Il vino come farmaco Scoperti i suoi segreti
Il vino come farmaco Scoperti i suoi segreti | SALUTE | I PREGI DI UN BUON BICCHIERE Il vino come farmaco Scoperti i suoi segreti PROTEGGE DALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI: NUOVI STUDI NE CHIARISCONO I MECCANISMI MOLECOLARI, IN PARTICOLARE L'INIBIZIONE DELLA ENDOTELINA-1 Enrica Pugno SIAMO abituati da sempre a pensare che il vino rosso faccia bene alla salute: ottima scusa per bere un buon bicchiere senza sensi di colpa. Quando furono ipotizzate le prime correlazioni fra il consumo moderato di vino rosso e una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari, furono però in molti a considerare sacrilego il tentativo di identificare questi principi benefici e sfruttarli in un contesto farmaceutico. La natura aveva, infatti, già "formulato" questi composti in modo gradevole e poetico. Gh appelli a non profanare i segreti del nettare di Bacco sono stati ampiamente disattesi dalla comunità scientifica, e negh ultimi anni si sono identificate due classi di composti che pare siano responsabili dell'azione benefica del vino rosso su morbilità e mortalità cardiovascolare: gh stiIbenoidi, esemplificati dal resveratrolo e contenuti nella buccia dell'acino, e gh oligomeri procianidinici, tipici dei semi e noti con un alfabeto che sembra fatto apposta per intimorire chiunque voglia interessarsi a loro. Queste due classi di composti sono dette genericamente polifenoli, e i meccanismi con cui esplicano la loro azione benefica sono stati a lungo dibattuti. In proposito, però, negh ultimi mesi si sono fatti dei progressi molto importanti. , Recentemente la rivista «Nature» ha pubblicato un articolo in cui un gruppo di ricercatori della facoltà di medicina di Londra dimostra che gh oligomeri procianidinici hanno una potente azione inibitrice sulla produzione deU'endotelina-l neUe cellule che rivestono i vasi sanguigni. L'endotelina-l è considerata un fattore chiave nella patologia cardiovascolare. Si tratta di un peptide che provoca costrizione dei vasi sanguigni e la cui produzione eccessiva innesca la formazione dei depositi di grasso e il processo aterosclerotico. L'azione di questi composti è stata evidenziata a concentrazioni molto basse, ottenibili in teoria con le dosi assunte con un bicchiere di vino rosso. Nessuno degh altri polifenoli del vino ha dimostrato questa attività, e gh estratti di vino bianco e dì succo d'uva sono risultati mattivi. Quindi, i composti attivi provengono dai semi dell'acino, e l'effetto è risultato proporzionale al contenuto di ohgomeri procianidinici del vino. La presenza di questi composti nel vino rosso è ovvia, in quanto l'alcol prodotto dalla fermentazione degli zuccheri deh' uva ne permette l'estrazione efficace dai semi. I vini con maggiore azione inibitrice sulla produzione deU'endotelina-l sono risultati il Cabernet Sauvignon, dall'Argentina all'Australia, il Chianti (uva sangiovese), il valpolicella (uve corvina e molinara), il Pinot Noir cileno, le uve Shiraz australiane, il Merlot cileno ed australiano e il Bordeaux francese (Barolo e Barbaresco non sono stati stranamente presi in esame dai ricercatori inglesi anche se ' notoriamente ricchi di ohgomeri procianidinici). .Gh stilbeni hanno un ruolo altrettanto importante per gh effetti salutari del vino rosso. Si trovano comunemente in molte piante, dove agiscono come "anticorpi" protettivi contro virus, batteri, insetti e funghi. Il vino e l'uva sono le fonti alimentari maggiori di stilbeni. Il resveratrolo possiede molteplici azioni biologiche: inibisce l'ossidazione deUe hpoproteine LDL e l'aggregazione piastrinica, con un effetto benefico sulle malattie cardiovascolari. Inibisce, inoltre, in modo selettivo, le COX-1, uno dei bersagli molecolari dell'aspirina, e dei FANS. Sono sufficienti 2-5 bicchieri (375 mi al giorno) di vino rosso per produrre effetti antiaggreganti ed ipolipemici e per alterare le risposte fisiologiche relative alla circolazione del sangue. Oltre a queste azioni, il resveratrolo ha anche azione vasodilatatrice, il cui meccanismo è stato chiarito da un gruppo di farmacologi spagnoli che hanno pubblicato i loro risultati su «Molecular Pharmacology». L'effetto del resveratrolo sulla vasodilatazione è mediato dah'ossido d'azoto (NO) prodotto dalle cellule endotehali dei vasi. Il resveratrolo aumenta la concentrazione di ossido d'azoto interferendo con la generazione dello ione superossido, una forma di ossigeno attivo, che ha, fra altre cose, anche il compito di distruggere l'NO. L'enzima che genera superossido nell'endotelio è la NADH/ NADPH ossidasi, che è appunto il bersagho molecolare del resveratrolo. H resveratrolo potrebbe diventare, quindi, un modello chimico originale per lo sviluppo di farmaci selettivi ed efficaci capaci di ridurre il rischio di mortalità per cardiopatia ischemica ed altre patologie cardiovascolari. Risulta chiaro che l'azione benefica del vino sul sistema cardiovascolare è il risultato di una sinergia di azione e non può essere attribuita a un composto o un meccanismo singolo. E' un esempio del cosiddetto "effetto entourage" (fa sempre piacere usare termini francesi in relazione al vino, ma il termine è stato coniato dal ricercatore israeliano Metchoulam a proposito di una sostanza che, più veniva purificata, più perdeva potenza). Proprio per questo motivo, non è detto che non esistano altri meccanismi e composti da scoprire implicati negh effetti benefici del vino. Ad esempio, alcuni mesi fa è stata chiarita la struttura di un enorme oligosaccaride della vite, che ha tenuto impegnati legioni di chimici per anni, e il cui ruolo non è chiaro. La ricerca chimico-farmacologica procede nella definizione sempre più accurata dei composti responsabili dei benefici del vino. Miracolosamente per il nòstro palato, almeno per ora, il mistero del vino non è ancora stato risolto completamente, e il suo segreto rimane intatto nei colori e nei profumi (en barrique o meno, poco importa!) dal neolitico ad oggi.
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