Paolo si chiama Learco: personaggio squinternato
Paolo si chiama Learco: personaggio squinternato Paolo si chiama Learco: personaggio squinternato RECENSIONE Massimo Romano DAOLO Nori, bolognese non ancora quarantenne, ha pubblicato sei libri in tre anni, forse troppi se si considera l'effetto di ridondanza e di avvitamento su se stesso che procurano al lettore. Di essi il migliore è Bassotuba non c'è (1999), storia di un aspirante scrittore alla ricerca di un editore, un tema di per sé non esaltante né originale, ma scritto con un linguaggio comico-picaresco di tale immediatezza e candore da suscitare attese promettenti. Anche il protagonista di Si chiama Francesca, questo romanzo è Learco Ferrari, autobiografico e squinternato personaggio che affi- da il racconto a un lungo monologo, un parlato intessuto di dialettismi che diventa stucchevole per l'iterazione delle frasi, costruite sempre allo stesso modo, senza congiuntivi e con scarsa punteggiatura. Estratto da una macchina in fiamme per un incidente, si è sottoposto a varie operazioni per trapianti di pelle e passa il tempo in attività saltuarie: fa traduzioni tecniche dall'italiano al russo, sta in casa a dormire o a scrivere, incontra qualche rara amica, va a sedersi sul muretto di un argine a riflettere sui casi della sua vita, parla con la madre, rimasta vedova da poco, e con il fratello che ha lasciato la moglie, legge libri di filosofia sufi, partecipa a presentazioni e convegni a cui è costretto dai suoi impegni di scrittore. Non sopporta le interviste, e parla continuamente con le voci che stanno sulla sua testa e gh danno consigli su cosa fare e come comportarsi. Si definisce un "sociopatico", uno che ha problemi con il mondo: "non ho nessuna prospettiva nessun futuro nessun domani. Nessuna assicurazione nessuna economia nessuna pensione nessun deposito niente. Nessuna idea di dove sto andando". Vive a Basilicanova, un paesino nei dintorni di RECENMasRom IONE mo no Parma, prende tutti i giorni l'autobus numero dodici per andare alla stazione. A Bologna conosce Francesca, che lo trova un po' strano, anzi sembra colpita dalla sua anormalità, talvolta non capisce niente di quello che dice. E forse neppure lui si capisce, slitta continuamente da un argomento all'altro, come se non riuscisse a trovare una collocazione nel mondo. Quando chiede a Francesca di andare a vivere insieme e lei subito trova la casa, un appartamento in centro a Bologna, Learco pensa alla storia di Bobby Solo che conosce una hostess sull'aereo, si fa dare il numero di telefono e la sposa. Le voci che stanno sulla sua testa gh dicono che sta scrivendo un romanzo d'amore e lui risponde che il suo è un romanzo su untrasloco, simile a Filosofia di un vicolo di Aleksandr Qatigorskij, filosofo russo dell'università di Cambridge, amico di Jurij Lotman, attore nel film Caccia alle farfalle d: loseliani. In una sequenza del racconto Learco si guania allo specchio nella vetrina di una cartolibreria e vede soltanto "il riflesso di un omino in un cappottino con un cappellino in testa". Forse se avesse guardato più in là, negh spazi estemi del mondo, avrebbe potuto scrivere una storia meno vuota e insipida. ac^ r.A" isgSf* ì0f» 5** Paolo Nori Si chiama Francesca, questo romanzo Einaudi Stile Libero, pp. 199, C 8,50 ROMANZO
Persone citate: Aleksandr Qatigorskij, Bobby Solo, Jurij Lotman, Learco Ferrari, Massimo Romano, Nori, Paolo Nori
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