Quando a Spoleto si va ad ascoltare il «Café Chantal»

Quando a Spoleto si va ad ascoltare il «Café Chantal»TIC, MANIE, MODE, STRANEZZE DI UNARASSEGNASTORlGACHE SUBISCE l'EfFETTGG'N'G: GLOBAL AND GLAMOUR Quando a Spoleto si va ad ascoltare il «Café Chantal» La famiglia Menotti, se non sta a Palazzo Campello, governato in modo ferreo da una nobildonna, abita in un castello in Scozia Auto silenziose e lucenti si muovono con difficoltà nelle vie del borgo Sergio Trombetta inviato a SPOLETO Si parla greco a Spoleto. Fra i costumi visionari e barocchi dì Dionìsis Fotopoulos, in mostra a Palazzo Arroni, Gian Carlo Menotti si muove lentamente col figlio Francis, il direttore del Festival dei due Mondi, che lo accompagna e gli indica i pezzi più belli dell'esposizione; a pochi metri Peter Stein e Maddalena Grippa osservano le immagini dell'«Amleto» che Stein ha messo in scena alla Felsenreitschule di Salisburgo insieme a Fotopoulos. E.tutto intorno uno sciamare dì signore greche dall'intenso chiacchiericcio. Sono borghesi intellettuali, molto habUlé e maquillé. Ma potrebbero arrivare da Milano o da Parigi. È l'effetto G'n. G: Global and Glamour. Nello stesso sabato pomeriggio assolato, appena mosso da una leggera brezza che si incanala per la scalinata e scende verso le pietre chiare della piazza del Duomo, i musicisti del Caffè Florian di Piazza san Marco a Venezia, suonano motivi che sanno dì vecchia Vienna. Una ragazzona sta seduta a un tavohno di caffè conijsuoboy- friepd, B^vonaapsritiyjwangiat n0a(stuz;?i(*u»i* le, ilei scuotendo la lunga chioma bionda si dice felice di stare lì «ad ascoltare il Café Chantal». j Si applaude in greco a Spoleto. Il giunonico soprano Doina Dimìtnu, rumena, pelle lattea, capelli corvini, sontuoso abito nero con strascico lungo quanto il boccascena, ha appena terminato l'aria d'apertura di Lady Macbeth nell allestimento verdiano in scena al Teatro Nuovo con la regia di Thomas Moschopoulos, scene e costumi dì Fotopoulos e luci dì Lefteris Pavlopoulos. Vien giù il teatro. Come claque si son portati dietro tutto il Pireo. Ma in sala ci sono anche valjphirie locali con acconciature infiorate che pare dì stare a Genoano, mature mogli dì notabili! dai capelli tinti e frisé. E poi Antonio Di Pietro, Maddalena Crippa, e Claudia Cardinale, splendida in rosso fuoco lungo, con sciarpa in tinta che lei ciancica in continuazione come solo le star sanno fare. Gran scialo di Jaguar, sponsor del festival. I «vips» arrivano in berlina prima a teatro e poi a mezzanotte alla cena nel giardino dì Palazzo Campello. E le auto silenziose e lucenti sembrano muoversi con difficoltà fra le stradine del borgo medievale. Palazzo Campello, in cima al paese, sotto la rocca Albomoziana, per tutto il festival diventa la residenza della famiglia Menotti. I quali, si sa, quando non stanno a Spoleto, stanno in un castello in Scozia. E lì, a Palazzo Campello, una nobildonna sovrintende a ricevimenti e cene che fanno seguito alle prime. È Guìa Viola dì Campalto a scegliere vini da accompagnare ai cibi, tovaglie e fiori con cui addobbare i tavoli in giardino. Solo e soltanto lei. Sino all'armo scorso c'era più di una signora ad occuparsene e per il comprensibile desiderio dì ciascuna di mettersi in risalto era scoppiata una guerra di dame. Da quest'anno alla repubblica si è preferita la monarchia illuminata. Nostalgia per la Spoleto d'antan? La «recherche» è rapida. Alla mostra dedicata a Lila de Nobili ecco i bozzetti di due memorabili allestimenti: la «Bohème» di Menotti del 1960, e ia «Manon Lescaut» di Visconti del 1973. : Oppure ci si può affidare al ricordo dì certi signorini avanti in età perennemente calati in lini lisi e gualciti, felici di «essere ancora qui» anche se «la Spoleto di una volta...». E allargano le braccia, sospirano e rivolgono gli occhi al cielo, da dove idealmente dietro una nuvoletta sorridono Thomas Schippers e Luchino Visconti. Il terzo personaggio della trimurti spoletina, Gian Carlo Menotti, è ancora vivo e vegeto, e l'altra sera al termine della cena per il «Macbeth» ringraziava tutti i presenti e dava appuntamento per l'anno venturo, non assicurando, scaramanticamente, di esserci, «visto che ho 91 anni». Il pubblico affezionato . ricorda ancora i mitici allestimenti della «Bohème» nel '60 e della «Manon Lescaut» di Visconti ner73 Quest'anno trionfano gli spettatori greci