Berlinguer contro D'Alema: «Aiuti Berlusconi»

Berlinguer contro D'Alema: «Aiuti Berlusconi» LA QUERCIA ALLA RICERCA DI UN DIFFICILE ACCORDO SUL RAPPORTO CON IL SINDACATO Berlinguer contro D'Alema: «Aiuti Berlusconi» Dura polemica tra i Ds. La segreteria difende il presidente del partito Maria Teresa Meli ROMA Giovanni Berlinguer sferra un durissimo attacco a Massimo D'Alema, e lo accusa di aiutare Silvio Berlusconi. Toma il sospetto deir«inciucio». L'offensiva del leader del correntone giunge inaspettata e sorprende gli stessi dirigenti della minoranza Ds che, proprio in questi giorni, stanno lavorando per arrivare a un documento comune - su Cgil, articolo 18 e Patto per l'Italia - con la maggioranza, in vista del direttivo di martedì prossimo. Così, mentre lo stesso Sergio Cofferati ha stemperato i toni, e ha firmato con i vertici della Quercia una sorta di armistizio, Berlinguer, invece, rilancia. E lo fa in occasione dell'assemblea indetta a Roma dalla componente di Cesare Salvi, «Socialismo 2000». Di fronte a quella platea Berlinguer critica aspramente D'Alema per l'intervento che il presidente della Quercia ha tenuto nell'aula di Montecitorio, durante il dibattito sulle dimissioni di Claudio Scajola. Quell'intervento, per intendersi, che fece andare su tutte le furie il Cinese, che non si sentì difeso da D'Alema. «Non si può attacca Berlinguer - parlare alla Camera, dopo quello che aveva detto Berlusconi, ignorando la Cgil e gettando un'esca con un'improbabile indagine bipartisan sul terrorismo. Il piccolo aiuto dato con quel discorso è stato pienamente consapevole». Un'accusa durissima a cui Berlinguer, subito dopo, ne aggiunge un'altra. Il leader del correntone, infatti, critica il presidente della Quercia perché in una lettera all'«Unità» aveva negato di aver mai affermato che la firma separata del cosiddetto «Patto per l'Italia» non fosse un fatto drammatico. «La verità - dice Berlinguer - è che frasi simili D'Alema le ha dette più volte, anche nell'incontro con la Cgil». L'offensiva berlingueriana, come era ovvio, manda su tutte le furie il presidente Ds. Interviene Piero Fassino, che fa diffondere dal Botteghino ima secca replica: «Le parole di Berlinguer - si legge in una nota della segreteria Ds - sorprendo- no e amareggiano molto. Sono affermazioni totalmente prive di fondamento e, perciò, gravi e offensive non solo sul piano politico, tanto più in quanto vengono a cadere nel contesto di una campagna promossa da più parti e volta a colpire il prestigio e l'autorevolezza del presidente Ds e con lui dell'intero gruppo dirigente. Per noi tutto ciò è intollerabile ed esprimiamo pertanto a D'Alema la nostra solidarietà». Il leader del correntone, però, conferma la sua accusa. Ma la verità è che l'uscita di Berlinguer non piace nemmeno ai suoi compagni di minoranza. Infatti, un attacco così esplicito al presidente della Quercia mette in condizioni di svantaggio il correntone nel confronto che ha aperto con la maggioranza. Personalizzare lo scontro non rende un favore a Polena, Buffo, Mussi, e soci. E tanto meno a Cofferati, il quale vorrebbe chiudere il contenzio¬ so con la Quercia, tramite un documento unitario di solidarietà alla Cgil che dovrebbe essere votato martedì dal direttivo. Già riuscire a trovare un'intesa non è facile, ma in queste condizioni, dopo l'attacco a D'Alema, lo è ancora meno. Comunque, la parola definitiva sul documento verrà pronunciata solo lunedì, alla vigilia del direttivo. Correntone e fassiniani ribadiscono di volere un accordo «nella chiarezza». Lo sostiene il coordinatore della segreteria Ds Vannino Chiti, e lo dice anche Salvi: «Non sono possibili - sottolinea il vicepresidente del Senato, che è anche uno dei dirigenti del correntone - equivoci e ambiguità. La questione è ora da che parte stare e dal direttivo deve venire un sostegno netto alla Cgil». Attenendosi strettamente alle parole pronunciate in questi giorni dai protagonisti di questa vicenda, un'intesa sembrerebbe quasi impossibile, giacché vi sono vere e proprie divergenze strategiche tra minoranza e maggioranza della Quercia, ed entrambe le parti insistono sulla necessità di arrivare a un documento chiaro, che non si presti a diverse interpretazioni. Ma, com'è noto, i compromessi sono il pane quotidiano della politica. L'uscita del leader della minoranza lascia perplessi anche i suoi compagni di corrente ln vista del direttivo di martedì tutti concordano su una cosa sola: servono posizioni chiare li presidente dei Ds, Massimo D'Alema, con Giovanni Berlinguer

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