Baldassarre «revisionista», l'Ulivo: è il Minculpop

Baldassarre «revisionista», l'Ulivo: è il MinculpopBaldassarre «revisionista», l'Ulivo: è il Minculpop «Più spazio alla destra, anche la storia in tv va riletta». Sacca: aumentare il canone Rai per 3 anni ROMA Il presidente, Antonio Baldassarre, spiega la sua Rai, più federalista e meno romanocentrica, con la vocazione a dare «più spazio alla cultura di destra» e a rileggere la storia in tv, «finora raccontata in modo unilaterale e ideologico». L'Ulivo s'infuria e parla di «Minculpop». Il direttore generale. Agostino Sacca, comunica: l'azienda chiederà al governo di triennalizzare, e aumentare, il canone. I consigheri Zanda e Donzelli prendono le distanze: le esternazioni di Baldassaire «non rappresentano in nessun modo il complesso di professionalità e di cultura della Rai e di chi vi lavora». È stata una giornata calda, ieri, nella discussione sulla tv pubbhca in Italia. Baldassarre ha esordito sottolineando la necessità di «riequilibrare» il peso delle realtà locali all'interno dell'azienda esiste, visto che alcuni «centri di produzione periferici» tipo Milano, Torino, Napoli, sono stati utilizzati meno di quanto si sarebbe potuto. Lo ha fatto senza sottrarsi a un botta e risposta con pochi peli sulla lingua con il sindaco di Roma, Walter Veltroni. Il sindaco sottolineava che «Roma è il bacino naturale della produzione culturale perché è qui che si sa produrre e si fa cinema e fiction»? Baldassar¬ re ha risposto che «la Rai è una impresa nazionale e deve riflettere le differenze culturali di questo paese. Nella concorrenza con Mediaset ha perso quote di mercato a Nord perché esprime un messaggio, nell'intrattenimento e nell'informazione, troppo legato alla cultura romana. Stiamo lavorando alla riforma delle testate regionah facendone altrettante spa». D documento «federalista» sarà discusso il 31 luglio in cda. «Riceveremo il testo dal direttore della Tgr, Angela Buttigliene, e vedremo come realizzare il progetto della Rai federalista». Presto, tempo due-tre mesi, saranno anche abohte le divisioni. Ma quello che più ha fatto arrabbiare l'opposizione, il sindacato intemo è stata ima dichiarazione del presidente, «la cultura di destra avrà più spazio», e l'annuncio che «a Rai Educational toccherà il compito di dare una storia rispondente ai fatti come avvenuti e non alle ideologie che hanno dato ai fatti una connotazione particolare». «Fronteggereeventuali scioI sindacati si iil presidente sZanda e Donrappresenta mo eri» furiano, morza elli: non utta l'azienda Se occorre, ha spiegato il presidente, si vinceranno le resistenze: «Prevedo già degh scontri, degli scioperi ai quali noi risponderemo con la forza delle nostre idee. Nel passato ci sono stati privilegi ed è possibile che i sindacati intendano la riforma come una eliminazione dei privilegi». Anche se più tardi ha aggiustato il tiro: quella degh scioperi «è solo un'ipotesi», per di più «certamente irrealistica», ma lui si dice «convinto del senso di responsabilità dei sindacati». Quanto ai diritti del calcio, la Lega sappia che «la Rai non è una mucca da mungere. Il ministro della Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha detto di condividere appieno le parole del presidente Rai e ha apprezzato soprattutto l'idea di rilejggere la storia: «Si può fare». L'opposizione invece ha commentato con parole che vanno dal preoccupato all'allarmato. Per Giovanna Melandri Baldassarre dice «cose inaudite, venga al più presto in Vigilanza». A detta di Gloria Buffo, sinistra Ds, siamo vicini «al Minculpop del 2002». Mussi parla di «squadrismo». Il diessino Giulietti di «ima imitazione patetica di alcune delle posizioni del governo sulla concertazione e sui sindacati». Mentre per il segretario dell'Usigrai, Roberto Natale, il presidente «è un irresponsabile, un incompetente, un ipocrita» («noi chiediamo regole, l'esatto contrario della cogestione clientelare che Baldassarre ipotizza») e il segretario Fnsi Serventi Longhi dice di essere spaventato «come cittadino dall'incoscienza di Baldassarre e dalla inconsistenza del dibattito intemo al Cda della Rai. A questo punto credo non sia più sufficiente l'indignazione ma servano i fatti». Non si erano placate le polemiche quando il direttore di Raidue, Antonio Marano, ha comunicato che «entro due anni l'aO1}*) delle produzioni di Raidue potrebbero trasferirsi a Milano», e il direttore generale. Agostine Sacca, ha completato il quadro annunciando che «è intenzione della Rai chiedere al governo di triennalizzare il canone per pianificare i nostri investimenti. L'aumento del canone sarebbe di assoluta modestia ma, moltiplicato per 17 milioni di famighe, diventerebbe una risorsa imponente». Il modello è la Francia, due canali pubbhci, meno offerta di servizio, ma il 30 per cento in più rispetto al nostro canone. [r. i,] «Fronteggeremo eventuali scioperi» I sindacati si infuriano, il presidente smorza Zanda e Donzelli: non rappresenta tutta l'azienda

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Napoli, Roma, Torino