«Borse ostaggio del rìschio geopolitìco» di Maurizio Molinari

«Borse ostaggio del rìschio geopolitìco» IL GURU Di WALL STREET VEDE UN FUTURO GRIGIO «Borse ostaggio del rìschio geopolitìco» Alien Sinai: gli indici resteranno a lungo depressi, abituiamoci intervista Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK RISCHIO geopolitico. E' questa l'espressione che usa Alien Sinai, presidente della Decision Economie Inc. e guru di Wall Street, per spiegare la giornata di ribassi vissuta dalle Borse dopo l'attentato contro il consolato degli Stati Uniti, a Karachi da parte di un kamikaze. Che cosa intende per «rischio geopolitico»? «La questione geopolitica è che gli interessi americani sono a rischio un po' ovunque nel mondo ma in particolare in India, Pakistan e nei Paesi del Medio Oriente a causa delle minacce terroristiche e questo elemento porta giù i mercati. Per rischio geopoUtico si intende la possibilità che gli interessi vengano colpiti. Dopo l'I 1 settembre il peso di questo rischio sui mercati finanziari è decisamente aumentato». Quanto è destinato a durare l'effetto di questo rischio sull'andamento dei mercati? «Di certo non finirà presto. I mercati si stanno rendendo conto che la minaccia del terrorismo non è di tipo passeggero. Storicamente le situazioni di conflitto intemazionale non sono positive per l'andamento delle Borse ed ora il conflitto c'è a causa del terrorismo. Andiamo dunque verso un perìodo di riduzione globale dei livelli di scambi azionari e quotazioni, sarà bene abituarci. Il rìschio geopolitico ha e continuerà ad avere un impatto negativo in tutto il mondo». Quali le conseguenze pre¬ vedibili a breve termine? «In primo luogo ad assaggiare le conseguenze saranno per gli Stati Uniti perché sono i nostri interessi ad essere a rìschio più di altri. Il dollaro avrà qualche problema. Ma il rìschio non è limitato ad un Paese, è su scala globale. I kamikaze oggi attaccano in Pakistan e da tempo lo fanno in Israele, potrebbero farlo presto altrove. Chi si sente oggi in grado di escluderlo? Lo stallo negoziale in Medio Oriente. I possibili attentati in giro per il mondo. Tutto fa parte di uno stesso fenomeno geopolitico rischioso, molto rischioso, di cui non si vede al momento la conclusione. Per proteggersi gli investitori si indirizzeranno verso acque più sicure, il denaro liquido, l'oro, il franco svizzero, le entrate fìsse. Anche il Tesoro Usa sta andando in questa direzione». Come possono le società quotate in Borsa proteggersi dal rischio geopolitìco? «Devono rìdefìnire le loro strategie di business, cominciando con il ripensare come si gestiscono gli affari, dove si investe quanto e con quali obiettivi in mente. Siamo stati abituati negli ultimi anni a contare su mercati attestati su livelli alti, non sarà così per un po'. Il rìschio geopolitico non svanirà presto, dovremo imparare a conviverci almeno per qualche tempo. Da un punto di vista finanziario questo significa abituarsi in fretta a mercati finanziari in tutto il mondo stabilmente su livelli più bassi». Bassi quanto, è possibile fare delle previsioni? «L'indice S&P 500 fra 900 e 1000, il Dow Jones fra 8500 e 10, forse lì mila. Il Nikkei credo resterà sotto 10 mila». In Europa molti ritengono che il conflitto contro il terrorismo sia finito con la conclusione della campagna afghana e potrebbero ritenere allarmista la sua analisi... «La realtà è che oggi contro il terrorismo l'America è in guerra come lo era ai tempi del Vietnam e della crisi dei missili a Cuba. Allora durante la Guerra Fredda come oggi con il terrorismo la crisi non svanisce, va e viene. Chi investe se ne sta rendendo conto. Se c'è qualcuno che in Europa pensa che la guerra sia finita si sbaglia di grosso. E' terminata solo la fase afgana. Non sappiamo quando ci sarà la prossima. Potrebbe essere l'Iraq che sviluppa mezzi di distruzione di massa ma, an- che se non avvenisse mai nulla, il rìschio resterebbe assieme alla possibilità di attacchi terroristici e conflitti armati. Possibilità per i mercati «significa rìschio. Bisogna imparare a vivere così ed a leggere di conseguenza l'andamento dei mercati finanziari mondiali». Alan Greenspan nelle ultime settimane aveva accennato alla situazione di rischio internazionale ma anche sottolineato i segnali di ripresa. Crede che la Federai Reserve tornerà ad alzare i tassi di interesse in occasione del prossimo incontro? «I tassi di interesse della Federai Reserve non saranno alzatientro la fine di quest'anno, non l'ho mai creduto e tantomeno lo ritengo possibile oggi». Ife^fe ,-e'mPrese "" devono ridefinire le loro strategie di business e decidere dove investire A A quanto e perché 99 étÉÌ La realtà è che W^ oggi l'America contro Al Qaeda è in guerra come lo era ai tempi del Vietnam

Persone citate: Alan Greenspan, Alien Sinai