La Uil si ricompatta, malumori in casa della Cisl di Roberto Giovannini

La Uil si ricompatta, malumori in casa della Cisl L'ADESIONE AL VERBALE PROPOSTO DA PALAZZO CHIGI FA DISCUTERE LE CONFEDERAZIONI La Uil si ricompatta, malumori in casa della Cisl La Fiom: già domani via ai primi scioperi Roberto Giovannini ROMA Dopo la nottata delle accuse, ieri la Uil ha vissuto una giornata in cui si è cercato di circoscrivere i danni. Compito arduo: la decisione del segretario generale Luigi Angeletti di «aderire» al verbale del governo ha scatenato la protesta di due segretari confederali. Franco Lotito e Paolo Pirani. Ieri notte si è tenuta una infuocata riunione della Direzione della Uil. Angeletti si è difeso puntigliosamente, quasi arrivando al punto di ((porre la fiducia». Venti interventi, un dibattito come si dice «franco e diretto», concluso alle due e mezza con la stesura di un documento che approva l'operato del segretario, ma che gli lega le mani per il prosieguo della trattativa. Dunque, si all'avvio di «un confronto di merito a partire dal tavolo del mercato del lavoro», una dura replica alle «illazioni» della Cgil su presunti accordi sottobanco; ma il confronto sul lavoro si farà «confermando le presenti tutele previste dall'art. 18 e puntando ad acquisire con la trattativa soluzioni per allargare le tutele a chi oggi ne è privo». Un documento, per giunta, su cui si sono astenuti alcuni dirigenti di peso: oltre a Pirani e Lotito (politicamente di area Ds «fassiniana»), sulla stessa linea c'è Silvano Miniati, il leader dei potentissimi pensionati (metà degli iscritti UH), E si sa che tra chi ha perplessità e dubbi sulla linea Angeletti c'è anche il numero due dell'oiganfezazione Adriano Musi, il segretario del commercio Bruno Boco, quello dei trasporti Sandro Degni e il leader della forte organizzazione piemontese Giorgio Rossetto. Insomma, come già avvenne in febbraio, una decisione del segreta¬ rio generale è stata ben presto «rettificata». Un segnale che fa capire che il negoziato sulla riforma dell'art. 18 (cui Cisl e Uil parteciperanno) sarà tutt'altro che semplice per il governo. Ma anche un segnale che nella Uil i «mal di pancia» nei confronti dell'operato di Angeletti stanno pian piano trasformandosi in qualcosa di diverso. Anche se tutti cercano di gettare acqua sul fuoco della polemica. Comincia il segretario organizzativo. Calmelo Barbagallo, che parla di «fraintendimento». Segue lo stes¬ so Pirani, secondo cui «si apre un negoziato che vede il fronte sindacale diviso, e la partita si gioca sul suo esito». Per Musi, il documento PiraniLotito «è stata un'utile provocazione, e ora la risposta vera verrà dalla trattativa. Vedremo se l'esecutivo vorrà davvero passare dalle parole ai fatti: la nostra linea è quella di allargare i diritti a chi ne è privo». Ma Miniati avverte Angeletti e Pezzotta: «recupererete credibilità solo a condizione che lo stralcio delle modifiche all'art. 18 ci sia davvero». Tutto sarà più chiaro quando il governo tirerà fuori le sue proposte di merito sull'articolo 18 : forse (ma è difficile) già martedì 4, alla prima riunione del tavolo sul lavoro. Gioigio Benvenuto, segretario della Uil dal 1976 al 1992, oggi parlamentare dei Ds, non nasconde la sua preoccupazione. «La cosa più importante è salvaguardare l'unità della Uil - spiega - ma anche l'unità di tutto il movimento sindacale». Benvenuto, come il suo successore Pietro Larizza (oggi presidente del Cnel) segue con grande attenzione la tempesta che in queste ore sta scuotendo il sindacato di Via Lucullo. Ma anche il fossato che si sta allargando tra le tre centrah, e soprattutto tra i suoi leader. Benvenuto - protagoni¬ sta di epici scontri con i suoi colleghi, a partire da Luciano Lama ricorda che «allora non si rompeva mai il rapporto personale, la stima e l'affetto. Gli incontri riservati c'erano, ma tra noi segretari generali le cose ce le dicevamo». Al contrario, «oggi che tra i lavoratori l'unità sindacale è molto sentita, è doloroso constatare quanta diffidenza ci sia tra Cofferati, Angeletti e Pezzetta». Intanto già da lunedi - annuncia il leader Fiom-Cgil Gianni Rinaldini - nelle fabbriche metalmeccani- che potrebbero essere scioperi spontanei. Certo è che se la Uil, in un modo o in un altro, si sottraesse al negoziato sull'art. 18 problemi ci sarebbero anche per la Cisl. Domani si riuniranno la segreteria e poi l'Esecutivo del sindacato di Via Po. Anche qui i mal di pancia non mancano: i metalmeccanici della Fim di Giorgio Caprioli giudicano ((pericolosa» la trattativa sul«18»: «Si corre il rischio di ripetere il percorso dell'altra volta - dice Caprioli - quando dopo esserci molto esposti pur di avere un negoziato ci siamo trovati con un pugno di mosche in mano». Fortissimi dubbi sulla linea Pezzetta sono manifestati anche da quattro segretari confederali (Guerisoli, Trerè, Bonfanti e Santini), oltre che dai bancari e da regioni importanti come Lombardia (Borio) e Veneto (Sech). Paradossalmente, oltre alla «sinistra» cislina le perplessità sul negoziato sui licenziamenti sono condivise da dirigenti «pezzottiani». Pezzetta - che ha avuto il via libera della Margherita sulla sua linea - conta invece sul consenso del segretario confederale Pier Paolo Baretta (teoricamente «sinistro»), e si potrà appoggiare sugli uomini vicini a Sergio D'Antoni, a cominciare dal segretario confederale Raffaele Bonanni, che però non intende nominare numero due dell'oi^anizzazione. Ma non sono alle viste «blitz»: a meno di sorprese, l'intera Cisl nei prossimi giorni si attesterà sulla linea del segretario, ovvero sedersi al tavolo per «vedere» le carte in mano al governo. Pezzetta sarebbe anche pronto a uno scambio tra limitate modifiche all'art. 18 e generose offerte sul fìsco e gli ammortizzatori sociali. Ma il governo, con questi chiari di luna, sarà in grado di tirare fuori le risorse? Passa la linea Angeletti ma con molte astensioni di peso E il documento approvato dal direttivo chiede «l'estensione delle tutele previste dall'artÌCOlO 18» Adriano Musi, numero due della UH I leader di Cisl e UH, Savino Pezzetta e Luigi Angeletti

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