«La grande voglia di noi "Mascalzoni" è la nostra forza»

«La grande voglia di noi "Mascalzoni" è la nostra forza» DOMENICA CON IL TEAM «LATINO» PRONTO PER AUCKLAND «La grande voglia di noi "Mascalzoni" è la nostra forza» «Finalmente si parte: è stata dura, abbiamo faticato come animali ma deve essere bello, su questa barca c'è solo un gruppo di amici» Giovanni Cerruti Inviato a P0RT0FERRAI0 (Isola d'Elba) «Ci stiamo allenando come animali e ora si parte, finalmente». Auckland, oh cara. Quanta fatica, ma dev'esser proprio bello. E' stata dura anche questa domenica, l'ultima all'isola d'Elba, per Mascalzone Latino. La festa prima dell'addio? Sì, certo: però è tutto un corri di qua, apri l'ombrello che adesso piove, corri di là che c'è il sindaco che saluta, l'assessore che ringrazia, il colonnello delle Fiamme Gialle che deve rivelare tutto il suo orgoglio: «Su questa barca ci saranno sei nostri militari». Cosi anche la Finanza va in Coppa America. Vincenzo Onorato, il Mascalzone Capo, non ha ancora deciso come presentarsi. Entusiamo o cautela? Meglio la via di mezzo, e allora parla da velista accorto: «Come animali, ci stiamo allenando come animali», ripete. Per dire che i Mascalzoni ce la stanno mettendo tutta. «Il nostro punto di forza è la voglia. Siamo un gruppo di amici, innamorati folli per la vela». A bordo della nave scuola della Finanza tiene una conferenza stampa senza domande. E' una mezz'ora di spot per il Comune di Portoferraio e la Finanza, 1 padroni di casa. Sulla banchina il Mascalzone capo guarda la sua barca blu, la sponsorizzazione Tim ben in vista a prua. La prossima volta la rivedrà ad agosto, in acqua ad Auckland, a meno di due mesi dalla prima regata. Finora, dice, Mascalzone Latino si comporta bene. Si è misurato con la barca che avevano gli spagnoli tre anni fa e non è vero che è lenta, come mormorano le voci di banchina. «Mascalzone è più veloce, e quando sarà in Nuova Zelanda faremo i test decisivi con Stars&Stripes, la barca che aveva Dennis Conner nel '99». Qualsiasi previsione sarebbe una scommessa al buio. «Quel che è certo è che faremo esperienza per continuare». Già pensa al ritorno dalla Nuova Zelanda e agli allenamenti per la seconda volta di Mascalzone Latino. Allenamenti non più all'Elba, già prenotata da Prada per Luna Rossa: ma a Napoli, nel mare di casa. «Solo alla prima regata potremo ipotizzare il nostro futuro». Capire se il soggiorno in Nuova Zelanda sarà più o meno lungo. Far capire agli sponsor, da Tim alla Bianchi biciclette a Oregon Scientific, se questo è stato un buon affare. L'equipaggio dei Mascalzoni è scanzonato quanto basta. Paolo Gian, 36 anni, timoniere napoletano, è finanziere scelto: doverosamente, in questa giornata, veste la divisa. «Ho cinque miei superiori nell'equipaggio, e dare gli ordini sarà un vero sfizio...». Piccoletto, riccioli e barba, pare un juffo. «Io e Francesco de Angeis, due napoletani al timone in Coppa America. E' singolare e bellissimo». Come Onorato evita di parlare di Patrizio Bertelli, il signor Prada («non lo conosco»), così lui di De Angelis: «Siamo troppo diversi...».Il puffo di mare Cian sa bene che la Coppa America vive anche di rivalità, scontri non solo in mare, caratteri, nervi. Ci mette un po' per lasciarsi andare, ma finalmente arriva alla boa: «Con De Angelis ci siamo confrontati parecchie volte nel march race, e in quanto a vittorie sono in testa io». E si apre in un sorriso che può sembrare di sfida. Le partenze, il punto debole di De Angelis e forte di Cian, agressi- vo e spericolato. «Però -ammette- laggiù le regate possono durare anche due ore, e più è lunga la regata e meno conta la partenza». La base di Mascalzone Latino ora è un formicaio. C'è da preparare il trasloco ad Auckand. Bisogna omaggiare gli ospiti illustri come Leonardo Ferragamo. Smontare i computers. Sistemare gli alberi. Ecco, Santino Brizzi, 29 anni, altro finanziere, ex di Luna Rossa, parte proprio dagli alberi. «Se uno cerca le differenze tra noi e Luna Rossa l'esempio è questo: un albero costa 500 mila euro, noi ne abbiamo tre e Prada ne ha sette. Capita la differenza?». Sta non solo nell'esperienza, ma nel quattrino e nei materiali di scorta. Scanzonati sì, rassegnati mai. «Lo sappiamo che c'è chi ci dà per spacciati, ma nessuno di noi ha voglia di tornare a casa dopo un mese», dice Flavio Favini, 40 anni, il "tattico" che viene dal Lago Maggiore. E se Onorato può apparire già sotto angoscia, il veterano Brizzi consiglia di prendersela comoda: «Tanto l'angoscia ci verrà dal 1" ottobre, dalla prima regata. Abbiamo fatto il possibile a andiamo lì tranquilli. Potremmo diventare il Chievo della Coppa America, perché no?». La sorpresa, la rivelazione. La mascalzonata più bella. Buon viaggio ad Auckland e buon vento, allora. E che rientri il più tardi possibile, questo Mascalzone blu. «Mi sembra di essere tornato ai tempi dei primi allenamenti con Luna Rossa - dice Brizzi - Anche allora c'era l'incertezza, la voglia di cominciare, i dubbi, le paure. E poi in Italia stavano svegli la notte per vederci e abbiamo vinto la Vuitton». Un derby con Luna Rossa ci sarà. «Ma loro partono con l'handicap, condannati a vincere». Mascalzone no, parte appena con le speranza. O «la nostra voglia», come dice Onorato. Non hanno niente da perdere, almeno. Proprio come il Chievo. {oL^ Siamo "" i più veloci In Nuova Zelanda faremo i test decisivi solo alla prima regata potremmo ipotizzare il nostro futuro Nessuno di noi vuole tornare A (A dopo un mese 77 Hk^, Sembra di essere w" tornati ai tempi di Luna Rossa Anche allora c'era l'incertezza la voglia di cominciare i dubbi, le paure E poi gli italiani stavano svegli la notte per assistere alle gare 99 Le bici della «Bianchi biciclette» che andranno in Nuova Zelanda «Mascalzone Latino» pronto per gareggiare alla Coppa America