Danza, se ci sei... di Gabriele FerrarisSergio Trombetta

Danza, se ci sei... Danza, se ci sei... « I' "L messaggio di Big non è pas- .sato» scrive Gabriele Ferraris nel suo editoriale su TorinoSette del 24 maggio. A ragione. Per esempio: quanti si sono accorti che la danza proposta a Torino da Big (e negli stessi giorni da Short Formata a Milano) è il meglio delle nuove tendenze di danza contemporanea? Quello che si vede alle rassegne più interessanti delle capitali europee? Che cosa è successo? C'è stato un problema di comunicazione? Certo. Anche. Ma certamente ha pesato l'accumularsi di proposte di danza negli stessi pomi. A maggio (non solo a Torino, va Dene) sono passati più spettacoli dì quanti se ne vedano nei restanti undici mesi: Big Torino, Interplay, Il Balletto Teatro di Torino, la Compagnia di Carla Perotti, la Stagione del Piccolo Regio. Tutto insieme. Certe sere c'erano anche tre spettacoli contemporaneamente. Occorre qualcuno che regoli il traffico? All'assessorato alla Cultura di Torino ci stanno pensando. E pare vogliano incaricare un programmatore che coordini la danza a Torino. Non per regolare il traffico, certo, ma per promuovere iniziative che mettano la danza contemporanea allo stesso livello di altre arti d'oggi per cui Torino ha un primato di eccellenza. E poi per suscitare nuove energie e nuove creatività torinesi. Come strumento operativo per coordinare tutto ciò era stato individuato in un primo tempo Big Torino, al quale è stato successivamente preferito, per motivi Danza, s e ci sei... contabili-organizzativi, il Teatro Regio. Sulla capacità e soprattutto sull'immagine del Teatro.Regio quale promotore della creatività giovanile in città si può discutere. Ma intanto, come ente che offre danza alla città, il Regio cosa fa? Alcune proposte di contemporanea al Piccolo Regio Puccini (vedremo quando sarà presentato il programma) e uno spettacolo invitato all'anno nella stagione della sala grande. Come deve essere questo spettacolo? «Classico» verrebbe da rispondere pensando ai venti giorni di Teatro Bolshoj lo scorso dicembre con i suoi 35 mila spettatori. «Contemporaneo», è la risposta, se si guarda alla prossima stagione che mette in cartellone Michail Baryshnikov. Perchè, attenzione, Misha è stato uno dei più grandi danzatori classici del 900, ma da almeno dieci-quindici anni ha mollato tutto per dedicarsi a una molto intelligente mappatura di quanto di grande ha fatto la danza contemporanea americana nel secondo 900, da Martha Graham in avanti. Lavoro splendido. Che sì può anche vedere al Regio, basta che il pubblico sia cosciente di quel che va a vedere. Ma allora il classico chi lo fa? Quei 35 mila spettatori affamati di laghi, belle addormentate e baiadere, cm li accontenta? Il Teatro Nuovo con il suo «Il gesto e l'anima» di cui non si hanno notizie da due anni? Lo Stabile? Big Torino? Il Teatro d'ie masnà? Sergio Trombetta

Persone citate: Carla Perotti, Martha Graham, Michail Baryshnikov

Luoghi citati: Big, Milano, Torino