GERMANIA Golf Generation

GERMANIA Golf Generation J GRANDI VECCHI PUBBLICANO ROMANZI CHE SCANDALIZZANO E ANNOIANO: LA VERA NOVITÀ ARRIVA DAI GIOVANI EMERGENTI GERMANIA Golf Generation Alessandra Orsi UN serial killer si aggira nelle case editrici tedesche, ma non è importato dagli Stati Uniti come avviene di solito per gli altri ingredienti dei thriller europei. Di matrice totalmente casalinga è infatti la moda di uccidere il critico letterario, inaugurata da Martin Walser con un libro che, prima ancora di uscire, ha suscitato un' ondata di polemiche per i presunti toni antisemiti usati dall'autore per sbeffeggiare il più autorevole tra i critici tedeschi, Marcel Reich-Ranicki (ne ha riferito su queste pagine Francesca Sforza). Mercoledì 26 giugno il romanzo di Walser Morte di un critico è arrivato in libreria proprio mentre un altro scrittore, Bodo Kirchhoff, annunciava l'uscita, l'8 luglio, del suo prossimo romanzo, in cui un critico letterario viene ucciso nelle prime pagine di quella che poi diventa una storia d'amore. Intitolato Schundroman, che secondo lo stesso autore è la traduzione tedesca di Pulp Fiction, doveva uscire in autunno, ma è stato anticipato per sfruttare l'onda walseriana. Anche la pubbhcazione del romanzo di Walser è stata accelerata dopo lo scandalo che ha già fruttato l'esaurimento delle prime 50mila copie in pochi giorni, secondo quanto dichiara l'editore Sùhrkamp. Difficilmente andrà altrettanto bene per Kirchhoff, autore assai meno noto di Walser, ma la rincorsa ha ainche il sapore della ripicca, visto che il suo editore è figlio del proprietario della Sùhrkamp, in passato escluso dall'eredità di quella che è la più prestigiosa casa editrice tedesca. Questioni di famiglia, si dirà, tutte interne al mondo editoriale tedesco. Del resto, anche lo scandalo Walser si è andato subito prefigurando più come una lotta fratricida tra autori e critici, in cui l'antisemitismo ha funzionato da pretesto ottimale per una resa dei conti definitiva tra i potentati del mondo letterario tedesco. E se i quotidiani ora fanno a gara per inventare nuove chiavi di lettura per continuare a recensirlo - e a stroncarlo nelle forme più diverse (da chi pubbhca ironiche "istruzioni per l'uso" accompagnate da fotografie di lettori assopiti sul tomo a chi lo paragona a un'auto di serie, recensendolo in parallelo al libro di Kirchhoffi è facile prevedere che il libro verrà molto venduto e poco letto, almeno stando ai primi forum on-line in cui lettori smagati hanno ironicamente smascherato il gioco pubblicitario o lo hanno giudicato uno spettacolo di vecchi litigiosi. E' dunque il lettore la vera vittima del serial killer? Pensare che all'inizio sembrava la rinascita del GDT, il grande dibattito alla tedesca, paragonato nientemeno che alle pò emiche sul testo teatrale di Fassbinder L'immondizia, la città e la morte che in ben altro modo provocò un esame di coscienza della società tedesca, o all'Historikerstreit, il dibattito storico sul revisionismo. In realtà nemmeno i difensori di Walser sono riusciti a esaltarne le qualità letterarie o di intrattenimento, e soprattutto a nessuno è sfuggito che il romanzo di Walser ha più il tono della bassa vendetta personale che il sapore di una satira a più ampio raggio, meno che mai di una riflessione storica. Un altro effetto collaterale di questa vicenda che, ormai tra gli sbadigli generali, riempie da oltre un mese le pagine dei feuilletton tedeschi, è che costringe chiunque rilasci un'intervista a schierarsi. Anche chi in un primo tempo si è rifiutato di farlo, come Gùnter Grass, ha finito per essere accusato di sottrarsi "prò domo sua", per non rinvigorire cioè le critiche sul suo romanzo Im Krebsgang (in Italia lo pubblicherà Einaudi in autunno), da molti giudicato importante sul piano storico e non riuscito su quello letterario. Ma in