La narrativa «anatomica» della hot line-Mazzucato

La narrativa «anatomica» della hot line-Mazzucato La narrativa «anatomica» della hot line-Mazzucato RECENSIONE Sergio Peni LA narrativa anatomica di Francesca Mazzucato -frizzante nel non dimenticato esordio di «Hole line» - cerca una svolta sul versante del thriller provincial-tecnologico. La scelta, peraltro sviluppa con sicurezza e buon dosaggio de ritmo, lascia comunque leggermente perplessi, non tanto per la riuscita del romanzo, quanto per la sensazione di un déjà vu ormai di casa anche nella narrativa di genere. Se non c'è nulla di nuovo sotto il sole - almeno per un fruitore di noir appena scafato - abbiamo però valutato positivamente l'algida, a tratti anche sfacciatamente provocatoria, cornice creata dall'autrice intomo alla geografia esistenziale della procace protagonista, la bolognese Lorena. La Mazzucato ama le situazioni estreme di una letteratura aperta, sfrontata, gravida di sesso bruciato male e senza passione, dove la corsa dei tempi si accompagna alla graduale disumanizzazione dell'individuo: Golinelli, Pallavicini, Marinelli, sono altri giovani autori accostabili alla Mazzucato per la fredda, intensa, analisi di un mondo all'apparenza svuotato di sentimenti classici e moderati. La nostra Lorena è ipermoderna nelle sue evoluzioni «lavorative»: appartiene al panorama notturno ^invisibile delle hot line, offre sesso col suono a pagamento della sua voce a creature solitarie che raggiungono il piacere sulle onde dell'etere. Insicura e poco incline ai rapporti umani concreti, Lorena s'inventa un mestiere indipendente cominciando a esibirsi tramite una Web Cam. Offre squarci di panorama del suo corpo all'apparenza accessibile, assiste ai piaceri ii) diretta dinanzi alle sue disinibite, esplicite esibizioni, fa soldi con la tastiera di un computer e un occhio meccanico che regala ai clienti ogni tipo di tentazione virtuale. Se la rappresentazione di questo universo borderline è perfetta in ogni dettaglio, costruita con una velocità stilistica efficace, moderna e fredda ma non RECENSeP SIONE io i priva di carattere narrativo, quando Lorena incontra il misterioso cliente da lei soprannominato Mad Joe per il suo cappello da cow boy che gli nasconde il viso, entriamo in un'atmosfera gialla con un prevedibile e piuttosto risaputo gioco a distanza tra vittima e persecutore. Il romanzo prende la piega di una caccia privata in cui sono quasi subito evidenti le caratteristiche del maniaco, che con una trappola riesce infine a imprigionare l'incauta Lorena. Seguiamo quindi l'evoluzione della storia senza temere novità, a fianco del prof. Marcello, l'uomo con cui - forse - Lorena potrà trovare una sua personale maturazione sentimentale. Anche la sorpresina finale, in stile giallo televisivo o noir da viaggio del genere Dean Koontz o William Katz, non aggiunge nulla a un romanzo che comunque si legge d'un fiato e si fa apprezzare nel complessivo disegno d'ambiente. La Mazzucato è una scrittrice dura e incisiva, in grado di analizzare con sicurezza l'evoluzione -sovente perversa- delle mercificazioni affettive contemporanee, con personaggi estremi ma credibili, perché assolutamente veri. Sarebbe opportuno che continuasse a gestire queste ispirazioni allagando l'area delle situazioni ad analisi d'ambiente complesse, ben orchestrate. Il giallo no, lo lasci ai professionisti del genere, soprattutto se manca quel guizzo di originalità ormai comunque sempre meno a portata di mano anche per gli addetti ai lavori. ^;s- Francesca Mazzucato, Web Cam Marsilio, pp. 218, e 12,50 NOIR

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