«Schiantarsi contro il Pirellone Era quella l'ossessione di Fasulo» di Paolo Colonnello

«Schiantarsi contro il Pirellone Era quella l'ossessione di Fasulo» L'AMANTE DI LOCARNO: «LA PRIMA VOLTA ME LO RIVELO' SETTE ANNI FA» «Schiantarsi contro il Pirellone Era quella l'ossessione di Fasulo» Paolo Colonnello MILANO Candida e clamorosa, come solo certe signore svizzere sanno esserlo: «Fasulo me lo disse chiaramente: se dovessi decidere d'uccidermi, prenderei il mio aereo e mi schianterei contro il Pirellone. Lui era fatto così: gli piaceva fare il di più. Me ne rendo conto, con questa mia testimonianza probabilmente l'inchiesta sulla tragedia del Pirellone potrebbe arrivare ad una svolta. Ma non ho parlato prima perchè nessuno me l'ha mai chiesto». E adesso che il momento è arrivato, Marina Rossi, 61 anni, ex pilota civile e per una ventina d'anni «intima» amica di Gino Fasulo - l'uomo che si schiantò con un aereo da turismo contro il grattacielo della Regione Lombardia il 18 aprile scorso -, è un fiume in piena. Raggiunta prima da un settimanale della domenica, «Il caffè» di Lugano, e poi dalla Radio Svizzera, che ieri ha trasmesso una sua intervista, Marina, dalla sua casa di Minusio, cinque minuti da Locamo, ritiene insomma senza ombra di dubbio che Fasulo, quell'ormai lontano 18 aprile, mise semplicemente in atto un progetto accarezzato da tempo e che aveva confidato con chiarezza solo a lei, l'amante storica, la donna che aveva conosciuto al corso per piloti nel '71 e con la quale condivideva la passione per il volo. «Me ne parlò la prima volta circa 7 anni fa. Io avevo avuto un problema con mio marito» Che tipo di problema, scusi? «...Ma sì, tanto non è un mistero: si era sucidato impiccandosi. Così qualche giorno dopo i funerali, il Gino, mentre mi stava consolando, se ne venne fuori con quella frase: Marina se dovessi trovarmi nelle condizioni di tuo marito, mi butterei con l'aereo contro il Pirellone». E lei? «Rimasi molto colpita, anzi rimasi malissimo, ero appena uscita da un trauma e il Gino se ne veniva fuori così...». Non ne ha più riparlato con lui? «No. Però quella frase mi è rimasta talmente impressa nella mente che quando ho sentito alla tivù che lo aveva fatto davvero, sono rimasta pietrificata, non ho avuto dubbi che il suo fosse stato un suicidio. La storia del carrello in panne era semplicemente ridicola, per un pilota della sua esperienza». Non gli chièse perchè proprio il Pirellone? «Certo, glielo chiesi» E lui? «Mi disse che così dopo tutti avrebbero parlato di lui. Era un tipo tanto buono, gentile, ma anche molto esibizionista». Lei sapeva che Fasulo aveva dei problemi economici? «Con certezza no, ma avevo capito che era finito in un giro strano, tanto che due anni fa decisi di interrompere ogni rapporto con lui». Perchè? «Perchè un bel giorno era venuto a casa mia e mi aveva fatto vedere degb assegni ottenuti in prestito da una banca italiana: due milioni di franchi svizzeri sui quali pagava un tasso d'interesse del 4 per cento, guadagnandoci però almeno il 27. Gli dissi che mi sembrava una cosa pericolosa, che era meglio lasciasse perdere, ma lui non mi diede retta. Da allora non l'ho più visto». Perchè non ne ha parlato prima di questi episodi? «Perchè nessuno mi ha chiesto niente. Io sapendo queste cose, visto che è brutto per le vittime e per la sua famiglia, ho tenuto il silenzio. Sapendo la verità, naturalmente, comunque se la magistratura vorrà posso testimoniare...» - Quando ba sentito della tragedia del Pirellone cosa ha pensato? «Ecco, il Gino ba fatto proprio quello che mi aveva detto. Ho anche pensato che aveva concluso la vita con un volo perfetto, centrando in maniera ecceziouale il grattacielo. Io non ne sarci stata capace». Lo schianto al Pirellonedi Milano. Un'amica di Gino Fasulo l'uomo che si schiantò con un aereo da turismo contro II grattacielo della Regione Lombardia il 18 aprile scorso, rivela che l'uomo aveva intenzione di uccidersi in modo spettacolare

Persone citate: Fasulo, Gino Fasulo, Marina Rossi

Luoghi citati: Lombardia, Lugano, Milano