Dopo i crolli delle Borse ora è rischio-stagnazione

Dopo i crolli delle Borse ora è rischio-stagnazione Dopo i crolli delle Borse ora è rischio-stagnazione Dopo il crollo estivo delle Borse, una fantasia cupa si aggira sull'economia del pianeta: stagnazione, crescita lenta per un periodo molto lungo come in Giappone, impantanato da una decina d'anni. Nel paese del Sol Levante da anni la produzione cala, i prezzi scendono, i consumatori non spendono perché hanno paura del futuro e i tassi di interesse sono bassissimi da sette anni. Fino a pochi mesi fa il giudizio sul Giappone era stato tranciante: sono gli unici a non aver appreso la lezione della grande crisi del 1929. Ora qualche autorevole economista comincia a pensare che anche nelle altre grandi potenze occidentali possa succedere. In ogni caso si sta cominciando a fare paragoni con il caso nipponico: aì Financial Times, alla Bri di Basilea. Alla Deutsche bank ci si interroga se anche la Germania possa fare la fine dell'altro grande sconfitto della n guerra mondiale. Per gli Stati Uniti una trappola deflazionistica alla giapponese «non è ancora lo scenario più probabile - ha scrittd Paul Krugman qualche giorno fa. sul New York Times - e di fronte a questo rischio non ha senso che la Federai Reserve "risparmi le munizioni"»: dovrebbe abbassare subito il costo del denaro. Ma qualche rischio c'è anche se, al momento, fuori stalle Borse gli indicatori dell'economia reale sono buoni. Che negli scandah stiano finendo anche le grandi banche non è un buon segno. E tutti guardgno agli Stati Uniti dove l'effetto ricchezza è ai minimi termini a causa del crollo dei corsi azionari, i debiti delle famiglie non sono stati mai così alti, l'acquisto di case è calato improvvisamente nonostante i tassi di interesse stracciati. Anche in Europa si discute sulle contromisure e soprattutto sul comportamento della Bce sul costo del denaro. Intervista a Daniel Vasella Il presidente del gruppo Novartis: «L'economia mondiale sarà in difficoltà anche nel 2003 Dopo questa grande crisi non si potrà più ripetere la crescita irrazionale che ha caratterizzato gli Anni 90 Sui farmaci il governo italiano sta sbagliando ò Paolo Mastrolilli A PAGINA 21 Daniel Vasella, presidente e amministratore delegato di Novartis

Persone citate: Daniel Vasella, Paolo Mastrolilli, Paul Krugman

Luoghi citati: Basilea, Europa, Germania, Giappone, Novartis, Stati Uniti