Pellegrino a Compostela suonando la cornamusa

Pellegrino a Compostela suonando la cornamusa Pellegrino a Compostela suonando la cornamusa M ESSA da parte la Guida del Pellegrino del XII secolo (Ed. San Paolo), scartato l'ìtanerario giacobeo per Pamplona, Bui^gos e Leon, la scelta è caduta sul treno. In realtà avevo scelto le rotaie da subito, pensando di godermi la vista dell'Atlantico dal finestrino. Sulla carta il percorso era semplice e chiaro. Sì parte con la Torino-Nizza: il treno s'avvita per la Val Roja, va per Marsiglia e Tolosa, passa in Euskadi... Irùn e Bilbao, percorre il golfo di Biscaglia fin quasi a Oviedo, poi nelle Asturie; infine Santiago de Compostela, cuore storico della Galizia. Semplice ma impossibile da realizzare. Le rotaie per il camino giacobeo oceanico - che pure esistono sono ignote a stazioni e agenzìe. Impossìbile trovare orari, disporre coincidenze. Alla fine, dopo mille insistenze, un ardito agente dì viaggio mi rifila un biglietto affidandosi a un orario scaduto... "solo da qualche anno". Ma i veniamo ai tempi del viaggio. Do^o unjjoineriggio e una notte in carròzza, tànto^ dura la traversata del suolo occitano, arrivo, con il sole del nimo mattino nella stazione lasca di Irùn, dove ima bìgliettaia straccia il mio camino oceanico. Il percorso è complesso, le coincidenze difficili, poi "perché tante storie" se davvero m'interessa arrivare a Santiago! Costretto dal cerbero basco salgo sulla linea Vitorìa-Valladolid-Salamanca e, verso sera, faccio tappa a Medina del Campo, una bella stazione d'antan. La coincidenza da Madrid arriva a metà della notte; il treno fila verso Zamora, ferma a Ourense, arriva a Santiago de Compostela a pomeriggio inoltrato. La città è sotto la pioggia. La via che sale ai quartieri medieva- lipassa dal Parlamento; l'atmosfeta e ùmida... Incontro fontane: quella di Praza do Toural; un'altra graziosa, ovoidale, in Pracina de Fonseca. Il percorso sì snoda fra dimore, chiese e conventi. Oltre lafuente di Praza das Praterias, con ì quattro cavalli monumentali, sbuco in Praza do Obradoiro, meta ulti- ma dei pellegrini di San Giacomo. Semideserta per il temporale portato dai venti dell'Atlantico, la piazza riluce di pioggia nel suo meraviglioso sipario. Da un lato la cattedrale con la facciata barocca; dall'altro Palazzo de Raxoì, neoclassico; a settentrione l'Hostal dos Reìs Catolìcos, edificato nel 1499 per accogliere ì pellegrini della conchìglia, oggi l'hotel più antico al mondo e tra ì più belli e lussuosi. Completato il giro d'orizzonte Laureano Xoaquìn Araujo Cardalda, funzionario della Direzione generale della Politica linguistica del Governo autonomo dì Galizia, mi indica il Colegio San Jeronimo (ora Rettorato dell'Università) costruito nel XV secolo. Superata la soglia del Colegìo de Fonseca, un bell'edificio nnascimentale, visitiamo la Biblioteca America, la più completa di Spagna sulle Indie occidentali. E' un mercoledì sera; fuori le ruas si riempiono di ragazze e ragazzi vestiti di nero. Ragazze bellissime. Sono la popolazione universitaria della città, che sciama e gremisce i locali. Rìdono, sì Corteggiano, discutono al suono di chitarre goliardiche. Invadono le pulperìas; siedono a tavoli lunghi, sui quali altri ragazzi che paiono usciti dà un film di Fassbinder dispongono taglieri di polpo e caraffe di vino chiaro. La notte avanza. Il popolo in nero sì sposta nelle discoteche della città nuova, va nei locali dove assieme al rock dì varie tendenze