Hurrà e fallimenti, quel che resta del Mondiale

Hurrà e fallimenti, quel che resta del Mondiale MIGLIORI E PEGGIORI: LE PAGELLE AL PRIMO CAMPIONATO DEL MILLENNIO Hurrà e fallimenti, quel che resta del Mondiale Dalle lacrime di Batiqol allo show del Seneqa analisi Giancarlo Laurenzi BILANCIO del primo Mondiale del nuovo millennio, peggiore dell'ultimo del vecchio. Dalle citazioni sono rimasti fuori il Brasile (perchè ovviamente il top: per gol e aiuti estemi) e l'Italia (perchè vedere com'è proseguita e finita aumenta livore verso arbitro e Trapattoni). MIGLIORI. La Turchia, prima ancora della Germania. S'è dannata per vincere, ha perso solo col Brasile, mai schiacciata però dai futuri campioni (nel gioco e nel punteggio): la prima per colpa di un arbitro insolente (e coreano), la seconda per un bijou di Ronaldo. L'unica a mettere sotto il tallone la Corea, in vetrina il miglior mediano (Tugay), il solo rimpianto è aver utilizzato col gontacocce Mansiz per lasciare posto all'incartapecorito Sukur, pessima sponda per lo squisito Hasan Sas che ingolosisce Capello. La Germania s'è salvata spesso, raccogliendo più di quanto meritasse, di sicuro più degli Usa che (legnata con la Polonia a parte) hanno mostrato un soccer lontano dallo stereotipo del baraccone allestito con nani, ballerini e wrestler. Forza fisica accoppiata a tecnica e corsa: gli Stati Uniti si sono piegati nei quarti a Kahn, non certo alla Germania, assediata nell'area fino all'ultimo istante (e graziata da una direzione amica). Il Senegal è alla pari con loro: ha dato la prima picconata alla Francia, è diventata la squadra totem di chi lasciava il Mondiale, ha insegnato che si può arrivare lontano (fuori nei quarti davanti all'improvviso golden gol turco, record di una squadra africana eguagliato) divertendo (insieme Diouf, Camera e Fadiga, alla faccia dei Gattuso) e divertendosi (mogli, fidanzate stregoni nel ritiro, a letto anche alle 3 di notte). DIGNITOSE. In cima alla categoria è piantata la Spagna, deruoata (assai più dell'Italia) dal vento coreano. Tre vittorie (agili) su 3 nella prima fase, s'era salvata alla riffa dei rigori con l'Eire, dopo essere stata agguntata dal dischetto quando mancavano spiccioli. Poi, nei quarti senza Raul, lo scippo dell'arbitro egiziano (due reti regolari cancellate per ordini superiori). Vicina alla Spagna, anche l'Inghilterra: recuperato Beckham per la gioia della Regina che lo adora, ha consumato la sua vendetta sul- l'Argentina, 16 anni dopo la mano de Dios'ài Maradona. S'è issata oltre l'immaginabile, sfruttando l'equilibrio tattico forgiato da Eriksson (1 gol subito nelle prime 4 partite). Paralizzata col Brasile, quando è stata affiancata da un rococò di Rivaldo allo scadere del primo tempo. Espulso Ronaldinho, in 11 contro 10 neppure un tiro in porta. Nel gruppo delle dignitose, malvolentieri, galleggia anche la Corea, infine quarta. Restano i sospetti: la svolazzare artificiale senza una pausa umana; le agevolazioni in dosi massicce concesse perchè paese co-organizzatore. SUFFICIENTI. Hanno spremuto il sugo che c'era. Il Belgio derubato del vantaggio sul Brasile da ima decisione grottesca di un arbitro giamaicano, evidentemente irrorato, mentre i futuri campioni viaggiavano in panne. Anche il Messico si è illuso che il soggiorno durasse più del previsto. Mortificato dagli Usa anche nel calcio, s'è dovuto accontentare della corte per le sue primedonne: Marquez, Torrado, Arellano. Quanto all'Eire ha mostrato dignità: prima, rispedendo a casa il capitano Keane, scioccamente elitario; durante, rivitalizzando al 90" partite defunte (contro Ger- mania e Spagna). Nel cestone delle normali anche Paraguay e Danimarca: il primo schi'enato solo da un guizzo di Neuville a tempo quasi scaduto, e si era già negli ottavi; l'altra, umiliata dall'Inghilterra nell'eliminazione diretta, aveva controfirmato con un secco 2-0 l'esilio francese, il più choccante di tutti. BOCCIATE. La lista non fa prigionieri. Le africane che t'aspettavi spigolose, messe fuori combattimento senza ritegno: il Camenm, incapace di battere Irlanda o la Germania ridotta in 10 per oltre un tempo; la Nigeria, un punto in 3 partite contro gli inglesi già qualificati. Eppoi, la Croazia, che s'è suicidata contro l'Ecuador dopo che il più (battere l'Italia) era stato fatto; e lo stesso Ecuador, che s'è svegliato (contro la Croazia, appunto) per salvare la faccia ma non la classifica. Esperienza disastrosa per l'Uruguay: prima incapace di ferire la Francia, moribonda ed in inferiorità numerica; quindi protagonista parziale di una rimonta impensabile contro il Senegal (da 0-3 a 3-3 quando il pari era inutile). Puniti dalla differenza reti Costarica e Sudafrica (ed è stato un bene), della Cina s'è visto quanto siano indietro a dispetto di quanti sono. Quanto alla Russia, morbida anche contro la Tunisia, l'unica attrazione è stata il bambino Sychev, che ha subito richiamato le attenzioni dei maneggioni di casa nostra. INTRAVISTE. Slovenia, Tunisia: di nessuna utilità, un punto in 2, crisi balorde e faide come contomo. Quanto all'Arabia abbiamo visto, invece: che la palla è roba diversa dalla corsa dei cammelli. FALLIMENTI. Il Portogallo, innanzitutto, sbadato anche nell'astuzia, quando si trattava di addomesticare ima partita con la Corea, spiegando alle zanzare che sarebbero rimaste sul tetto del girone anche col pari. Figo c'ha provato: prima non l'hanno ascoltato (segnandogli contro), poi l'hanno irriso, denunciando lo sgraziato tentativo di combine. L'Argentina ha pagato un tecnico modesto e la frattura dello spogliatoio: dalla guerra è uscito vivo il clan di Batistuta con quello che significa di questi tempi affidarsi ai Re Leone senza criniera. Sulla Francia sconnessa, nessuno ha osato alzare le mani, in ricordo di un titolo mondiale e uno europeo vinti in 2 anni. Da loro il ciclo è finito, da noi mai è cominciato. La Turchia sullo stesso piano della Germania Spagna mortificata da un arbitro egiziano Gli Usa vera rivelazione Inglesi ko sul più bello Il crack di Zizou ha chiuso il ciclo della Francia El Hadjl Diouf, stella del Senegal che ha Incantato il mondo: nella prossima stagione dovrebbe giocare nel Llverpool Gabriel Batlstuta simbolo della fallimentare Argentina; a sinistra Zinedlne Zidane: una partita, una sconfitta