WorldCom al fallimento Intervengono le banche

WorldCom al fallimento Intervengono le banche LA CRISI DEL GIGANTE DEL MISSISSIPPI WorldCom al fallimento Intervengono le banche E il più grande crack di una compagnia nella storia^Tegli Stati Uniti Si teme un black-out dei collegamenti Internet e delle linee telefoniche il caso NEW YORK CI siamo. La spada di WorlclCom pendeva sopra la testa di Wall Street da settimane, e finalmente cadrà nelle prossime ore, se hanno ragione le voci secondo cui la dichiarazione di bancarotta verrà presentata entro lunedì. Insomma ci sono soldi solo per i prossimi trequattro giorni. Dunque il mito della seconda compagnia telefonica americana, nata dalla fusione miliardaria tra Mei e WorldCom, completa la sua caduta proprio mentre un altro mito delle fusioni della New economy, AOL Time Warner, inizia a scivolare. E Wall Street, presa nel mezzo, non può far altro che continuare a soffrire. WorldCom possiede beni per 104 miliardi di dollari, e quindi il suo tonfo sarà il più grande nella storia del business americano, facendo impallidire persino il fallimento della Enron che nel complesso valeva appena la metà. L'azienda basata a Clinton, nel Mississippi, è la seconda fornitrice nazionale per le chiamate interurbane, e attraverso il suo network digitale passa circa il 5007o delle comunicazioni mondiali via internet. La crisi covava da tempo, visto che in aprile il fondatore e amministratore Bemie Ebbers era stato costretto a dimettersi, ma era esplosa formalmente il mese scorso, quando il nuovo capo John Sidgmore aveva rivelato un errore contabile da quasi 4 miliardi di dollari. Le spese correnti dell'azienda erano state descritte nei bilanci come investimenti, in modo da nascondere le perdite e tenere alto il prezzo delle azioni. L'annuncio aveva provocato l'apertura di un'inchiesta dell'autorità di borsa Sec, audizioni parlamentari, indagini preliminari. Per possibili incriminazioni penali, e un discorso del presidente Bush a Wall Street, per annunciare la presunta rivoluzione delle pratiche contabili e dell'etica del business americano. Nel frattempo il titolo WorldCom era sceso ad una manciata di penny, a fronte di debiti per 30 miliardi mM*VM;mm-mMm:*:i:'*m Alcuni istituti pronti a concedere crediti per non interrompere i servizi essenziali I concorrenti At&T e Sprint temono una guerra dei prezzi di dollari. Sidgmore ha cercato di tenere aperta la baracca, cercando inutilmente un altro prestito per 3 miliardi di dollari. Quando questo spiraglio si è chiuso, si è dovuto accontentare di un accordo con 25 banche creditrici, per sospendere le azioni legali avviate allo scopo di recuperare un prestito da 2,6 miliardi di dollari, che l'azienda aveva ottenuto a maggio guardandosi bene dal rivelare la voragine annunciata il mese dopo. A questo punto, secondo il Wall Street Journal, Sidgmore ha il contante necessario per operare ancora solo cinque giorni, e quindi l'unico passo da fare è presentare i libri in tribunale. La bancarotta però non significa la morte di WorldCom, anzi. Citigroup, J.P. Morgan Chase e General Electric hanno offerto un prestito speciale di circa 2 miliardi di dollari, garantito dal possesso dei beni della compagnia come il network digitale, per consentirle di continuare il servizio ai suoi oltre 20 milioni di clienti durante la ristrutturazione fallimentare. A quel punto, secondo analisti come Vik Grover di Kaufman Bros, WorldCom potrebbe rimergere dal baratro senza debiti: «Se le cose andassero così, la nuova azien- Corse alle vendite ieri a Wall Street Ancora una volta èstata una giornata drammatica per i listini da avrebbe la possibilità di lanciare ribassi dei prezzi, capaci di mettere in difficoltà proprio le concorrenti come AT&T e Sprint», che oggi gongolano e sono a caccia dei suoi abbonati. Altri analisti considerano la rinascita improbabile, perché i costi necessari a ripartire produrranno nuovi debiti, come ha sottolineato subito Peter Thonis della rivale Verizon. Il marchio poi non attirerà clienti, perché ormai il pubblicò lo percepisce come il simbolo di un'impresa fraudolenta. Mike Powell, figlio del segretario di Stato Colin e capo della Federai Communications Commission, ha detto che il servizio telefonico e di internet fornito da WorldCom non verrà interrotto da un giorno all'altro., Il resto lo stabilirà l'andamento della pratica fallimentare. Queste notizie, devastanti ma previste, si sono accavallate con quelle di AOL-Time Warner. Anche questa era una fusione da oltre 165 miliardi di dollari, che ai tempi del boom di internet aveva fatto sognare. L'idea era fondere i prodotti d'informazione e intrattenimento realizzati dalle due compagnie, e distribuirli via tv, cinema, internet e carta stampata, con una raccolta pubblicitaria unica e imbattibile. Non ha funzionato, e giovedì il numero due Bob Pittman ha dato le dimissioni. Nello stesso tempo sono cominciate a circolare voci di perdite nascoste e irregolarità contabili, che di questi tempi infettano peggio della peste. Pittman era un uomo di AOL, che ormai è rappresentata solo dal presidente del consiglio d'amministrazione Steve Case. Ormai il fondatore di quello che era il servizio internet più popolare d'America è circondato dagli uomini di Time Warner, che si stanno prendendo la rivincita e il controllo della compagnia. La resa dei conti, insomma, non è ancora finita.

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