Nel Sud i carabinieri presidiano l'acqua

Nel Sud i carabinieri presidiano l'acqua IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA CHIEDE L'EMERGENZA Nel Sud i carabinieri presidiano l'acqua Contadini in piazza a Bari. Allarme a Cagliari: «Riserve solo per cento giorni». Il capo di Stato Maggiore: «Pronti a usare i soldati» ROMA Il Sud è sempre più assetato: la crisi idrica si aggrava ogni giorno. Il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno richiederà l'intervento del governo. «Il problema della siccità è grave - ha detto ieri tanto che ormai bisogna parlare di una vera e propria emergenza. Credo che a questo punto debba intervenire tutto il Consiglio dei ministri in soccorso della nostra agricoltura». I presidenti delle Regioni ieri si sono rivolti anche a Berlusconi. E, per fronteggiare l'emergenza potrebbe intervenire l'esercito. Il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Rolando Mosca Moschini ha annunciato che «per evitare manomissioni alle strutture degli invasi e prevenire furti d'acqua l'esercito è pronto ad intervenire a presidiare le dighe ed i centri di smistamento delle condutture. E per questi tipi di intervento potrebbero essere utilizzati i militari di leva». Il fondatore del Telefono Antiplagio, Giovanni Panunzio, ha presentato alla procura della Repubblica di Cagliari una denuncia sulle opere idriche realizzate e gli errori commessi, sul fronte del problema acqua, in Sardegna e nel Sud Italia, dal 1946 a oggi. Tre regioni e un settore in ginocchio. Ecco la situazione nel dettaglio. LA SICILIA È scattato ieri mattina il piano di vigilanza di quattro dei dodici invasi della provincia di Palermo. Carabinieri e uomini del Corpo forestale controlleranno quelli considerati più «a rischio»: Piana degli Albanesi, Poma, Garda e Frizzi. A decidere di dislocare le forze dell'ordine nei bacini del palermitano è stato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. «Abbiamo accolto l'invilo del presidente della Regione Cuffaro ha detto il prefetto Renato Profili - per scoraggiare atti vandalici o manomissioni e per prevenire eventuali furti di acqua». Anche l'Antimafia regionale interviene sul problema della sf;te. Lo ha annunciato il presidente dell'Assemblea siciliana, Carmelo Incardona, che sottolinea «l'opportunità di discutere in commissione Antimafia delle questioni connesse alla crisi idrica in Sicilia e all'utilizzo delle risorse idriche». LASARDEGNA La Sardegna meridionale ha una scorta d'acqua che sarà sufficiente solo per i prossimi cento giorni. Lo hanno denunciato i consiglieri regionali dei Democratici di Sinistra - Sinistra federalista sarda per i quali parlare di emergenza idrica è ormai riduttivo. «Nel Flumendosa vi sono 30 milioni di metri cubi di acqua e il consumo è di 300 mila metri cubi al giorno - hanno spiegato i consiglieri Ds - il calcolo quindi è presto fatto: vi è acqua solo per cento giorni. In questa situazione la giunta regionale, che spicca per immobilismo e incapacità, deve dimettersi». «Parlare di emergenza è riduttivo hanno ribadito i Ds - ormai siamo al dramma. Oltre alla scarsità di acqua nel Flumendosa, nel Sulcis a Monte Pranu vi sono sette milioni di metri cubi, a Bau Pressiu mezzo milione e nel Cixerri cinque milioni. Le difficoltà del capoluogo di regione si ritrovano anche negli altri centri. In tanti comuni della Trexenta, della Marmilla, del Sarcidano, della Nurra, del Goceano i cittadini hanno nelle loro case l'acqua per 2-3 ore al giorno». A Carbonia le autobotti del Comune stanno rifornendo da mercoledì i serbatoi dell'ospedale Si¬ rai rimasto senz'acqua per un guasto alla condotta dell'Esaf. LA PUGLIA Alcune centinaia di coltivatori hanno protestato ieri a Bari sul lungomare davanti agli uffici della presidenza della giunta regionale e dell'assessorato regionale all'agricoltura per sollecitare una maggiore erogazione di acqua per i campi. La manifestazione è stata organizzata dai coltivatori di Canosa di Pugha, che già nei giorni scorsi avevano protestato bloccando le statali 98 e 93 e occupando il municipio della loro città. Alla protesta hanno aderito anche i coltivatori della Cia e della Coldiretti di Bari. Per la Cia, deve essere cambiato il piano idrico regionale che «esclude tassativamente qualsiasi prelievo per uso irriguo, penalizzando pesantemente il settore». «L'agricoltura - ha detto il presidente della Cia Puglia, Antonio Barile - non può essere abbandonata». «L'emergenza idrica - ha proseguito Barile - potrebbe essere risolta, soprattutto per le zone più assetate di Canosa e Minervino di Puglia, con un accordo con la regione Basilicata che potrebbe mettere a disposizione l'acqua dell'invaso della diga di Rendina che si trova nelle vicinanze, sapendo che l'esigenza fino alla fine dell'estate è di 3-4 milioni di metri cubi di acqua». Inoltre ha proseguito Barile - si potrebbero utilizzare a scopo irriguo le acque affinate dell'impianto di depurazione dei reflui di Foggia: «l'impianto è ultimato -ha detto - e potrebbe irrigare 20 mila ettari per circa 8 mesi all'anno». Barile ha anche sottolineato la necessità di limitare il prelievo delle acque del Sinni per l'approvvigionamento idrico dell'Uva di Tarantbisogna ridurre le perdite della rete di distribuzione dell'Acquedotto pugliese che - secondo la Cia di Puglia - «sono molto prossimi al 50 per cento dei volumi immessi, pari a 2,6 milioni di metri cubi di acqua al giorno». L'AGRICOLTURA Una mancata produzione, a fine 2002, pari a 3,5 miliardi di euro, di cui più della metà nelle aree del Mezzogiorno. A tanto ammonteranno, secondo la Confederazione italiana agricoltori, i danni per il settore agricolo a causa della siccità. La carenza idrica in Italia - sottolinea la Cia - si sta estendendo a zone sempre più vaste del territorio nazionale e si sta prolungando nel tempo, tanto da mettere in ginocchio non solo la produzione agricola e zootecnica, ma rischia di colpire pesantemente gli stessi consumi potabili. A fronte di ciò di la confederazione denuncia il fatto che non ci sia una adeguata percezione della gravità del fenomeno. Per contrastare questa drammatica situazione occorre - secondo la Cia - agire contemporaneamente e con grande decisione su tre fronti: in primo luogo attivare misure eccezionali per mettere a disposizione risorse idriche aggiuntive e per razionalizzare la distribuzione in modo da coprire almeno i consumi strategici, in secondo luogo attuare interventi di medio-termine relativi all'indennizzo dei danni e da ultimo attivare un programma di manutenzione, integrazione, complemento e costruzione delle infrastrutture irrigue in grado di potenziare il sistema e dunque meglio attrezzarlo di fronte alle sempre più ricorrenti crisi idriche. [r. cri.] Aumenta l'allarme per la crisi idrica nel Sud Italia: i carabinieri presidiano dighe e Invasi