LA STAGIONE DEI DIRITTI UMANI di Gianni Riotta

LA STAGIONE DEI DIRITTI UMANI USA. EUROPA E CORTE PENALE LA STAGIONE DEI DIRITTI UMANI Gianni Riotta CHI ha ragione e chi ha torto nella disputa tra americani e europei a proposito di Corte penale intemazionale? Il nuovo tribunale mondiale contro i genocidi e le violazioni ai diritti umani, varato con il Trattato di Roma del 1998, e accettato da 69 paesi, inclusi i membri dell'Unione Europea, rischia di dividere vecchio e nuovo continente, più di dazi sull'acciaio, antitrust e cultura di méSsa. Mettendo in forse i successi conseguiti nel pacificare i Baleani, a partire dalla Bosnia. Dapprima gli americani, sotto l'amministrazione Clinton, erano disposti a siglare l'intesa. Il presidente George W. Bush, soprattutto dopo l'H settembre 2001, ha mutato avviso. Gli Usa, dicono ora alla Casa Bianca, sono contrari alla Corte penale intemazionale, perché non vogliono correre il rischio di vedere un proprio soldato, impegnato nella guerra al terrorismo, condannato da una giuria intemazionale ostile. Gli europei ribattono che il tribunale, la cui giurisdizione si è aperta ieri, primo luglio, e che non ha ancora a L'Aja una sede permanente e neppure ima cella per i dittatori da giudicare (l'avrà solo nel 2007), non è una corte marziale con valore retroattivo. Porterà a giudizio solo imputati incriminati di atti contro l'umanità, che i paesi di origine, dittature o regimi militari, non vogliono esaminare. I cittadini americani sarebbero dunque esenti, in quanto giudicabili, a pari degli europei, dai propri tribunali. Come in tutti i matrimoni, partire solo dalle proprie ragioni non permette di comprendere l'altro partner. Gli europei devono accettare il senso di vulnerabilità, psicologica e militare che, per paradosso, affligge l'ultima superpotenza. Quando gli Stati Uniti, per la prima volta nella storia dell'Gnu, sono stati eliminati dalla Commissione dei diritti umani, in tanti hanno applaudito, dimenticando che al loro posto andava il Sudan, regime che consente la schiavitù e opprime le minoranze religiose. L'antiamericarpsmo è vivo, nei circoli culturali d'Europa, come nelle piazze del Terzo Mondo, e negarlo non elimina le paure Usa. Ma nella ansiosa Washington di oggi, le teste più razionali dell'amministrazione dovrebbero far riflettere il presidente Bush che anche amici fedeli hanno firmato la Corte penale, dalla Gran Bretagna all'Italia, passando per Germania e Francia. Difficile immaginare che, sotto l'egida di Kofi Annan, segretario Gnu, i leader europei si ingegnino a complottare contro gli alleati d'oltre Atlantico. In realtà la Corte penale può essere strumento preziosissimo nella battagUa contro il terrorismo, i dittatori che lo generano, i genocidi in stile Ruanda e i massacri alla Milosevic. Agli occidentali non manca la forza mihtare e la supremazia tecnologica. Quello che rischia di renderli ipocriti davanti al mondo è il doppio standard morale. Perché contro i Taleban sì, ma dimenticando gli orrori della Cecenia, dove, ancora in maggio, i russi rastrellavano il villaggio di Mesker Yurt «rompendo ogni legge possibile» secondo la testimonianza del deputato Aslanbek Aslakhahov? E infatti Putin non firma per la Corte penale! La forza del diritto intemazionale è stata impugnata per primi dagli americani, con le Nazioni Unite e il tribunale di Norimberga, varato nello scetticismo generale. Perché dimenticare quella lezione? E' di moda purtroppo, a destra e a sinistra, irridere il valore-universale dei diritti civili: «La dottrina dei diritti umani è adesso così potente, ma anche così inconcepibilmente imperialista nelle sue pretese di universalità, che si è esposta a un serio attacco intellettuale... e se si trattasse soltanto di un altro furbo espediente morale occidentale?», proclama lo studioso Michael Ignatieff. Niente affatto. I diritti umani sono universali, e negarlo a suon di brutalità o sofismi lascia il pianeta in babà del male. Le forze della tolleranza vinceranno se hanno la forza organizzata dalla ragione e giustificata dalla morale. In questa direzione la Corte penale è un passo avanti da incoraggiare, non da intralciare. . gianni.riotta@lastampa.it

Persone citate: Aslanbek Aslakhahov, Baleani, Bush, Clinton, Corte, George W. Bush, Kofi Annan, Michael Ignatieff, Milosevic, Putin