Quel nuovo lago glaciale indizio dell'effetto serra di Luca Mercalli

Quel nuovo lago glaciale indizio dell'effetto serra | CLIMA E NATURA | ILCASODELL'«EFFIMERO» Quel nuovo lago glaciale indizio dell'effetto serra SI E' FORMATO SOPRA MACUGNAGA PER LO SCORRIMENTO A VALLE DEL GHIACCIAIO L'ECCEZIONALE INTERVENTO PER SVUOTARLO E METTERE AL SICURO LA POPOLAZIONE Luca Mercalli (*) M ICHAEL Ende ne "La storia infinita" ci dice che "un bel giorno il lago Gorgoglione non c'era più. Via, sparito, capite?". Ed è proprio la sorte che di solito capita ai laghi glaciab, specchi d'acqua dal comportamento subdolo e imprevedibile: si formano lentamente senza dare nell'occhio, poi crescono, talvolta anche nel giro di pochi giorni, e liberano improvvisamente il loro contenuto, spesso facendo gravi danni a valle. E' questa la situazione che da qualche settimana interessa il ghiacciaio del Belvedere a Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa, un imponente serpentone di ghiaccio di 5 chilometri quadrati, tra i più importanti delle Alpi italiane. Qui succedono due cose: nel!' estate 2001 il ghiacciaio inizia ad aumentare di spessore, un fatto singolare in quest'epoca di ritiro generabzzato, e sulla sua superficie, a quota 2150 metri, compare un lago. Durante l'inverno la fronte glaciale avanza, travolgendo addirittura i larici, un paesaggio straordinario, simile a quello che videro i nostri bisnonni, durante climi più freddi e nevosi. Ma la ragione di questa «piena glaciale» non è il freddo, bensì proprio l'opposto: la parte superiore del ghiacciaio è infatti abbarbicata alla grandiosa parete orientale del Monte Rosa e le ultime estati piuttosto calde potrebbero aver agevolato lo scorrimento verso valle del ghiaccio sospeso, come se lo avessero scollato dalla roccia e lubrificato con l'acqua. L'aumento del flusso glaciale sarebbe dunque una risposta legata alle differenti condizioni termiche del ghiaccio di parete e non a un reale aumento di massa che solo un clima freddo e nevoso potrebbe indurre. Un po' come dire che una volta passata quest'onda positiva, probabilmente tra un paio d'anni, il ghiacciaio intristirà in una fase di magra. Il cambiamento di morfologia del ghiacciaio ha favorito l'insediamento e la permanenza del lago, che, ghiacciato in inverno, comincia a fondere in maggio. L'anomala ondata di caldo della metà dello scorso giugno ha accelerato enormemente la fusione di neve e ghiaccio che alimentano d'acque il bacino lacustre causandone l'aumento di Uvello e di estensione : 57 metri di profondità, 150.000 metri quadrati di superficie e un volume stimato di circa 3 milioni di metri cubi d'acqua, come un medio invaso idroelettrico. Il problema è che qui la diga non è di calcestruzzo, ma di ghiaccio, che è più leggero dell'acqua; inoltre la barriera gla¬ ciale che trattiene il lago è fratturata da crepacci e frammista a detriti rocciosi; insomma, un edificio instabile e malsicuro. Potrebbe cedere lentamente, lasciando sfuggire l'acqua a poco a poco, oppure saltare tutta d'un pezzo, provocando un'onda di piena d'acqua, fango e detriti rocciosi. Ecco perché da giorni si lavora per svuotarlo, questo lago che qualcuno ha battezzato "Effimero". Si eliminerà così la spada dì Damocle che grava sul sottostante villaggio di Macugnaga, già in passato - ultimo caso nel 1979 - alle prese con questo tipo di problemi. Allora era un altro lago glaciale nelle vicinanze a preoccupare, quello delle Lecce, oggi reso sicuro da un canale di scarico artificiale. Adesso tocca al «Lago Effimero», oggetto da parte della Protezione Civile di intervento eccezionale per mezzi, competenze e severe condizioni di lavoro. La formazione di laghi glaciali è tipica dei periodi di cambiamento climatico: era frequente due secoli fa, quando i ghiacciai erano in avanzata, sta tornando d'attualità oggi che i ghiacciai sono in ritiro. Ma è un tipo di rischio poco studiato, che tocca ambienti spesso remoti e poco accessibili. Anticipando di quasi due anni questi eventi, la Comunità Europea ha varato un progetto dall'inequivocabile titolo "Glaciorisk", volto a catalogare tutti i casi storici e attuali di ghiacciai a rischio, dalle Alpi alla Norvegia (www.mmbus.iVghiacciai/glaciorisk.htm). Il Belvedere rientra a pieno titolo in questa lista, con una differenza: ci si sta occupando di lui prima che diventi troppo pericoloso. (*) Società Meteorologica Italiana Al PIEDI DEL MONTE ROSA UN FENOMENO CHE RIENTRA NEL PROGETTO «GLACIORISK» DELLA COMUNITÀ EUROPEA Livello dopo lo svuotamento

Persone citate: Ende

Luoghi citati: Lecce, Macugnaga, Norvegia