Lega e centristi, è rissa sulle fondazioni bancarie

Lega e centristi, è rissa sulle fondazioni bancarie MAGGIORANZA DIVISA, AN CON L'UDC A FAVORE DEL CONSIGLIO DI STATO Lega e centristi, è rissa sulle fondazioni bancarie Giorgetti: «Nessuno può pretendere di espropriare soldi del Nord» Volonté: «Ha vinto il buon senso. Purtroppo per il Carroccio le sue ragioni non hanno trovato ascolto, se non in qualche bar» Fabio Potetti MILANO Alla Lega che se l'è vista sfilare dal piatto, è venuto il mal di pancia. Alla maggioranza, poco coesa su questo, rischia di essere indigesta. Fatto sta che non si placa la polemica sulle Fondazioni bancarie - una torta da 36 miliardi di euro, 70 mila miliardi di vecchie lire - dopo la decisione del ConsigUo di Stato, di lasciare alle singole Fondazioni quanti posti riservare agli Enti locali nei consigli di amministrazione. «La partita non è chiusa. Si tomi al Parlamento. Siamo disposti a finire davanti alla Corte costituzionale», tuona Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione Bilancio della Camera, numero uno della Lega per le questioni economiche e fedelissimo di Umberto Bossi. Se lo stesso Bossi era stato il primo a scagliarsi contro la decisione del Consiglio di Stato - «E' un imbroglio», il suo giudizio tranchant dalle colonne della «Padania» nei giomi scorsi - Giorgetti usa l'artiglieria. Se non altro perchè in commissione, aveva detto che sarebbe stata «una sconfitta per la Lega», la decisione di confermare la soglia fissa al 660Zo a favore di Comuni, Regioni e Province. Figuriamoci adesso, che il Consiglio di Stato ha tolto pure la quota fissa. Attacca, il leghista più amato da Umberto Bossi: «A Siena le fondazioni bancarie, per statuto riservano r880Zo dei posti agli Enti locali. Il ConsigUo di Stato ha veramente esagerato». Se i «lumbard» sono di umore nero, non tutta la Casa delle libertà sembra amare troppo l'originaria riforma Bossi-Tremonti, poi sbriciolata dal Consiglio di Stato. Gianni Alemanno di An, ministro per le Politiche agricole dice che il pronunciamento va accolto «con grande attenzione». Spiega meglio: «Il princi- pio di sussidiarietà e di autonomia della società civile che ispira il nostro governo, ci insegna che il nuovo welfare deve.partireda un equilibria tra l'intervento statale e istituzionale negli enti locali e l'autonomia delle forze anche economiche che, come le fondazioni bancarie, nascono dalla società civile». Più decise, altre voci fuori dal coro della Casa delle libertà. Il primo era stato il ministro Udc per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi: «Il parere del Consiglio di Stato è soddisfacente». Poi era intervenuto il senatore di Forza Italia Luigi Grillo: «Un parere molto equilibrato, molto lineare e molto apprezzabile». Da ultimo, ma non per questo meno vivacemente, si -è. sentito- il capogruppo Udo alla Camera Luca Volontà: «Il Consiglio di Stato ha rimesso le cose al suo posto. Solo chi voleva impadronirsi dei tesori delle fondazioni, può rimanere arrabbiato da questa decisione. Purtroppo per la Lega le sue ragioni non hanno trovato ascolto, se non in qualche bar o in qualche officina. Il Paese è tutta un'altra cosa. Alla fine ha vinto il buon senso». Apriti cielo. Roberto Calderoli, vice presidente della Camera e leghista li bolla uno ad uno come «il peggior sottobosco della Prima Repubblica». Di quei 70 mila miliardi che rappresentano la cassa delle Fondazioni bancarie ha una sua idea: «Sono soldi raccolti in certe aree geografiche. Sono patrimonio di quelle aree. Devono essere amministrati da chi viene da quelle aree e non dai professionisti che pensano solo a scippare quei soldi». Accuse gravi, gravissime, che fanno scricchiolare alme- no su questo i rapporti nella maggioranza. Ma sono quelle che frullano in testa ai-leghi' stì. Il niìh'ìstro per le Riforme Bossi non si era certo risparmiato: «Sono i democristiani e i loro amici che cercano di tenere le chiavi dei forzieri». Giancarlo Giorgetti è sulla stessa linea d'onda: «Non mi stupisce che il mondo degli ex democristiani parli a favore del Consiglio di Stato. Le Fondazioni bancarie, con un patrimonio di 36 miliardi di euro, elargiscono finanziamenti che possono orientare il consenso». Si fa presto a capire che la torta fa gola a molti. Soprat- tutto se si tiene conto che la maggioranza di quei 36 miliardi di euro nelle casse delle Fondazioni bancarie, è depositato al Nord, tra Cariplo, Cariverona, Crt, Cassa Marca, Monte dei Paschi e altre nove fondazioni che hanno sede in Emilia Romagna. Giancarlo Giorgetti, fa due conti: «Non si può pretendere di espropriare i soldi del Nord...». E' un buon motivo per chiedere che tutta la questione tomi nuovamente in aula. Che la riforma Bossi-Tremonti, abbia su questo punto vincoli più netti, togliendo spazio al Consiglio di Stato. Giorgetti la pensa così: «A quel punto, andiamo anche davanti alla Consulta». Al popolo della Lega, per ora rifila due pagine di intervista sulla «Padania» di ieri, con un titolo assai chiaro: «Sfileremo le Fondazioni dagli artigli delle élites». E intanto, perchè non si abbassi la temperatura sulla questione, chiede che intervengano i vertici della Casa delle libertà: «A questo punto devono parlare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti». Il leader leghista: «Gli ex de cercano di tenere le chiavi dei forzieri» Per Calderoli sono «il peggior sottobosco della Prima Repubblica» Nella polemica interviene anche il senatore Grillo di Forza Italia (a favore del Consiglio di Stato) «Quel parere è molto equilibrato e lineare» I bossiani minacciano «La partita non è chiusa, siamo disposti a finire davanti alla Corte Costituzionale Intervenga il premier» Il ministro Alemanno «Il nuovo welfare si basa proprio sull'equilibrio tra intervento statale e autonomia di forze nate dalla società civile» ■| W.;;; ,,, II ministro per le Riforme Umberto Bossi

Luoghi citati: Emilia Romagna, Milano, Siena