Tre sfide in nome del blues

Tre sfide in nome del blues A SAN PIETRO IN VINCOLI Tre sfide in nome del blues che confronta artisti americani e italiani mercoledì 10 Morganfielde Paolo Bohfanti IL blues? Musica di migranti. Alla regola non sfugge il Torino Blues Festival," che quest'anno non solo si alloca in Una "nuova sede, (la quinta in otto. edizioni), ma abbandona pure la tipica collocazione marzolina. L'appuntamianto è all'ex cimitero di San Pietro in Vincoli (via S. Pietro in Vincoli 28), messo a; disposizione- dalla VII Circoscrizione. La.irasségna, realizzata dal Folk Club col sostégno di Regione Piemonte, Provincia e Città di Torino, accosta tre primari artisti americani, in formazione elettrica, ad altrettanti musicisti acustici nazionali. Per non sottoporre in serata avanzata a volmni eccessivi il circostante ambiente ospedaliero del Cottolengo, saranno gli (amplugged» a concludere. Si parte mercoledì IO con Big Bill Morganfieid, il degno figlio di Muddy Waters ormai di casa nei principali festival internazionali. Grazie ad una presenza scenica in continua maturazione, il grosso Bill si sta emancipando dall'ingombrante eredità patema per rivelare abilità, carisma e magnetismo che sono definitivamente suoi propri. A seguire il genovese Paolo Bonfanti, che trova la sua sconfinata vena e ant autor ale tra blues propriamente detto e rodcVroll più scellerato, Giovedì 11 tocca alla giunonica Marva Wrlght, figlia del fervido gospel sudista e della mondana lezione del R&B. Dopo ima alterna gavetta in supporto a stars indigene come Alien Toussaint e i Neville Brqthers, la rovente voce della regina di Nouvelle Orleans tuona in esibizioni alla Casa Bianca o al Superbowl. La provetta BMWs (Band of Marva Wright's, anche Taùrohimo è azzeccato) è guidata da Benny Tumer, fratello del compianto Freddy King. Pòi il genuino delta blues di Angelo «Leadbelly» Rossi, il cui nome di mezzo, omaggio a Huddie «panciadipiombo» Ledbetter, è tutt'altro che un'usurpazione: un personaggio per un film che i fratelli Coen non hanno ancora girato. Venerdì 12 apre Boy Rogers, il vate californiano della slide guitar che prende il nome più dal vecchio personaggio western che dal popolare abbigliamento casual. Noto soprattutto come produttore di fiuto per John Lee Hooker, sciorina Uno stile elettrizzante e plateale che sintetizza Robert Johnson e rockabilly. Infine, l'audace tecnica di Roberto Menabò, sperimentatore di inconsuete variazioni sul blues delle origini. " I concerti iniziano alle 21, l'ingresso per ogni singola serata costa IO Euro; informazioni allo 011/537636. Edoardo Passio Marva Wrightprotagonista giovedì 11 al Blues Festival

Luoghi citati: Piemonte, Torino