Computer lentissimo ma vivrà 10.000 anni

Computer lentissimo ma vivrà 10.000 anni | CURIOSO ESPERIMENTO Computer lentissimo ma vivrà 10.000 anni PILOTA UN OROLOGIO CHE E' ATTUALMENTE ESPOSTO AL MUSEO DELLA SCIENZA DI LONDRA: IL SUO CARILLON SUONA OGNI SECOLO. UN CUCU' OGNI MILLENNIO Salvatore Romagnolo UN gruppo di pionieri dell'informatica ha reahzzato il computer più lento del mondo. Ma anche il più duraturo: è concepito per funzionare per diecimila anni. Un elogio alla lentezza ma anche della longevità: un contraltare alle macchine di oggi, che diventano obsolete pochi mesi dopo il loro arrivo sugli scaffah dei negozi. Il computer più lento del mondo è, in pratica, un orologio gigantesco, mosso da un meccanismo digitale. I suoi quadranti segnano gh anni, i secoli, le fasi della Luna, la durata dei giorni, il movimento del Sole e le posizioni delle stelle con precisione assoluta. A scandire il tempo sono segnah acustici d'altri tempi, che prendono il posto dei bip elettronici ai quali ci hanno abituati computer e telefoni cellulari: uno scatto, un che meccanico per ogni anno che passa, un carillon ogni secolo e un cucù per ogni millennio. Un prototipo del «10.000 Year Clock» è attualmente esposto al Museo della Scienza di Londra. /L'architetto di questo orologio millenario è Danny Hillis, definito - non a torto - da John Brockman, nel suo libro «Digerati», «The Genius». Informatico gioviale ed eccentrico, DanielHilIis intorno al 1982 passa' va le notti a trafficare sui minicomputer DEC-VAX ultimo grido, immaginando di costruire un suporcalcolatore parallelo. Ma dopo aver creato, qualche anno più tardi, la Thinking Machines Corporation, una società che avrebbe dovuto realizzare il computer più veloce dei mondo, il sogno del geniale inventore si è progressivamen- te invertito e, oltre alle macchine che pensano al posto nostro, ha iniziato a interessarsi a quelle che ci fanno riflettere. Perché questo è uno degli scopi del suo progetto. Le difficoltà incontrate per concepire questa macchina in grado di funzionare senza errori per diversi millenni non sono state poche. La prima difficoltà è venuta dal fatto che non è possibile contare su un progresso tecnologico continuo dell' umanità durante un periodo così lungo. Potrebbe succedere di tutto: una guerra nucleare, la rinuncia al metodo scientifico, un massiccio avvelenamento dell'atmosfera o un'epidemia di virus informatici. La nostra civiltà, in fondo, ha una base piuttosto precaria. Per contrastare tutti i pericoli, Hillis ha posto tre principi nella realizzazione del "10.000 Year Clock": longevità (questo è ovvio), conservazione e trasparenza. Il meccanismo dell'orologio deve essere comprensibile per qualsiasi attento osservatore, senza documentazione, e deve poter essere mantenuto in funzione senza nessuna tecnologia successiva all'età del bronzo. La seconda difficoltà è di tipo meccanico. Un anno solare contiene 365,242189 giomi. Per gestire un simile numero con un ingranaggio classico è necessario utilizzare una tale quantità di ruote uentate che ogni speranza di precisione risulta vana. Da buon informatico, Hillis ha quindi evitato la meccanica pura, ideando un ingegnoso contatore meccanico-digitale che utilizza 28 leve in grado di codificare una cifra a 28 bit. Questa soluzione consente di raggiungere una precisione sufficiente a rappresentare la frazione reale dì un anno corrispondente a un giomo. Ogni giomo, questa frazione viene aggiunta al contatore degli an- ni. Quando il contatore è pieno, significa che è passato un anno, e tutti i bit del contatore ritomano sullo zero. Il progetto dell'orologio millenario ha affascinato diversi altri pionieri e visionari dell'informatica. Attorno a Hillis si sono radunati, tra gh altri, Mitch Kapor, il leggendario creatore del foghe di calcolo Lotus 1-2-3 e fondatore della influente Electronic Frontier Foundation; Kevin Kelly, primo caporedattore della rivista «Wired»; Stewart Brand, fondatore della prima comunità online. The Well, a San Francisco e Brian Eno, musicista d'avanguardia appassionato d'elettronica. Perché costruire un tale meccanismo? Qual è il messaggio, se ce n'è uno? Secondo il suo progettista, l'orologio millenario vuole invitare gh uomini a riflettere sul proprio futuro. Hillis ama raccontare l'aneddoto delle querce di College Hall, ad Oxford. Quando, nel secolo scorso, le travi di quercia del tetto della venerabile istituzione dovettero essere rimpiazzate, i carpentieri non fecero altro che utilizzare gli alberi appositamente piantati, più di 500 anni prima, da previdenti architetti del XIV secolo. Stabilendo un legame con il futuro, l'orologio millenario dovrebbe aiutarci a riflettere con maggior senso di responsabilità sui nostri atti presenti e renderci così più responsabili nei confronti delle generazioni che verranno. Per quanto riguarda la fonte d'energia, Hillis e compagni hanno deciso di ricorrere al buon vecchio olio di gomito. Una volta all'anno l'orologio andrà ricaricato a mano. La scelta appare coerente, trattandosi di una tecnologia vecchia quanto l'uomo. Il sito Internet del «10.000 Year Clock»: www.longnow.oi'g/l Okclock/ clock.htm Spirale di ritorno della guida dei pesi Regolatore divelodtà Quadrante indicatore dell'anno a 5 dfre Orizzonte Sole Luna Stelle Quadrante dell'orologio quotidiano Computer meccanico a logica binaria A destra il «10.000 Years Clock», esposto a Londra al Museo delia Scienza. Sopra, un particolare dell'orologio, che è pilotato da un computer lentissimo ma di eccezionale affidabilità

Luoghi citati: Londra, Oxford, San Francisco