La grande retata dei soldi sporchi di Francesco La Licata

La grande retata dei soldi sporchi LA MAFIA RUSSA DIRIGEVA UN TRAFFICO DA 500 MILIONI DI EURO La grande retata dei soldi sporchi Da Mosca all'Italia scoperto il circuito del riciclaggio Francesco La Licata Guido Ruotolo ROMA Questa è la storia di una gigantesca lavanderia di soldi sporchi che da Mosca e dall'ex impero sovietico viene dislocata negli Stati Uniti e in Europa, ed è capace di trasformare in attività lecite, in beni immobili e di consumo, la cassaforte della mafia russa e di pezzi importanti dell'establishment di potere nato dal disfacimento dell'ex Urss. Ma è anche la storia di alcune comphcità di disinvolti imprenditori o awentiirieri della finanza occidentale che non si formalizzano quando entrano in contatto con i soldi facili. E, infine, e solo in controluce, è la storia di un sospetto: che una parte della mafia russa finanzi i nbelli ceceni, che potrebbero aver dato appoggi e protezione a Osama bin Laden e alla sua Al Qaeda. Cinquanta arresti tra Italia, Erancia e Principato di Monaco, centoquarantasei perquisizioni, duecento conti correnti bancari bloccati, cinquantaquattro società e immobili sequestrati. Indagini estese anche in Geimania e Svizzera. I numeri di «Tela di ragno» parlano anche di centocinquanta indagati, mille mi- liardi di vecchie lire movimentate dai riciclatori, beni immobili e gioielli (anche 50 auto di lusso) sequestrati per un valore di tre milioni di euro. I reati contestati dalla Procura distrettuale di Bologna che dal 1998, insieme agli 007 del Servizio centrale operativo della polizia diretto da Francesco Gratteri, indaga su «questa vastissima rete dell'ex Urss», si limitano a quelli del riciclaggio con l'aggravante di aver favorito l'organizzazione di stampo mafioso. E, dunque, le intercettazioni telefoniche, le verifiche bancarie, le consulenze dell'Ufficio Italiano Cambi, si bloccano davanti all'ostacolo della frontiera. Non arrivano a Mosca o nelle altre città dell'ex Urss dove quei capitali sporchi si sono formati attraverso le varie attività ciiminah: frodi e contrab¬ bando, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi, estorsioni, corruzione di pubblici ufficiali, sfruttamento della prostituzione, traffico di opere d'arte rubate e di esplosivi. Questa è la storia del versante italiano ed in parte europeo del «Russiangate». E infatti ricorda il gip bolognese, Rossella Zuffa, nella sua ordinanza; «Tale attività è avvenuta fino al luglio-agosto 1999, attraverso la costituzione di diverse società di facciata e l'apertura di conti bancari presso istituti di credito esteri, in particolare negli Stati Uniti, con la complicità di due istituti di credito russi, la Sobinbank e la Depoziatamo Klirigovy Bank, la criminalità organizzata russa è riuscita a riciclare cospicue somme di capitali illeciti. I citati istituti di credito hanno costituito negli Stati Uniti alcune società di facciata quali la Benex, la Becs Lowland, Torfinex e la Sinex. Successivamente queste società hanno aperto conti correnti presso la Bank of New York». E negli Stati Uniti, ma è storia giudiziaria nota e recente, i personaggi chiave erano i famigerati Peter Berlin e la moghe Lucy Edwards. Proprio questi ultimi due, processati negli Stati Uniti dove si sono dichiarati colpevoli delle accuse contestate, risultano indagati anche in Italia. Dunque, la mafia russa, attraverso i suoi infiltrati nel mondo dell'economia e della finanza, ha messo piede in Italia, l'ha sfruttata per pulire i soldi, comprare aziende, importare merci, per raggiungere in sostanza il suo scopo: far rientrare in patria questi capitali destinati ad alimentare le attività