sì celebra la musica gallega contemporanea. Sìmbolo dì queste nuove ar¬ monìe è Carlos Nunez, virtuoso di gaita (la cornamusa della Galizia), capace dì preziose intensità emotive. Nunez sì è esibito con l'israeliana Noa e, in omaggio al celtismo gallego, ha collaborato con ì Chieftains irlandesi. Nel recente Cd "Mayo Longo" ha reso un tributo alla lingua galiziana musicando testi di Rosalia de Castro, la poetessa che nell'Ottocento rinnovò la letteratura della Galizia. Il monumento a Rosalia de Castro (1837-1885) è in Paseo da Ferradura, non lontano dal Campus Universitario. "Il suo racconta Laurano - fu un romanticismo colorato di nostalgìa". Altri poeti come Eduardo Fondai attinsero a un medioevo leggendario, ispirandosi al folclore, al paesaggio atlantico con le ruas simili a fiordi, ai fiumi, ai boschi, affermando la propria orìgine celtica. Una favola - dicono alcuni quella del celtismo gallego. Dì certo la lìngua non assomiglia al gallese né al gaelico o al bretone. "E' un ramo orìgùiale del portoghese" sostengono ì nazionalisti galiziani. Andando da Santiago a Vigo e a Ourense, il gallego è la lìngua che ci accompagna. Appare nelle indicazioni stradali di città e campagne... il ritratto dì una situazione eccellente, addirittura di un monolìnguismo gallego. Ma Laureano butta acqua sul fuoco: "La realtà è meno entusiasmante". Tra ì giovani nelle scuole, nei bar dì Vigo, dì Pontevedra e A Coruna, il galiziano è lìngua di conversazione minoritaria a vantaggio del castiglìano, e viene usato con parsimonia anche nei locali frequentati dagli universitari nelle bellissime notti dì Santiago. Coruna, 62 km a nord dì Santiago, ha tra i suoi monumenti la Torre di Ercole, un faro sull'oceano costruito dai romani, le facciate a bovindo sul lungomare, e il Premio Nobel Camilo José Cela, cui la città nel 1916 diede ì natali. Laureano mi guida verso gli scogli. Scopriamo una piattaforma nell'erba: un cerchio azzurro a mosaico, con la rosa dei vènti e i simboli dei popoli celtici di là del mare. Spicca il Pecten jacobaeus, la conchiglia dei pellegrini di San Giacomo. Di là dell'oceano ci sono anche l'Avana, il Brasile, Buenos Aires, il Perù, la Patagonia, dove molti galiziani emigrarono nel corso dei secoli. Pochi sanno che di origine gallega sono ,Fidel Castro e Gabriel Garcia Màrquez. Preparo il ritomo e non rinuncio al viaggio oceanico. Abbandonata l'idea del treno, salto in corriera alla stazione degli autobus dì Santiago, nel quartiere di San Gaetano. Attraverso Lugo dalle mura romane, percorro la costa cantabrica, dì notte, e piove ahimè; arrivo a Bilbao prima dell'alba, in tempo per vedere le torri sghimbesce del Museo Guggenheim d'arte contemporanea, risplendere alla luce dei fari. UN VIAGGIO IN TRENO A SANTIAGO DOVE LA DEVOZIONE RELIGIOSA SI MESCOLA ALLA MUSICA GALLEGA - CELTICA PER APPRODARE POI A CORUNA, IN RIVA ALL'ATLANTICO ITINERARI D'ARTE a Nei secoli XII eXlll il romanico plasma l'architettura della . Galizia. La cattedrale di Santiago ne è la massima espressione. Itinerari alla scoperta di Compostela romànica, gotica, barocca e neoclassica, sono pubblicati dal "Consorcio de Santiago"Dirección Xeral de Turismo http://www.turgalicia.es ^■:--y:;^^Z:'vy--yy^\::y.r::y.'- y.y.^\:yy. y'^.i-.'yy' z ' . La facciata barocca della cattedrale di Santiago de Compostela, il simbolo più celebre dell'architettura galiziana. Ma la città non vìve solo dì pellegrinaggi, le sue ruas di sera sono animate da musica e danze