Karachi, attacco kamikaze al consolato americano di Paolo Mastrolilli

Karachi, attacco kamikaze al consolato americano LESIONI NON GRAVI A UN MARINE, TUTTE LE VITTIME SONO PAKISTANE Karachi, attacco kamikaze al consolato americano Autobomba lanciata contro l'edificio: undici morti e cinquanta feriti Paolo Mastrolilli NEW YORK Adesso c'è un cratere nel centro di Karachi, dove undici' persone sono state fatte a pezzi, a dimostrare che la guerra tra il terrorismo e l'America continua. L'attentato, il primo contro una struttura diplomatica degli Stati Uniti dall'I 1 settembre, è avvenuto alle 11 e 8 minuti di ieri mattina. Secondo il racconto dei testimoni, un van bianco della Suzuki si è avvicinato all'angolo meridionale del consolato americano nella città pakistana. Quando è arrivato a pochi metri di distanza, il guidatore ha accelerato per schiantarsi contro una garitta della guardia lungo il muro di cinta. A quel punto la macchina, carica di esplosivo, è saltata in aria. Sharif Ajnabi, un agente privato della sicurezza che si trovava a pochi metri dal consolato, ha raccontato così la scena: «Ho, sentito uno scoppio assordante, c'era fumo dappertutto. Un istante [dopo ho visto un corpo che volava in aria: è caduto a pochi passi da me, ed è morto prima che potessi aiutarlo». Kariò, Un ciclista abtiMstanza fortunato de finire in ospedale, anziché all'obitorio, ha detto di aver sentito «una montagna che mi cadeva addosso, e poi ho perso conoscenza». L'esplosione, setìondo un bilancio ancora provviàorio, ha ucciso almeno dieci persone più l'attentatore, mentre i feriti sono oltre 50. Tra i morti non ci sono americani, ma quattro poliziotti pakistani che facevano la guardia all' estemo della struttura e diversi passanti, comprese quatto donne che avevano appena fatto l'esame per la patente li vicino. La bomba ha apero una breccia nel muro del consolato, che sembra un bunker, e ha colpito diversi edifici vicini fra cui un albergo e una sede diplomatica giapponese. «Noi - ha detto il capo della Casa Bianca George W. Bush combattiamo un nemico che in realtà si comporta come un killer. Dicono di essere persone religiose, ma poi fanno saltare in aria dei musulmani, distruggendo esseri umani innocenti e famiglie che non hanno fatto nulla contro di loro». Solo una marine è rimasto ferito, anche perché da settimane il Dipartimento di Stato aveva invitato tutto il personale non indispensabile a lasciare il Pakistan. Dopo l'attentato di ieri, l'ambasciata ad Islamabad e le altre rappresentanze diplomatiche americane nel paese sono state chiuse, e potrebbero restare chiuse lunedì. Il sindaco di Karachi, Naimat Ullah, ha promesso di arrestare i responsabili: «I terroristi non hanno religione. Non sono musulmani. Non sono nemmeno umani: sono solo terroristi». In serata è arrivata la rivendicazione del gruppo sconosciuto «AlQanoon», ossia «la legge», che ha definito l'attentato come l'inizio della sua guerra santa contro gli americani e i loro alleati. Tanto le autorità locali, quanto quelle di Washington, sono certe di un collegamento con Al Qaeda, anche se l'organizzazione di Osama bin Laden potrebbe non aver organizzato l'operazione direttamente, affidandosi ai complici dei gruppi islamici locali. Solo due giorni fa il capo del Pentagono Rumsfeld era stato in Pakistan, per allentare le tensioni con l'India ed evitare un conflitto nucleare. L'attentato forse è la risposta dei militanti musulmani che conducono le incursioni nel Kashmir contro le truppe di Nuova Delhi, e rappresenta un attacco anche al presidente Musharraf, considerato un tradi¬ tore dopo che ha abbandonato i taleban per unirsi a Washington nella guerra al terrorismo. Il Pakistan è un alleato vitale per gli Stati Uniti, che hanno oltre mille soldati stanziati nei suoi confini, ma forse è anche il paese dove si nasconde Bin Laden. L'ultimo attentato è arrivato mentre cresce anche la tensione con l'Iraq. Il Wall Street Journal ieri ha scritto che Bush ha deciso di attaccare entro ottobre, dopo aver scoperto che Baghdad è in grado di costruire la «bomba sporca» radioattiva, con cui il terrorista José Padilla voleva colpire le città americane. Washington ha aumentato le sue truppe in Kuwait, e secondo alcuni analisti potrebbe anche attaccare a sorprésa. Un P0''ziotto pakistano di guardia all'auto usata per l'attentato avvenuto Ieri a Karachi davanti al consolato americano

Persone citate: Bin Laden, Bush, George W. Bush, José Padilla, Musharraf, Naimat Ullah, Osama Bin Laden, Rumsfeld, Sharif Ajnabi