame con gruppi che sono presenti anche m Mediobanca, apre a Mcc (di cui Aipe, ex Mediobanca, è l'amministratore delegato) nuove prospettive di crescita e consolidamento. Difficile dire se queste mosse possano preludere a nuovi equilibri nella Mediobanea di Vincenzo Maranghi o nella Res di Cesare Romiti. In attesa che i segnali discordanti che arrivano dalle Borse si decidano a dire se la svolta tanto attesa si è iniziata o è di nuovo rinviata, molte, società corrono ai ripari varando dei piani di buy back. In testa sono le società farmaceutiche come il gruppo italiano che fa capo a Giovarmi Recordati, la tedesca Sharing guidata da Hubertus Erlen e la consorella Basf, a Londra è la banca Allianee 8- Leicester a rivitalizzare il titolo annunciando un bay back di 200 milioni di sterline. Questa attenzione per il mercato dei farmaceutici non è strana: tutto il settore è in allarme dopo le recenti nozze tra Pfizer e Pharmacia che confermano la leader¬ ship mondiale del gigante Usa. Una speranza per gli investitori in ambascia viene anche dai prezzi dell'oro che da qualche mese era tornato a essere «bene rifugio». Dopo la vetta dei 327,25 dollari l'oncia toccata al fixing londinese di fine maggio, record dall'ottobre del '97, il metallo giallo ha infatti cominciato a perdere colpì, ed è ora a 309,45. Un'inversione che molti leggono come la fine dell'emergenza. Avendo decìso di concentrarsi sul core business dei liquori e delle bevande, Paul Walsh, amministratore delegato di Dìageo, ha venduto, dietro pagamento cash di 2,2 miliardi di dollari, la catena di ristorazione veloce Burger King al Texas Pacific Group e ad altri investitori che fanno capo all'attuale capo di Burger, John Dasburg. Appena in tempo. Dopo la presentazione delle legge antiobesità, sette obesi newyorchesi capitanati dal signor Caesar Barbar, 57 anni e 125 chili, hanno citato in giudizio proprio Burger King, con McDonald's, per aver servito cibo ipercalorico senza avvisare i clienti. Sperano di ripetere il copione dei risarcimenti miliardari strappati dai fumatori alle multinazionali del tabacco.

Luoghi citati: Londra, Mcc, Milano, Roma, Sgr, Sud America, Texas, Usa