Galeotta fu la luciferina

Galeotta fu la luciferina | ENTOMOLOGIA | UNA SORPRENDENTE STRATEGIA SESSUALE Galeotta fu la luciferina E' LA SOSTANZA USATA DALLE LUCCIOLE FEMMINE PER PROPIZIARE LA RIPRODUZIONE Laura Soma ATTENDETE il crepuscolo e poi incamminatevi verso il prato più vicino a casa. In questo periodo potreste assistere a un magico spettacolo: miriadi di piccole mute luci intermittenti simulano, al calar della notte, il cielo stellato. Piccoli insetti volanti, posati al suolo o aggrappati agli steli d'erba si esibiscono - gratis - in uno dei riti più affascinanti che le notti estive possano offrire. Ignare degli umani che pure le chiamano lucciole senza spreco di fantasia, queste creature da favola si stanno spensieratamente dedicando alle loro notti d'amore. È la femmina, più lucente del maschio, a muoversi in anticipo. Mezz'ora prima che il futuro consorte appaia, camminando al suolo, si posiziona in un punto favorevole, solleva l'addome e mostra il ventre luminoso. Essa non vola: delle quasi 2000 specie di lucciole, di cui circa 20 abitano l'Italia, la maggior parte è totalmente priva di ali, avendo un aspetto più simile ad una larva piatta che ad un insetto adulto. Il nome latino del gruppo cui appartengono questi coleotteri, Lampyridae, significa "verme luminoso" e prenderebbe proprio origine dall'aspetto delle femmine, più grandi dei compagni e con addome più lungo e allargato. I maschi, intenti a sorvolare la vegetazione, dotati di grandi occhi che occupano quasi tutto il capo, si dirigono verso i punti luminosi che costituiscono il loro richiamo. Dopo il reciproco avvistamento si stabilisce tra i due un dialogo intermittente di luci che se è di vicendevole gradimento conduce tosto alle nozze. Dopo l'accoppiamento la femmina affonda nel terreno per circa 10 centimetri e depone alcune decine di uova, anch'esse temporaneamente luminescenti. La larva che ne esce è una famelica divoratrice di lumache e limacce. Tutta la poesia della forma adulta si perde nel "cucciolo" di lucciola, capace di compiere orribili nefandezze: con il suo tremendo apparato boccale afferra la misera preda ed inietta un liquido paralizzante che comincia a decomporla viva! I tessuti resi fluidi vengono quindi sorbiti con una cannuccia dell'apparato succhiatore. Anche le larve sono fosforescenti ma è solo nell'insetto definitivo che tale facoltà si manifesta in tutto il suo fulgore. I segmenti addominali terminali dei Lampiridi, che di giorno sono di color giallo zolfo, sono rivestiti da un tessuto trasparente al di sotto del quale ci sono le cellule dotate di bioluminescenza. Fino a tempi relativamente recenti gli scienziati non erano in grado di spiegare il fenomeno, mentre ora sono addirittura in grado di produrre la sostanza che ne è responsabile, la luciferina, pur non essendo ancora capaci di sfruttarla per ottenere luce. Tale molecola, messa in circolo quando scendono le tenebre, deriva dalla decomposizione di prodotti albuminoidi (simili alla proteina albumina) e, unendosi all'ossigeno, grazie all'intervento di un enzima chiamato luciferasi, subisce una alchemica trasformazione che consente di produrre energia luminosa. La luce può essere spenta volontariamente, per generare intermittenza, riducendo l'apporto di ossigeno: è difficile resistere alla tentazione di radunare un bel gruppo di lucciole in un barattolo di vetro per realizzare un lanternino ecologico. Ma se tu non permettessi un sufficiente ingresso d'aria, vedresti le tue lucciole consumarsi a poco a poco come una candela. Se vi è già capitato di toccare una normale lampadina a incandescenza, sapete che dopo un poco la sua superficie scotta. Come fanno le lucciole a non surriscaldarsi arrostendo ogni volta la punta dell'addome? Gli studiosi ci dicono che in questo caso si tratta di luce fredda e che l'aumento di temperatura del loro corpo durante l'emissione non supera il millesimo di grado. Tutta l'energia prodotta dalla reazione chimica è emessa sotto forma di raggi luminosi con un rendimento superiore al 900Zo, un modello così sofisticato da far impallidire anche le più innovative lampade a risparmio energetico. E per chiudere, una curiosità. Ricordate l'alfabeto Morse, quello fatto di punti e linee? All'incirca in questo modo il pretendente potrebbe cercare di conquistare la sua lucciola prediletta. Alcuni ricercatori si sono divertiti ad associare all'alfabeto Morse l'alternanza di luce e buio emessa dalle diverse specie di Lampiridi. Così ad esempio il maschio della lucciola Photuris frontalis comunica alla sua innamorata una lettera E (luce puntiforme emessa a intervalli di un secondo), mentre l'americana Photuris pennsylvanica emette una A (lampo breve seguito da lampo lungo). Ogni femmina è in grado di riconoscere la "lettera" a lei appositamente inviata e disdegna con decisione i maschi che non sono in grado di mantenere un ritmo perfetto o che non rispondono in modo adeguato. GIÀ' APPENA NATE PARALIZZANO E DECOMPONGONO VIVA LA LORO PREDA LA LUCE E'EMESSA AD INTERVALLI CARATTERISTICI PER LE DIVERSE SPECIE A destra e a sinistra immagini di lucciole che permettono dì vedere bene la sezione addominale che con la sua luce lancia un messaggio sessuate

Persone citate: Laura Soma

Luoghi citati: Italia