Ritorneranno presto le «neiges d'antan»?

Ritorneranno presto le «neiges d'antan»? | METEOROLOGIA | LA «CUGINA NORDICA» DI «EL NINO» Ritorneranno presto le «neiges d'antan»? LA COSIDDETTA «OSCILLAZIONE DEL NORD ATLANTICO» ALL'ORIGINE DEL RECENTE SCARSO INNEVAMENTO STA CAMBIANDO SEGNO CLIMATICO E QUINDI E' POSSIBILE UN RITORNO AGLI INVERNI CON NEVE COPIOSA Georges Maestronì UN vecchio sogno dell' umanità è quello di saper prevedere l'andamento meteorologico delle stagioni. I climatologi tentano di rispondere a questa esigenza studiando le interazioni tra oceano e atmosfera che, generando fenomeni come El Nino, influenzano il clima a livello planetario. Non tutti sanno che El Nino, il "bad boy" dell'oceano Pacifico equatoriale, ha una robusta cugina nordica che abita vicino a noi. Si tratta della "North Atlantic Oscillation" (NAO), vale a dire di un'oscillazione periodica dell' intensità e dislocazione delle aree di bassa e alta pressione atmosferica neir Atlantico del nord. Oscillazione che condiziona il tempo e le temperature invernali in tutta l'Europa e nel nord America. In un diario degli anni 1770-1778, il missionario Hans Egede Saabye scriveva: "In Groenlandia tutti gli inverni sono severi, ma non sempre allo stesso modo. Quando gb inverni in Danimarca sono molto freddi, in Groenlandia sono relativamente miti e viceversa." Oggi si sa che quest'altalena delle temperature invemab dipende dalla NAO. Negli ultimi 15 anni la maggior parte degli inverni sono stati molto miti in Europa e molto freddi in Canada e in Groenlandia. Sono stati inverni in cui l'indice NAO era molto positivo, cioè con una profonda depressione sulla Groenlandia che, in virtù della circolazione antioraria dei venti ad essa associati, trasporta aria artica molto fredda verso le regioni atlantiche subtropicaU a occidente deUe Azzore. Quando questo avviene si crea una forte zona di alta pressione sulle isole Azzorre che si estende fin nei pressi della Spagna. Di conseguenza, tra la profonda depressione sulla Groenlandia e l'anticiclone sulle Azzorre, una corrente sudoccidentale trasferisce aria calda e umida verso il centro-nord dell'Europa. Questo tipo di circolazione produce inverni miti e piovo¬ si in tutta l'Europa centro-settentrionale mentre nelle regioni più a sud, che sono protette dall'anticiclone sul medio Atlantico, gli inverni risultano siccitosi e quasi caldi. Nelle Alpi una NAO positiva è sinonimo di scarso innevamento con conseguenze negative sul bilancio dei ghiacciai e sul turismo invernale. Si parla quindi di positività per la NAO quando si verifica una notevole differenza di pressione atmosferica tra la zona dell'Atlantico antistante la penisola iberica e la zona situata tra l'Islanda e la Groenlandia. Quando invece la differenza di pressione atmosferica è minore o inesistente, la bassa pressione sulla Groenlandia è meno profonda, l'anticiclone delle Azzorre pure debole si ritira più a sud e si parla di NAO in fase negativa. In questa fase, i venti occidentali spingono le perturbazioni a latitudini più meridionali e portano inverni piovosi nell' area mediterranea. Contemporaneamente, questa situazione permette al gelo siberiano di fare frequenti incursioni nel centro-nord Europa e nelle zone alpine creando le condizioni per copiose nevicate. La NAO segue periodi di positività e di negatività di circa un decennio; attualmente siamo appena usciti da un periodo di forte positività e tutto lascerebbe prevedere che sia iniziato un periodo di NAO negativa. Il fatto che negli ultimi trent'anni la NAO si sia presentata spesso molto positiva potrebbe essere associato al riscaldamento globale del pianeta, anche se non si può escludere che si tratti di una variazione naturale. Ultimamente alcuni ricercatori hanno associato i cicli della NAO ai cicli undecennali delle macchie solari e sembra che esista una buona correlazione tra i due fenomeni. In passato grandi carestie e notevoli cambiamenti nel traffico commerciale marittimo sono stati causati da prolungati periodi di NAO negativa che produssero inverni freddissimi in tutta Europa e chiusero con i ghiacci parecchie rotte mercan- tiU di notevole importanza. Durante la «piccola era glaciale», dal 1600 al 1850, nei periodi di NAO negativa i ghiacci potevano unire la Danimarca con la Norvegia per settimane e perfino comparire nel mare Adriatico settentrionale. A Londra non era raro pattinare sul Tamigi e a Zqrigo l'omonimo lago si attraversava in carrozza. Più recentemente, gli Anni 60 sono stati caratterizzati da profondi minimi della NAO: d'inverno era normale che la neve ricoprisse per alcune settimane la pianura padana e che i torrenti gelassero fino a valle. Perfino la nevicata record del 1985 si può ricollegare ad un picco di NAO negativa. Ma anche periodi di NAO molto positiva possono causare guai nonostante siano accompagnati da inverni miti. Ne sono un esempio le inondazioni degli scorsi anni nel centro Europa, oppure la pesca del merluzzo che diventa scarsa durante i periodi di NAO positiva perché le zone dell'Atlantico dove i merluzzi si riproducono sono più fredde del normale. Alle latitudini mediterranee una NAO molto positiva causa siccità con tutti i relativi problemi. Visto che at- tualmente sembra essere termi- nato un ciclo positivo, i pressi- mi anni potrebbero essere ca- ratterizzati da NAO negative, con un ritomo alle belle nevica- te di un tempo. A meno che ci metta uno zampino il riscalda- mento globale. Una tempesta sulle coste americane. Anche il Nord dell'oceano Atlantico è soggetto a perturbazioni cicliche

Persone citate: El Nino, Hans Egede Saabye