Washington: siamo al fianco di Seul

Washington: siamo al fianco di Seul «OCCORRE LAVORARE INSIEME PER CHIARIRE CHE COSA E' ACCADUTO E PER RIDURRE LA TENSIONE» Washington: siamo al fianco di Seul «Grave provocazione l'incidente nel Mar Giallo» dal corrispondente da NEW YORK Tensione a livello di guardia fra Stati Uniti e Corea del Nord dopo l'affondamento di una motovedetta di Seul nel Mar Giallo. L'Amministrazione Bush ha fatto recapitare al regime comunista di Pyong Yang un duro monito da parte del generale Leon LaPorte, comandante del contingente dei 37 mila soldati americani stazionati lungo il 380 parallelo che divide la Penisola. «L'affondamento della motovedetta della Corea del Sud è un atto di provocazione da parte della Corea del Nord ^ ha dichiarato il generale americano in un testo scritto - e costituisce una seria violazione degli accordi armistiziali ed in quanto tale potrebbe avere serie conseguenze in molte aree». Affinché il messaggio fosse inequivocabile il Pentagono ha aggiunto che le proprie forze sono in «stretto contatto» con quelle della Corea del Sud ed ha chiesto a Pyong Yang di partecipare ad un incontro nei villaggi situati nella zona cuscinetto che separa la Penisola al fine di appurare quanto avvenuto. «E' necessario lavorare assieme per chiarire cosa è successo e per ridurre le tensioni» ha sottolineato il generale LaPorte. Sull'episodio avvenuto sabato ad Ovest dell'isola di Yeonpueong vi sono al momento versioni discordanti: Seul afferma che una sua motovedetta è stata attaccata di sorpresa da un'unità del Nord ed ha perso di conseguenza quattro uomini, Pyong Yang afferma l'esatto contrario lamentando la perdita di «numerosi soldati». Trattandosi di acque da sempre al centro di dispute fra i pescatori dei due Paesi l'episodio coincide con un contenzioso sui confini marittimi pendente sin da quando, nel 1953, terminò la guerra che divise la Penisola, L'offerta americana di un incontro chiarificatore è stata accolta di Pyong Yang con parole di fuoco. «Nel caso dovessimo essere vittima di un attacco preventivo da parte degli americani siamo pronti a contrastarlo con contromisure robuste» ha scritto il quotidiano del partito comunista «Rodong Sinmun», ammonendo Washington a «non tentare una dimostrazione di forza sulla penisola coreana» perché si trasformebbere in un «tentativo estremamente pericoloso di mettere le relazioni americano-nord coreane sull'orlo della guerra». Un portavoce della Marina militare di Pyong Yang ha inoltre accusato Seul di aver «orchestrato» l'incidente nel Mar Giallo in coincidenza con la finale del Mondiale in Giappone al fine di strumentalizzare politicamente l'attenzione internazionale per la Regione. Al momento la situazione è di stallo ed il Pentagono ha attivato ogni sistema di sorveglianza disponibile per osservare i movimenti delle forze nord-coreane a Nord del 38" parallelo. Per gli Stati Uniti il regime di Pyong Yang è da anni un sorvegliato speciale: incluso nella lista degli «Stati canaglia» sponsor del terrorismo internaziona e, accusato di produrre ed esportare alta tecnologia balistica per realizzare missili intercontinentali e sospettato di volersi dotare di armi atomiche, il presidente americano George Bush nel discorso sullo Stato dell'Unione dello scorso gennaio lo incluse nella lista degli Stati deir«Asse del Male», assieme all'Iraq di Saddam Hussein ed all'Iran degli ayatollah. La pressione politica di Washington su Pyong Yang si è però alternata negli ultimi mesi con timide aperture politiche. La Casa Bianca nel 2001 aveva escluso la possibilità di negoziati ma nello scorso aprile il Segretario di Stato, Colin Powell, aveva compiuto un passo avanti dicendosi pronto a riprendere i negoziati al fine di arrivare allo smantellamento delle armi non convenzionali nord-coreane. Il governo di Seul, presieduto da Kim Dae Jong, è stato preso di sorpresa dalla nuova crisi, una delle più gravi degli ultimi anni sull'ultima frontiera della Guerra Fredda dove si fronteggiano un milione di uomini in armi. Il premier si trovava a Tokio al momento dello scontro navale in occasione della finale della Coppa del Mondo di calcio ed è ieri tornato precipitosamente in patria. Kim Dae Jong ha ricevuto due anni fa il premio Nobel per la pace per la sua politica di apertura verso la Corea del Nord, che portò al primo storico summit fra i leader dei due Paesi, seguito dal ricongiungimento familiare di alcune decine di coreani rimasti divisi dalla guerra, tm. mo.J La Corea del Nord: «Nel caso dovessimo subire un attacco americano, pronti a reagire con contromisure robuste»

Persone citate: Bush, Colin Powell, George Bush, Jong, Kim Dae Jong, Leon Laporte, Saddam Hussein