Ladri di parole di Massimo Gramellini

Ladri di parole BUONGIORNO Ladri di parole di Massimo Gramellini ^E pubblicità estive dei telefo► nini celebrano con enfasi oduriosa e il consueto dispenuau ^ corpi ritoccati al computer l'ultima sconfitta della parola scritta, ridotta a mera didascalia di un'immagine in movimento trasmessa dal nuovo modello di portatile. Chissà come reagiranno i fanatici della modernità senza memoria, che per anni hanno glorificato i messaggi brevi del cellulare come una rivincita della comunicazione scritta, uccisa dalla tv solo per risorgere in forma più personale e creativa. L'entusiasmo era tale che persino gli sfondoni grammaticali (io ò studiato un pò e tu?) venivano contrabbandati )er innovazione linguistica. In realtà 'alfabeto è il cavallo maestoso della fantasia. Invece i messaggim si nutro¬ no di fretta e superficialità, i tratti distintivi di una civiltà dell'immagine che atrofizza l'immaginazione. Ma la corsa continua e ormai anch' essi appartengono al passato; fra breve ne avremo quasi nostalgia. Implacabile, la tecnologia snida le nuove generazioni dentro le trincee della parola in cui riescono di volta in volta a rifugiarsi. Così il videomessaggio sostituisce il messaggino, mentre su Internet finiscono i tempi eroici delle chiacchiere anonime o sotto pseudonimo, comunque in libertà. Le maledette telecamere sono arrivate pure lì: sorridi, sei in onda, e d'improvviso il colore della camicia diventa più importante di quello che scrivi e che dici. In principio era il Verbo. E alla fine cosa resterà, uno spot di trenta secondi?