Una festa patriottica per sfidare il terrore

Una festa patriottica per sfidare il terrore Una festa patriottica per sfidare il terrore da.!,cqrrUp.oDde.nte da NEW YORK r La sparatoria al banco della El Al dell'aeroporto di Los AngeIf^tohni negnato un 4 luglio che h^vtsfo decine di milioni di famìglfe di cittadini americani festeggiare l'Independence Day numero 266 fra misure di sicurezza senza precedenti ricordando le vittime dell'Il settembre e sventolando il drappo nazionale in ogni angolo degli Stati Uniti. In un'atmosfera di forte patriottismo l'unica voce dissonante è stata quella dei leader delle comunità musulmane: «Restiamo a casa perché ci discriminano, veniamo sospettati di essere terroristi solo per le sembianze o i vestiti». Il presidente americano, George Bush, è atterrato con il suo elicottero «Marine One» sui due ettari di prato di Mabel Chapman, ottantunenne vedova di un veterano della Marina, nel piccolo centro di Ripley. West Virginia. «Chi colpisce un americano colpisce tutti noi - ha detto Bush incontrando una platea di reduci delle guerre combattute dal- . l'America del XX secolo - ed oggi amiamo il nostro Paese ancora di più perché è minacciato, sconfiggeremo i nemici della libertà». Il saluto di Bush è stato nel segno del patriottismo che ha unito gli americani nella reazione all'attacco di Al Qaeda contro Washington e New York. «Il patriottismo è la nostra fede come lo fu per i Padri Fondatori e l'America difende della libertà nel mondo, inseguiremo in ovunque quei singoli che la minacciano» ha concluso il presidente, aggiungendo le parole «sotto Dio» ovvero la formula del giuramento di cui un tribunale della California ha contestato la costituzionalità. Bush è tornato poi a Washington per assistere dalla Casa Bianca ai fuochi d'artificio sul Campidoglio. Era questo il momento più temuto dai servizi di sicurezza. Per difendere il presidente e oltre 700 mila persone disseminate lungo il Mail di Washington - che si estende dal Campidoglio al Potomac - sono stati schierati centinaia di uomini di 28 differenti polizie. Quelli in divisa hanno esaminato ogni persona, ogni contenitore, al passaggio dei 24 posti di controllo, quelli in borghese sono stati i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via. Il cielo di Washington, come di New York ed altri grandi città, è stato pattugliato dai jet della Guardia Nazionale mentre sopra la Statua della Libertà, l'Arco di St. Louis e Mount Rushmore lo spazio aereo era chiuso. «Ogni coppia di aerei è stata in contatto con ufficiali di polizia a terra per rendere il dispositivo di intervento più agile» ha spiegato Ray Kelly, capo del Dipartimento di Polizia di New York, che ha disseminato Central Park di agenti in bicicletta. A Manhattan l'ora di maggiore allerta ha coinciso con l'evento «A Time for Heroes» (Il momento degli eroi) sull'East River con i tradizionali 30 minuti di fuochi artificiali di fronte ad almeno un milione di persone. A differenza degli anni precedenti lo show è stato interrotto .da una pausa di trenta secondi per un rintocco di campane in ricordo delle vittime di Ground Zero. Anche a Chicago, Los Angeles, Las Vegas, San Francisco e Seattle il momento dei fuochi d'artificio è stato quello del massimo impegno per la sicurezza. Con la maggioranza degli americani sui prati ed in gita a fare barbecue, consumando hot dog e potato salad, giocando a baseball e football americano i sondaggi tv hanno rivelato che almeno il 75 per cento ha in qualche maniera mostrato o onorato la bandiera come è avvenuto ad esempio a Boston, dove decine di studenti del Massachusetts hanno completato una bandiera gigante nelle cui stelle hanno scritto tutti ì nomi delle vittime dell' 11 settembre. Strade e piazze delle 2100 città dove vi è stata una parata sono state coperte da cartelli con scritte come «USA, USA», «United We Stand» (Siamo uniti). «God bless America» (Dio benedica-l'America) o tfflttfliB1 Cu" ! lors don't Run» (Questi colori non fuggono). Ad incrinare l'atmosfera ^jr-— triottica sono state" le dehùncie di alcuni leader di comunità islamiche, che hanno svelato come non pochi musulmani hanno rinunciato a partecipare ad avvenimenti pubblici, restando a casa per timore di essere oggetto di discriminazione. «Ogni volta che c'è un'allerta siamo noi che ne facciamo le spese» ha detto Raid Faraj, del Consiglio per le relazioni islam-americane della California del Sud. «La verità è che veniamo additati pubblicamente, temono che possiamo essere terroristi» gli ha fatto eco Mohamed El Filali, dell'American Muslim Union di Paterson, nel New Jersey. L'Fbi ha lanciato un pubblico appello ai musulmani d'America a non disertare il 4 luglio. Il rischio di fenomeni di intolleranza è stato riconosciuto dallo stesso Bush che nel discorso in West Virginia ha spronato gli americani a ricordare che «siamo tutti uguali, qui ognuno è libero di professare la religione che vuole». [m.mo. 1 Monumenti sorvegliati Aerei della Guardia nazionale a pattugliare i cieli Uomini di ventinove polizie a controllare le strade e i parchi Bush ha festeggiato assieme a un gruppo di veterani delle guerre americane in West Virginia IIIBIMiMIIM — George Bush saluta la folla durante le celebrazioni del 4 luglio a Rlpley, in West Virginia, ore prima dell'incidente di Los Angeles