Aids, settanta milioni di morti nei prossimi vent'anni di Paolo Mastrolilli

Aids, settanta milioni di morti nei prossimi vent'anni AFRICA, CINA E RUSSIA LE EMERGENZE PIÙ' ESPLOSIVE MENTRE CALANO PAURA E PRECAUZIONI Aids, settanta milioni di morti nei prossimi vent'anni Dalla Conferenza di Barcellona un nuovo allarme: il peggio deve ancora venire Paolo Mastrolilli NEW YORK Se venti anni fa qualcuno avesse fatto un sondaggio, chiedendo a che punto sarebbe stata oggi l'epidemia dell'Aids, pochi avrebbero previsto di ritrovarsi quasi punto e capo. Ma questo è il bilancio che sembra emergere dalla quattordicesima conferenza internazionale sul virus, in corso da ieri a Barcellona. D'accordo, ci sono i famosi cocktail di farmaci che in molti casi hanno trasformato l'infezione in una malattia cronica controllabile, mentre i programmi di prevenzione hanno rallentato il contagio almeno nei paesi più sviluppati. Però il vaccino resta un sogno, così come una cura più definitiva del cocktail, e guardare le statistiche continua ad essere un esercizio deprimente. Secondo l'Onu, al momento nel mondo ci sono 40 milioni di malati, di cui 28 e mezzo nell'Africa subsahariana. Nei prossimi 20 anni, 70 milioni di persone moriranno per l'Aids. A questi numeri già enormi, il giornale medico specializzato Lancet ha aggiunto che entro il 2010 ci saranno altri 45 milioni di contagiati, se non verranno prese misure preventive immediate. L'epidemia galoppa in Africa, ma corre anche in Russia, dove i casi sono aumentati di 15 volte, e in Cina, dove secondo gli esperti il governo sta nascondendo la realtà di un'emergenza già esplosa. Queste notizie però tradiscono, perché stanno convincendo gli abitanti dei paesi più sviluppati che ormai il pericolo per loro è scampato, e quindi li spingono a comportamenti pericolosi capaci di rilanciare l'epidemia. Per esempio Ronald Valdisseri, dei «Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta», ha dipinto un quadro relativamente incoraggiante per gli Stati Uniti. I contagi, infatti, si sono stabilizzati intorno a 40.000 l'anno. Il 430Zo sono omosessuali, il 270Zo eterosessuali, il 23^0 tossicodipendenti, e il resto è diviso tra altre categorie minori. Ma il 75^) degli eterossessuali infettati sono afro-americani, e ciò dimostra chiaramente che quella parte della popolazione americana non prende sul serio la minaccia oppure non fa abbastanza per proteggersi. Inoltre almeno la metà del mezzo milione di contagiati negli Usa non è stata diagnosticata o non viene curata. Poi c'è l'equivoco del cocktail di farmaci, che da una parte hanno rallentato sul serio la corsa del'virus alla morte, ma dall'altra hanno peggiorate la situazione incoraggiando i comportamenti a rischio, come ha denunciato il dottor Frederick Hecht del San Francisco General Hospital: «Molti pensano che grazie a queste medicine possono dimenticare le vecchie precauzioni, ma è un grave errore perché stanno aumentando i casi di forme di Aids resistenti ai farmaci». Per esempio, dal 1996 al 2001 la resistenza ai «non-nucleoside reverse transcriptase inhibitors» è aumentata da zero al 13,207o, quella agli inibitori della proteasi dal 2,507o al 7,707o, e quella all'Azt è salita del 21(7o. Il problema dei paesi ricchi, dunque, è non abbassare la guardia a causa di questi farmaci, mentre quello dei paesi poveri resta ottenere e distribuire le medicine troppo costose. In alcuni casi, in realtà, le aziende produttrici hanno abbattuto i prezzi per le zone più indigenti fino al 900Zo, ma al momento solo 230 mila malati ricevono le cure nelle regioni in via di sviluppo, e appena 30 mila di essi vivono in Africa. Naturalmente gli effetti di un'epidemia così concentrata sono disastrosi, non solo per le vittime, ma anche per l'intera società. Basti pensare che secondo il direttore del programma dell'Onu contro l'Aids, Peter Plot, l'anno scorso un milione di bambini africani hanno perso i loro insegnanti a causa della malattia. La metà della popolazione adulta del Botswana è infetta, nonostante quello sia considerato un paese modello per il continente sul piano economico. Quindi il virus uccide le persone, ma si autoalimenta frenando anche lo sviluppo che potrebbe rallentarlo. Ieri infatti gli attivisti dell'aAids Therapeutic Treatment Now» hanno protestato a Barcellona, per favorire la consegna delle medicine nelle zone più povere dell'Africa. Secondo Plot, per ridurre le cifre impressionanti del contagio di cui abbiamo parlato all'inizio, bisognerebbe spendere 10 miliardi di dollari all'anno in prevenzione. Ma per il 2002 siamo sulla soglia dei 2,8 miliardi, e quindi è facile tirare le somme. H -ac A sin. Peter Piot il ministro senegalese Awa Marie Col-Seck e Lue Montagnler. Sopra una manifestazione contro l'Aids

Persone citate: Frederick Hecht, Peter Piot, Peter Plot, Ronald Valdisseri, Seck