criminali. La storia di questa inchiesta bolognese , ruota attorno ad una organizzazione chiamata «Brigata del Sole», che rappresenta una specialità della mafia russa più in generale. La suddivisione dei compiti delle varie brigate (che per capirci, corrispondono ai mandamenti di Cosa nostra) si articola per attività e non per radicamento territoriale. Nel caso della «Brigata del Sole», «Soltntsevo», l'attività è quella del riciclaggio e del commercio. Nata nell'84, si procaccia i soldi con aggressioni, rapine, furti in appartamento e d'auto e giochi d'azzardo. Poi si è infiltrata nel sistema bancario russo e infine, nell'ultimo periodo, sembra aver abbracciato il settore del traffico di stupefacenti, armi ed esplosivi, di auto rubate, rapimenti a scopo d'estorsione e sfruttamento della prostituzione. E' tra le più importanti brigate di Mosca e conta 3.500 affihati. Opera in diversi stati europei: Germania, Austria, Polonia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna e anche negli Stati Uniti. Va aggiunto che il suo capo in Italia, Yuri Essine, fu arrestato a Madonna di Campiglio nel '97, insieme con altri dodici affihati alla brigata. Diciotto arresti in Italia, due a Montecarlo, otto in Francia. Tra quelli bloccati a Parigi c'è anche Andreas Marissov, ritenuto dagli investigatori italiani uno dei personaggi chiave della rete estera del riciclaggio russo. Marissov, infatti, è il principale referente in Francia sia della Brigata del Sole che del gruppo di Gregory Loutchanski, capo della potente holding Nordex che opera nel settore dei trasporti, chimica e petrolio. E poi, nel settore illegale, di riciclaggio, traffico di armi, appropriazione indebita di fondi e beni pubblici. E, per gli uomini dello Sco, è legato ai fratelli Igor e Oleg Berezovski. Marissov è sospettato dagli investigatori italiani di finanziare il terrorismo ceceno: «Come se avesse capito di essere indagato - rivela un investigatore - nell'estate scorsa si presentò alla polizia francese per denunciare di essere costretto a pagare un mafioso ceceno». Insomma, un'operazione preventiva di autoassoluzione. Era il 29 agosto del 2001, quando Marissov mise a verbale: «Circa otto anni fa ho incontrato Abdullah Erzanukaev, un georgiano, che aveva dei rapporti particolari con la società Nordex perla quale io mi occupavo, all'epoca, del settore trasporti. Abdullah è un mafioso che vive di ricatti e di estorsioni. Propone anche i suoi servigi per la sicurezza delle persone e dei beni. Nel '93, per esempio, eliminava i problemi che le filiali trasporti della Nordex potevano avere con la malavita locale nei porti di San Pietroburgo e di Novorossisk. Dal 1996, dopo il mio insediamento in Francia, attraverso azioni intimidatorie, è riuscito a estorcermi somme astronomiche». Andreas Marissov dice di aver paura, che Abdullah lo tallona implacabilmente, che nel novembre scorso, in un incontro, gli rivela di lavorare «con dei servizi speciah francesi»: «Mi ha detto che aveva conosciuto alcuni giornalisti francesi a Grozny e che queste persone lo avevano messo in contatto con i servizi segreti francesi. Mi voleva estorcere altri soldi, poteva, grazie alle sue relazioni giornalistiche, far dire a Basaiev, che io avevo partecipato con la mia società Temirtrans Service al finanziamento dei ceceni che si battono contro la Federazione Russa». Il capoguerriglia ceceno Shamil Basaiev, secondo il capo di Stato maggiore della Difesa russo, il generale Anatoli Kvashnin, sarebbe stato ucciso il 30 aprile scorso. Cinquanta arresti anche in Francia e Montecarlo E sullo sfondo spuntano Bin Laden e Al Qaeda Sono cinquanta gli arresti nella grande operazione contro il riciclaggio