«Importante la ripresa del dialogo»

«Importante la ripresa del dialogo» ■' .'■'j':.1 ." ■.l,.-; ■j- ..^.'■'TV"". z-^izrnnz itGONSIGUERE iNCARIC^WCdNFm d «Importante la ripresa del dialogo» Guidi: per la competitività serve un pacchetto di riforme intervista Roberto Ippolito Cf E' anche una questione di «bon ton». «Forse è nato un nuovo galateo» ironizza Guidalberto Guidi, consigliere incaricato della Confindustria per le relazioni industriali, riflettendo sull'accordo per l'avvio del confronto sulle riforme raggiunto venerdì scorso tra il governo di Silvio Berlusconi e le parti sociali, con l'eccezione della Cgil. Dottor Guidi, perché chiama in causa il galateo? «Mi sembra che sia stato escogitato il salto della pietanza. La Cgil accoglie un invito a pranzo con riserva. E' infatti disposta a sedersi al tavolo delle trattative per tre temi, escludendone invece un altro. In pratica dic^ di sedersi per mangiare insieme agli altri ospiti, ma al momento del secondo piatto si alza e annuncia: non lo mangio insieme a voi, vado invece in piazza a cercare qualche altra cosa». Come può sorprendersi per il «no» della Cgil a discutere le modifiche all'articolo 18 con le regole per i licenziamenti? «Io trovo molto bizzarra l'indisponibilità a non partecipare al confronto su un tema. E' importante che sia stato ampliato lo spettro degli argomenti da affrontare. Per accrescere la competitività non basta una sola misura: serve un pacchetto di riforme. C'è un unico pranzo con più portate. La questione comunque riguarda il governo». Mentre per lei... «Per me è importante il tentativo del governo di cominciare a parlare di cose concrete. C'è il rilancio del dialogo». Vuol forse dire che siamo di fronte ad un ritorno alla concertazione? «Siamo davanti a qualcosa che somiglia molto alla concertazione. Ma non devono esserci gli aspetti negativi degli ultimi anni, come la ricerca a tutti i costi dell'unanimità». Non la preoccupa la rottura del fronte sindacale? «Sono sempre preoccupato quando una grande organizzazione si dissocia. Abbiamo già vissuto qualcosa di analogo negli ultimi due anni in occasione della definizione delle regole per i contratti a termine e del contratto dei me¬ talmeccanici. L'atteggiamento è da Giano bifronte: per altre questioni la Cgil è un interlocutore molto determinato a chiudere». Come spiega questa sua valutazione? «Noto un irrigidimento quando si tocca la vita del governo. Ma si tratta di un problema della Cgil e non mi permetto di esprimere valutazioni». Può ragionare sull'imminente fine del mandato di Sergio Cofferati alla segreteria generale della confederazione, sostituito da Guglielmo Epifani? «La politica delle grandi organizzazioni prescinde dai singoli uomini. Non personalizzo mai. E mi infastidisce la personalizzazione altrui». Le modifiche sollecitate dalla Confindustria all'articolo 18 saranno trasferite in un nuovo disegno di legge: non teme l'accantonamento? «Non ci voglio neppure pensare. Accantonando l'articolo 18, qualcuno certificherebbe che l'Italia si accontenta di un mosaico incompleto». Quale mosaico? «La parte dello Statuto dei lavoratori relativa alla flessibilità in uscita, come abbiamo sempre detto, non è la madre di tutti i problemi. E' una tessera di un mosaico rovinato. Bisogna riscrivere le norme per la mobilità in uscita. E dobbiamo renderci conto che il nostro paese continua a perdere competitività: l'insieme delle riforme di cui parliamo deve ridare slancio all'economia». Bisogna dunque concentrarsi sulla revisione degli attuali ammortizzatori sociali, no? «L'indennità di disoccupazione deve essere diversa da quella ridicola attuale e più in linea con l'Europa. Chi perde il lavoro in modo non colpevole deve avere la sufficiente tranquillità per guardarsi intorno e dedicarsi anche alla propria riqualificazione. La revisione degli ammortizzatori sociali è essenziale». Insomma per lei la svolta è rilevante: si discute. «La decisione presa di aprire il tavolo è un passaggio importante: consente al paese di provare a esaminare e risolvere i problemi. Non vorrei che le relazioni del govematore Fazio cominciassero ad assomigliare a quelle della Corte dei conti, con un contenuto serio ma senza effetti. La relazione di Fazio è stata di grande lucidità e respiro». E anche severa? «Giustamente severa, ma anche ottimistica: l'Italia ha grandi possibilità. Nonostante le difficoltà e la congiuntura intemazionale, le imprese cominciano ad avere più ordini. Non ci sarebbe nemmeno bisogno che Fazio ricordasse la necessità di intervenire per le pensioni: lo sanno tutti che bisogna farlo. E non c'è bisogno di ricordare che servono infrastrutture o che occorre più ricerca». «La Cgil si dissocia? È come accettare un invito a pranzo e poi alzarsi da tavola e saltare una pietanza Npn si fa, si comportano come Giano bifronte» Guidalberto Guidi, consigliere Incaricato di Confindustria

Persone citate: Guglielmo Epifani, Guidalberto Guidi, Guidi, Roberto Ippolito, Sergio Cofferati, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Confindustria, Europa, Italia