Al Qaeda: «L'America allacci bene le cinture»

Al Qaeda: «L'America allacci bene le cinture» IL MESSAGGIO ARRIVATO VIA INTERNET A UN QUOTIDIANO ALGERINO Al Qaeda: «L'America allacci bene le cinture» Tornano a farsi sentire le minacce di Osama bin Laden: «Colpiremo duro e arriveremo dove loro meno se lo aspettano». Il sospetto degli investigatori è che i terroristi ricorrano al traffico di oro e gioielli Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «I nostri militanti suicidi sono impazienti di colpire l'America». La voce di Al Qaeda è ancora una volta quella di Suleiman Abu Ghait, il kuwaitiano portavoce di Osama bin Laden, spesso al suo fianco durante le apparizioni tv. Due settimane fa un suo nastro registrato consegnato alla tv araba del Qatar Al Jazira aveva promesso «attacchi molto presto», adesso il vettore mediatico è ima lunga intervista pubblicata sul quotidiano algerino «El Youm» ed il messaggio che contiene è agghiacciante. «I nostri network militare e di intelligence stanno conducendo opera di monitoraggio per stabilire quali obiettivi colpire entro un periodo non troppo lungo - assicura Abu Ghait - i nostri militanti suicidi sono impazienti di mettere a segno nuovi attacchi contro gli Stati Uniti e contro obiettivi ebraici, in America ed altrove». L'intervista è stata inviata al quotidiano algerino con la posta elettronica attraverso un sito Internet in lingua araba solitamente adoperato da Al Qaeda. «L'America dovrebbe affrettarsi a stringersi bene le cinture di sicurezza perché colpiremo duro, ad Allah piacendo, arrivando da dove loro meno se lo aspettano», dice ancora il portavoce di Al Qaeda, terminando con l'annuncio che «attacchi sono al momento in via di pianificazione contro il govemo fantoccio di Hamid Karzai in Afghanistan». Le nuove minacce non sono state commentate dai portavoce del dipartimento di Stato ma sul territorio americano la caccia ai terroristi continua senza sosta: negli ultimi giorni oltre settanta gioiellerie - quasi tutte di pro¬ prietà di immigrati originari del Pakistan - sono state setacciate dagli agenti dell'Fbi e deUe squadre speciali anti-terrorismo, che hanno esaminato registri, merce e liste di fornitori e clienti. Le perquisizioni più numerose sono state eseguite nelle città di Filadelfia, New York, Atlanta e Pittsburgh sulla costa orientale ma il raid è stato su scala nazionale e dal 28 giugno al 2 luglio ha interessato decine di Stati. Il sospetto dell'intelligence è che Al Qaeda abbia deciso di ricorrere al traffico di oro e gioielli per spostare denaro a dispetto dei nuovi rigidi controlli bancari al fine di far arrivare dentro gli Stati Uniti le risorse necessarie alle cellule dormienti per mettere in atto nuovi piani terroristici. Gli avvocati di numerosi titolari di gioiellerie hanno lamentato la violazione dei diritti dei loro clienti - la maggioranza dei quali è incensurata - ma l'Fbi ha risposto che le perquisizioni erano motivate dalla ricerca di lavoratori entrati in violazione delle leggi sull' immigrazione. Nelle maglie dei controlli anti-terrorismo è finita ieri in Olanda una donna in partenza per gli Stati Uniti in possesso di un'arma da fuoco. La donna, della quale non è stata resa nota l'identità dalle autorità olandesi, era in possesso di un biglietto per un volo Delta diretto all'aeroporto di Newark, nel New Jersey nei pressi di New York, ma durante i controlli all'aeroporto Schipol di Amsterdam è stata trovata in possesso dell'arma e quindi arrestata assieme ad altre due persone che erano con lei. Per sicurezza è stato ispezionato l'intero aereo, che poi è regolarmente partito. Dagli Stati Uniti è stato invece formalmente espulso Mohammed Saffi, il figliastro del ditta¬ tore iracheno. Saddam Hussein dipendente delle linee aeree neozelandesi. Saffi era stato fermato all'inizio della scorsa settimana perché intenzionato a prendere lezioni di volo su un simulatote di Boeing 747 nella stessa scuola della Florida già frequentata da uno dei dirottatori dell'11 settembre. Al momento dell'espulsione verso la Nuova Zelanda a Saffi è stata contestata la violazione delle norme sull'immigrazione: era in possesso di un visto di entrata che non consentiva di eseguire alcun tipo di studio sul territorio degli Stati Uniti. Mohammed Saffi, figliastro di Saddam Hussein: ieri è stato espulso dagli Stati Uniti