Il profumo dei ibri salva un gran mare di gente

Il profumo dei ibri salva un gran mare di gente Il profumo dei ibri salva un gran mare di gente E* l'odore ' dei libri, quello che si respira nell'ampio transito di stagioni di questo intenso romanzo di Alessandra Lavagnino. L'odore dei libri, attraverso il tempo che li accumula e li impolvera, li ingiallisce ma lascia intatto il «buon profumo di biblioteca», quel luogo dove i silenzi diventano memoria e modeste saggezze private da tenersi dentro attraversando la vita. Le bibliotecarie di Alessandria sono le donne della famiglia Cantemo - Marta, ma anche la timida, assente Margherita - che percorrono un vasto scorcio di passato - del nostro passato - collocandosi sulla sponda del romanzo memoriale, quello però destinato a definire un'epoca, una stagione, più che le metamorfosi individuali dei.piccoh soggetti nati, vissuti e sepq^.ij^gl transito degli anni. E' una storia circolare, ma anche epica nelle sue intenzioni di ricerca, destinata a farci conoscere quel gran mare di gente che, dalle famiglie Cantemo, Mucciarelli e Fieschi, arriverà a produrre la voce ancora incerta e spaurita della piccola Adriana, la narratrice che conclude sedicenne la vicenda in una Roma appena liberata dalla guerra, che la apre - questa vicenda - sul RECENSeP IONE io t prossimo futuro della nuova, grandiosa Biblioteca di Alessandria d'Egitto, voluta dall'Unesco. In mezzo c'è una vigorosa passeggiata in casa di generazioni ormai svanite alla memoria, riportate in vita da una donna serena e forte che accompagna i ricordi incontro a se stessi: la prima grande figura è quella di nonno Tommaso, quel Tommaso Cantemo nato in uno sperduto borgo della Ciociaria - Fumone - nel 1870, destinato alla desolazione di un'ignoranza provinciale ma in grado di riscattarsi con l'amore per i libri, la fuga a Roma, la laurea che lo condurrà presto lontano, ad Alessandria d'Egitto, a insegnare nel liceo degli italiani. Alessandria è la voce del cuore che rimarrà dentro tutti gli eredi della famiglia Cantemo: si apre un nuovo secolo, vissuto, nella magica ,l.uce levanti^ dì"lina città apèrta alla vóce della libertà. Qui nasceranno i figli di Tommaso e della sua devota Antonia, tra cui la pavida, disarmata Margherita - che troviamo novantenne a filtrare le rimembranze della narratrice - e Marta, che diverrà madre di Adriana. La passione cieca di Tommaso per i libri si rivelerà l'ossessione di tutta la sua stirpe, tanto che ritroveremo, negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Marta direttrice di importanti biblioteche, a Roma e a Palermo, e anche Margherita impegnata in un suo modesto impiego tra la polvere dei volumi. Ma in mezzo a questa passione c'è il lento, pacato e a volte rischioso percorso del fiume di una narrazione familiare che ci fa conoscere personaggi memorabili, rinchiusi in una nicchia di ricordo dalla quale Adriana li fa emèrgere con le sue ampie schermate: il ritomo a Roma della famiglia Cantemo lascia Tommaso da solo nell'oceano dei libri di Alessandria, e siamo agli albori del fascismo. La vita cambia, le donne di famiglia crescono e Marta conosce Enrico Fieschi, se ne innamora, si sposano. Quando nasce Adriana, tuttavia, Marta ha già archiviato il suo amore, in uno scandalo sotterraneo che. la vedrà lasciare Enrico per unirsi all'aitante antiquario Arturo. Da qui in poi la vicenda riguarda soprattutto Adriana, la sua crescita, gli andirivieni tra Roma - dove vive il padre con la fiera nonna Matilde - e Palermo, dove-la madriyì Arturo hanno una nuova vifliÉS'érena. Il percorso è soprattutto un passaggio trasfigurato tra le varie fasi d'esistenza di questi personaggi .veri perché «normali». Il romanzo cresce e poi si spegne nel punto morto degli addii, là dove Adriana è pronta a crescere e a lasciare indietro, con tutti loro, un altro tempo, un'altra epoca. Una storia con un taglio classico, da «recherche», ma prodiga di sfumature stilistiche e di riflessioni, di rivisitazioni geografiche commosse e mai banali, nata certo dopo un lungo lavoro di memoria e di cesello. «Le bibliotecarie di Alessandria» della Lavagnino: tra fine Ottocento e la seconda guerra mondiale, generazioni ormai svanite alla memoria riportate in vita da una donna serena e forte RECENSIONE Sergio Pent . Aessandra Lavagnino Le bibliotecarie di Alessandria Sellerio, pp. 422, « 12 ROMANZO Le bibliotecarie della Lavagnino si collocano sulla sponda del romanzo memoriale, quello destinato a definire un'epoca, una stagione

Persone citate: Alessandra Lavagnino, Enrico Fieschi, Fieschi, Lavagnino, Mucciarelli, Sellerio, Sergio Pent