Raid errati in Afghanistan, centinaia di vittime civili di Maurizio Molinari

Raid errati in Afghanistan, centinaia di vittime civili WASHINGTON AMMETTE: CI SONO STATE CATTIVE VALUTAZIONI DI INTELLIGENCE Raid errati in Afghanistan, centinaia di vittime civili Denuncia di una organizzazione Usa. Il New York Times: 346 morti Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Guidati da informazioni di intelligence errate, tratti in inganno da eventi improvvisi e beffati da bombe non sempre «intelligenti» gli aerei militari americani negli ultimi mesi mesi hanno ucciso in Afghanistan almeno 812 civili. La denuncia è contenuta in un rapporto redatto dall'organizzazione americana «Global Exchange» che ha inviato decine di persone in Afghanistan per verificare quanti civili e dove sono stati uccisi per errore dalle bombe dell'Us Air Force. A confermare la notizie è stato ieri il «New York Times» che a sua volta ha incaricato alcuni reporter di recarsi in undici località teatro di attacchi per errore, dove sono stati trovati testimoni che hanno confermato la morte di 346 persone. Non è la prima volta che una campagna militare comporta gravi «danni collaterali» - il termine con cui i militari fanno riferimento alle vittime civili - perché nel 1999 l'offensiva della Nato contro la Federazione Jugoslavia causò secondo «Human Rights Watch» almeno cinquecento vittime civili in 78 giorni. A differenza di allora tuttavia, afferma Maria Ruzicka di «Global Exchange», la maggioranza degli errori compiuti in Afghanistan hanno un'origine particolare: sono il frutto di informazioni di intelligence errate fornite agli Stati Uniti da informatori afghani interessati ad eliminare o indebolire clan o tribù rivali. I servizi Usa sono dunque accusati da «Global Exchange» di carenza nel controllo delle informazioni ricevute. Uno dei principali indiziati è Khan Zadran, capo di una milizia che opera nella regione di Gardez nell'est del Paese, che il 20 dicembre scorso indicò agli americani di colpire un convoglio di automezzi presso Khost assicurando che c'erano dei taleban mentre in realtà si trattava di anziani delle tribù locali diretti a Kabul per partecipare all'insediamento del nuovo governo, accomunati dal fatto di opporsi alla nomina di Zadran a governatore della regione. Gli aerei Usa attaccarono e fecero cinquanta morti, inseguendo i sopravvissuti del raid in un villaggio vicino, dove oltre venti case vennero distrutte. A fine dicembre, in circostanze analoghe, cinquantadue civili vennero uccisi durante un bombardamento contro il villaggio di Niazi Gala, da allora del tutto abbandonato. La lista dei «danni collaterali» redatta da «Global Exchange» è fatta di date, luoghi, nomi delle vittime: 21 morti a Thorai in 21 ottobre, 23 a Gardez il 14 novembre, 20 a Zani Khel il 16 novembre, 65 a Khost il 16 novembre, 55 a Madoo il 1 dicembre, 48 a Khen-i-Merjahuddin il 1 dicembre, 52 a Niazi Gala a fine dicembre, 3 a Zhawara il 4 febbraio, 5 a Char Chine il 12 maggio. Di fronte a questi ed altri dati il Pentagono non nega a priori le proprie responsabilità conducendo poi inchieste ad hoc. Il colonnello Ray Sheperd, portavoce del Comando Centrale di Tampa, assicura comunque che «gli accertamenti sugli obiettivi vengono condotti scrupolosamente prima degli attacchi». Ma a volte neanche questo basta, come avvenuto lo scorso 1 luglio, quando gli aerei Usa bombardarono per errore il piccolo centro di Karkak perché durante una cerimonia nuziale alcuni degli invitati avevano sparato in aria per esprimere la propria gioia. Un simile errore era già avvenuto mesi prima, a seguito di analoghi colpi in aria esplosi durante due feste di fidanzamento. A seguito dell'errore di Karkak il presidente americano, George Bush, chia¬ mò il premier afghano, Hamid Karzai, presentando le scuse ed offrendo le condoglianze. La politica di Washington di non negare mai gli errori commessi rassicura tuttavia solo in parte il nuovo governo di Kabul, il cui ministro degli Esteri, Abdullah Abdullah, rivendica ora il diritto ad avere «un ruolo più importante» nella scelta degli obiettivi, ovvero chiede che l'Afghanistan sia interpellato prima di un raid aereo. La tensione fra Washington e Kabul sui «danni collaterali» ha portato nelle ultime settimane il Pentagono ad adoperare con maggiore frequenza i contingenti di terra per dare la caccia a gruppi di taleban e di Al Qaeda, che ancora operano attacchi ed agguati dentro il Paese. I pericoli vengono anche dalle mine: ieri un autobus di civili di ritorno da un picnic è saltato su un ordigno su una strada nei pressi di Bamyan, 13 i morti. Non è ancora chiaro se si tratta di una mina risalente al periodo dell'occupazione sovietica o di una nuova tattica dei guerriglieri taleban per creare scompiglio nel Paese. Alcuni informatori hanno passato . alla Cia notizie false per eliminare clan rivali Il governo di Kabul chiede agli alleati di condividere i dati sugli obiettivi Un sergente dell'esercito mostra al presidente Bush una mitragliatrice «AM2))

Persone citate: Abdullah Abdullah, Bush, Char, George Bush, Hamid Karzai, Khan Zadran, Maria Ruzicka, Ray Sheperd, Zadran, Zani