Per due martiri

Per due martiri Per due martiri L'Oratorio di Manfridi ricorda Stein e Hillesum LA figura di Edith Stein - la mistica a cui s'ispira l'oratorio «La matassa e la rosa», proposto nell'ambito delle Soirées Musicali della Nuova Arca, venerdì 7 alle 21, nella chiesa del Cottolengo - non cessa di interessare studiosi, artisti e cultori dì cose spirituali. La vicenda, tragica ed emblematica allo stesso tempo, è nota: Edith, pensatrice tedesca di origini ebraiche, abbraccia la religione cattolica ed entra nell'ordine monastico delle carmelitane; già docente di pedagogia, e intimamente legata al mondo speculativo del filosofo Husserl, brilla per l'analisi fenomenologica a cui sottopone il pensiero di Aristotele e di Tommaso d'Aquino. Tutto ciò non la sottrae alla follia nazista, che la deporta e la uccide, insieme ad altre decine di migliaia di dannate, ad Auschwitz. Ma è proprio nell'inferno del Lager che Edith mostra il suo carisma autentico: soccorre i più derelitti tra ì derelitti, ì bambini in special modo, conforta chi non ha più orecchie per udire, sembra non conoscere la paura. Di fronte alle madri rese pazze dal massacro dei figli, invoca la pietà divina per i persecutori. E conosce la gloria riservata ai giusti: un destino che condivide con Etty Hillesum, l'altra martire del delirio nazifascista, coprotagonista dell'oratorio. La toccante storia rivive nell'atto unico di Giuseppe Manfridi, interpretato e diretto da Pamela Villoresi; sul palco salgono anche l'attrice Dora Romano (Etty) e due cantantidoppiatrici per i ruoli vocali: rispettivamente d mezzosoprano Patrizia Patelmo (Edith) e il soprano Cho Kyung Hwa (Etty). La New Arca Chamber Orchestra, affiancata dal clarinettista Enrico Baroni e dal violinista Mauro lurato, è diretta da Dante Milozzi (ingresso libero; per informazioni telefonare allo011/650.44.22). [a.fe,] Pamela Villoresi, Interprete e regista al Cottolengo

Luoghi citati: Auschwitz