Un rombo lunao cent'anni

Un rombo lunao cent'anni LA MOTO PEGy HIPI^ E PEGLi HELtfS AW6ELS RESA FAMOSA DAL FISLM EASY RIDER Un rombo lunao cent'anni L'America celebra il secolo della Harley-Davidson Paolo Mastrolilli NEW YORK Basti questa storia per capire il mito. Nel 1918, alla fine della Grande Guerra, il primo americano che varcò il confine tedesco dopo l'armistizio fu il caporale Roy Holtz di Chippewa Falls: indossava un sorriso enorme, l'uniforme ripulita delle occasioni importanti, e cavalcava una del e 20 mila Harley Davidson che la casa di Milwaukee aveva consegnato alle forze armate per vincere il conflitto mondiale. Ecco perché le celebrazioni del centenario sono cominciate nel fine settimana, con 14 mesi di anticipo, e nessuno ha da ridire. La «Motor Company», come la chiamano gli affezionati clienti, è una leggenda americana dal 1903, quando William Harley, 21 anni, e Arthur Davidson, 20 anni, costruirono in una stalla di legno la loro prima motocicletta - il motore l'avevano messo a punto già l'anno prima. Tre anni dopo avevano una fabbrica sulla Chestnut Street di Milwaukee, che oggi si chiama Juneau Avenue, e nel 1909 avevano messo sul mercato il primo prototipo con il motore a V, dotato del caratteristico rumore che, secondo i guidatori, fa «potato-potato-potato». - Il mito si era consolidato con le due guerre, ma poi- è stato il cinema a trasformare l'Harley Davidson in imo stile di vita, prima con il «selvaggio» Marion Brando, poi con i «fumati» Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson di «Easy Rider». In realtà nel film del 1954 Brando domava una Triumph, ma la sua giacca di pelle è diventata la divisa di tutti i motociclisti, che per ragioni fisiche non riescono a indossare pure la sua faccia tenebrosa. I fans della Harley Davidson in realtà hanno un nome preciso, e non è gradevole. Si chiamano HOGs, che significa Harley Owners Group, ossia membri del club dei possessori di moto. In inglese, però, heg vuol dire anche maiale, e loro non se ne vergognano per nulla. II mito dei cattivi ragazzi sulla moto resiste grazie alle bande come gli Hell's Angels e i Mongols, che ad aprile sono temati sulle prime pagine dei giornali con una mega rissa in Nevada, dove sono morte tre persone, scatenando una faida nazionale. A guardare i prezzi e l'età, però, l'Harley Davidson ormai è diventata un lusso per i membri della baby boom generation che proprio non riescono ad invecchiare. L'acquirente medio, infatti, ha 46 anni e guadagna almeno 6.500 dollari al mese. Il modello più economico costa circa 15.000 dollari, ma può salire fino a 22.000, con optional tipo l'antifurto e il CD player: se non la rubi, insomma, per averla devi lavorare. Eppure il successo è rimasto costante. L'azienda ha vissuto un periodo difficile all'inizio degli Anni 80, quando la multinazionale AMF la vendette per 82 mihoni di dollari a un gruppo di dirigenti. Da allora, perp^ ha infilato 16 anni consecutivi' di vendite record, e un aumento nel valore del titolo del 15.000 per cento. Quest'anno sono state vendute 261.000 Harley, ma per comprarle non bastano i soldi. Bisogna ordinarle e mettersi in fila, come per le Ferrari, e quindi c'è chi ne ha fatto un mestiere, piazzandosi in coda per poi cedere il pesto a pagamento. I ricavi hanno raggiunto 3,3 miliardi di dollari l'anno, quindi l'investimento iniziale di 82 milioni è stato abbondan¬ temente recuperato. Il problema ora è continuare così, perché, mentre i baby boomers alla Clinton e i veterani del Vietnam mettono i capelli bianchi, bisogna convincere i ragazzi della X Generation che una moto urlante sotto il sedere può significare libertà anche per loro. Così si spiega la festa di compleanno lunga 14 mesi. Le celebrazioni si inseguiranno in tutto il mondo, con raduni più o meno autorizzati. La casa madre ne ha previsti dieci: domenica prossima ad Atlanta, poi a Baltimora, Los Angeles - dove suonerà quello che resta dei Doors -, Toronto, Dallas, Città del Messico, Sydney, TofcyorBawrelkHSiaKe Monaco. La m'ega fèBÉa'cóiiciusiva è in programma il 31 agosto del 2003 al Véeertttl^^^'&^Miiwaukee, sulle coste del lago Michigan. Il passaggio generazionale è una sfida difficile, ma i maghi della comunicazione dicono che la Harley Davidson è l'azienda più fortunata al mondo, perché i suoi clienti le fanno pubblicità gratis stampandosi il marchio sulla pelle con i tatuaggi. «Ce lo meritiamo dice l'amministratore Jeff Bleustein - perché le nostre moto raccontano la storia». Un'immagine cult: Peter Fonda sul suo «chopper» in «Easy Rider» (1969), la storia di due amici che attraversano in moto gli States