lndia-Pakistan, segnali di dialogo
lndia-Pakistan, segnali di dialogo VERTICE ASIATICO IN KAZAKHSTAN, MEDIA ANCHE JlANG ZEMIN lndia-Pakistan, segnali di dialogo Putin ottimista: non intendono ricorrere alla forza ALMATY Primi segnali di distensione nella crisi tra India e Pakistan. «I due Paesi hanno assicurato che non ricorreranno all'uso della forza per risolvere la crisi». Sono le parole che tutti attendevano quelle pronunciate dal presidente russo Vladimir Putin dopo gli incontri avuti col presidente pakistano Pervez Musharraf e il premier indiano Atal Biliari Vajpayee ai margini della Conferenza sulla sicurezza in Asia cominciata ad Almaty, in Kazaklistan. Il presidente russo - che si muove sulla base del mandato ricevuto dai Paesi della Nato nell'ultimo incontro di Pratica di Mare - non ha comunque nascosto la gravità del momento: «Il pericolo - ha detto - è che la crisi per il Kashmir destabilizzi l'intero sub-continente indiano». ((Abbiamo però ascoltato delle idee che infondono speranza - ha continuato -, idee che tutto il mondo voleva ascoltare. Contiamo sulla saggezza dei dirigenti dell'India e del Pakistan per fermare il montare della tensione e continuare gli sforzi politici per superare la crisi», ha concluso Putin. Per scongiurare una nuova guerra tra India e Pakistan è sceso in campo in queste ore un terzetto dal grande, potere.diplomatico. Arimuovere gli ostacoli che impediscono almeno l'avvio del dialogo, oltre al presidente russo Vladimir Putin, è al lavoro quello cinese Jiang Zemin, ed è in arrivo l'inviato della Casa Bianca, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld. Le indiscrezioni secondo le quali il conflitto per il Kashmir potrebbe essere utilizzato dai gruppi di Al Qaeda in risposta alla crociata intemazionale contro il Leimnsmo, non fanno che aumentare le preoccupazioni. La decisione degli Stati Uniti di affidare la missione a Rumsfeld - dopo che in un primo, momento era stato designato il solo vice segretario di Stato Richard Armitage - testimonia l'importanza che si attribuisce a questo conflitto. I contatti avuti da Jiang Zemin e da Putin ad Almaty hanno aperto qualche spiraglio, ma le posizioni restano rigide. New Delhi pretende un impegno preliminare di Islama- bad a metter fine alle infiltrazioni dei fondamentalisti islamici nel Kashmir indiano, dove anche ieri si sono avuti intensi scambi di artiglieria. Il presidente del Pakistan, che ieri ha firmato un accordo che condanna il separatismo, ripete di essere pronto ad incontrare il premier indiano «senza condizioni», ma non vuole prendere pubblicamente un impegno sulle infiltrazioni perché automaticamente ne ammetterebbe la responsabilità. Intanto ha riproposto a Putin la disponibilità al dialogo facendo tuttavia presente - con un' espressione molto orientale - che «per applaudire ci vogliono due mani». Per tentare di riunire India e Pakistan allo stesso tavolo, Putin ha invitato i leader dei due Paesi a Mosca. E se Perwez Musharraf ha già accettato la proposta della Russia dicendosi «disponibile in qualunque momento», si attende ora la risposta dell'India. Al termine della discussione, i rappresentanti dei sedici Paesi asiatici riuniti a Almaty hanno firmato r«Atto sulla sicurezza comune» : prevede la soluzione dei conflitti nel!' area con il negoziato politico sulla base dei principi dell'Orni. (e. st.] Vladimir Putin accoglie il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee. In primo piano il presidente cinese Jiang Zemin
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