questa curiosa stagione editoriale, in cui tutti i grandi vecchi hanno pubblicato una nuova opera, collezionando successi ma anche forti critiche (a Grass e Walser bisogna aggiungere il nome di Christa Wolf, il cui ultimo libro. In carne e ossa, pur ricevendo ottime recensioni è stato giudicato un po' troppo manierista), avanza nelle retrovie anche una piccola ma interessante schiera di autori più giovani che, dopo anni di sonnoenza del panorama letterario tedesco, fanno sperare in una rinata vitalità. Alcuni di loro sono anche riusciti a entrare nelle classifiche dei best seller, come Sven Regener, uno dei fondatori di un gruppo musicale di successo, gli Element of Crime, che ha esordito con un romanzo intitolato Herr Lehmann (Signor Lehmann), una sorta di rivisitazione tragicomica di Berlin, Alexanderplatz. E se la notorietà musicale può aver fatto da ponte per quella letteraria, all'inverso è andata per un altro giovane molto amato, Benjamin von Stuckrad-Baire, che a soli 27 anni ha decine di migliaia di copie al suo attivo, la definizione di «commediante-pop» e un contratto con Mtv. Se questa è la «Golf-Generation», la generazione ultra-mobile, come l'ha definita in un altro libro fortunato il giovane e rampante giornalista Florian Illies, altri autori scoprono che perfino la poesia può portare inattesi riscontri. Le kermesse poetiche in stile slam-poetry sono infatti un evento notturno ricorrente in quasi tutte le metropoli tedesche, tanto che la casa editrice Rotbuch annuncia per l'autunno l'uscita di un volume con il meglio della scena slam, ribattezzata in Germania «poesia dell'asfalto». E intanto nuove firme si trovano anche nella saggistica, dove continua a dominare il tema storico. Tra breve uscirà il nuovo libro di Daniel Goldhagen sui rapporti tra la Chiesa cattolica e il Terzo Reich, e in autunno l'editore Siedler propone una storia dei 45 anni dell'altra Germania scritto da uno storico trentenne nato nella ex Ddr. Anche la vita nella Ddr viene oggi rivisitata lasciando da parte quella nostalgia che ha segnato molta letteratura nata intomo alla caduta del Muro e dalla quale i più giovani sembrano emanciparsi grazie soprattutto all'ironia, una caratteristica che finora si era vista solo con Thomas Brussig (l'unico per ora tradotto in italiano da Mondadori). Ma per trovare i nuovi talenti bisogna stare attenti al cognome: sono infatti gli scrittori figli delle ultime ondate di immigrazione coloro che oggi riservano le sorprese maggiori. E questo, nonostante per loro il tedesco sia solo una lingua di adozione. Riusciranno a rinnovare il panorama letterario come è successo nel passato decennio in Gran Bretagna con scrittori come Rushdie e Kureishi? In autunno potranno verificarlo anche i lettori italiani perché Guanda pubbhcherà l'esilarante romanzo del russo Wladimir Kaminer, Russendisco e Voland L'erottomane di Zafer Senocak, che in Francia ha già avuto grande successo. In fondo, crescere all'ombra dei grandi vecchi potrebbe per una volta aiutare i più giovani. Finito il fracasso dei «tromboni di latta» (come ha scritto un critico a proposito delle recenti polemiche letterarie) qualcuno si accorgerà di questi autori emergenti, magari quando saranno tradotti all'estero, come è avvenuto in passato per Bernhard Schlink o per lo stesso Thomas Brussig. Uscire dai propri confini è stato infatti sempre salutare per una letteratura che rischia di guardare solo la propria immagine allo specchio, finendo per proporre quelle caricature storpiate di cui il caso Walser è l'esempio più eclatante e, forse, definitivo. I lettori non s'interessano più alle polemiche di Walser e Grass scoprono l'ex Ddr di Brussig e gli autori figli di immigrati DANIMARCA S ^MìymJ I lettori non s'interessano più alle polemiche di Walser e Grass scoprono l'ex Ddr di Brussig e gli autori figli di immigrati