Il sindacato si spacca e la Cgil accusa: era tutto previsto

Il sindacato si spacca e la Cgil accusa: era tutto previsto SI RIPETE LO SCENARIO bEL 20 FEBBRÀIO/GIORNO DEUECÒlfcfeiMféÈ STAMPA SEWV^ÀTÉJMÀÒMa I Toisil SI SONÒ ÉATTI MOLTO PIÙ DURI Il sindacato si spacca e la Cgil accusa: era tutto previsto «E' stato fatto di tutto per escluderci». Angeletti esulta: hanno ceduto, è una vittoria retroscena Roberto Giovannini ROMA PER Sergio Cofferati era un copione già scritto. E per giunta mal recitato dagli «attori» nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Il leader Cgil era settimane che si diceva convinto, anzi, convintissimo, che i suoi colleghi di Cisl e Uil avessero già concordato con gli emissari dell'esecutivo i contenuti del «verbale d'intesa» cui tutte le parti sociali hanno dato «formale adesione». Tant'è vero che - quando Berlusconi, al termine dell'incontro, ha tirato fuori un pacchetto di copie del «verbale» già bell'è pronto e stampato per leggerlo, Cofferati non si è tenuto più, ed è sbottato: «Per favore. Presidente, ci risparmi almeno questa pena I » La rottura consumata ieri tra le centrali sindacali - lo «spacchettamento» della riforma dei licenziamenti per Berlusconi, Maroni, D'Amato e Cofferati vuol dire che «lo stralcio non c'è», e per Pezzotta e Angeletti invece significa che «in pratica c'è lo stralcio» - sembra ripetere fedelmente la sceneggiatura dell'ultimo incontro plenario a Palazzo Chigi, lo scorso 20 febbraio. Anche allora i tre segretari generali fecero conferenze stampa separate, pur evitando gli attacchi personah. Ieri sera, invece, sono volati colpi durissimi. Cofferati, che accompagnato dal suo successore, Guglielmo Epifani, parte a testa bassa contro quelli che definisce «gli altri». «Prendiamo atto delle valutazioni diverse degli altri, ma pensiamo che commettano un grave errore scegliendo comportamenti difformi dopo gli scioperi di questi mesi. Ognuno afferma - risponde della propria coerenza e delle proprie azioni, e per questo siamo qui da soli». Una situazione chiara: «Non c'è e non ci sarà nessun incontro unitario con Cisl e Uil», scandisce il leader Cgil, che ironizza apertamente sulle trattative segrete condotte da Pezzotta e Angeletti con sottosegretari (Sacconi) ed esponenti della maggioranza (Volente e D'Antoni). «Da tempo non abbiamo rapporti col governo - dice - ma leggiamo con interesse sui giornali minuziose descrizioni di incontri cui non abbiamo partecipato». Tirando le somme, «era evidente l'intenzione di esclùderci dal tavolo». E la Cgil risponderà duramente: 1' 11 e 12 giugno il Direttivo confederale deciderà «iniziative di mobihtazione e di lotta per contrastare le scelte del governo». Scioperi articolati, manifestazioni, anche lo sciopero generale. Naturalmente, Angeletti e Pezzotta non accettano le accuse del loro collega. E ribattono a muso duro. «Io non ho complottato con nessuno», tuona il leader della Uil. «Se Cofferati vive il complesso del complotto sono affari suoi, ma mi sembra proprio che questa teoria del complotto appartenga alla terza intemazionale...» dice Pezzotta. Per Angeletti, al negoziato «io vado e mi siedo. Mi siedo e discuto perché non ho paura, a differenza di qualche mio collega, di discutere. Il sindacato esiste perché fa trattative». La tesi del leader Uil è che lo «stralcio» della riforma dell'art. 18 nel nuovo ddl «è una vittoria del sindacato, un risultato dello sciopero generale». Dunque, si deve trattare, e «Cofferati fa un grave errore politico. Non è credibile che la moltiplicazione degli scioperi farà avere risultati migliori». Sul merito dell'art. 18 - la Uil accetterà o no una modifica? - Angeletti non è chiarissimo: «cosa rispondiamo, senza una trattativa sull'articolo 18, a quei 7 milioni di lavoratori che oggi non hanno una tutela?». Del resto, al tavolo negoziale il leader Uil aveva spiegato ai ministri che in Italia c'è un problema di ((nanismo imprenditoriale»; quasi a dire che un innalzamento della soglia (oggi 15 dipendenti) oltre la quale scattano le tutele del «18» per i licenziati potrebbe contrastare questo fenomeno. Infine, alla stoccata di Cofferati una controstoccata: ((Avevamo proposto un incontro unitario per il 30 o il 31 - dice Angeletti Epifani ci ha risposto che "non avevano tempo"». «La Cgil si autoesclude - afferma Pezzotta - e se qualcuno parla di complotto, affari suoi. I contatti nell'attività sindacale ci sono sempre. Mi spieghi Cofferati come mai non ha avuto contatti con nessuno? Ci hanno presentato un provvedimento. Abbiamo detto, va bene, facciamo questo percorso». Le decisioni dei segretari di Cisl e Uil, tuttavia, stanno sollevando aspre polemiche. In casa cislina, per adesso, si muove soltanto il segretario confederale Giovanni Guerisoli, che propone di «mettere in atto iniziative di mobilitazione contro la Confindustria con il blocco degli straordinari e l'annullamento delle fonne di flessibilità». È la richiesta dei metalmeccanici della Fim, ma lunedì (prima in segreteria e poi nell'Esecutivo) Pezzotta non dovrebbe avere problemi a far passare la sua linea. Diversa - letteralmente esplosiva - è la situazione della UU. Non appena appresa la notizia dell'aadesione formale» al verbale governativa, i segretari confederali Paolo Pirani e Fianco Lotito hanno parlato di «atto grave» di Angeletti, «che si colloca fuori dai mandati ricevuti dal congresso di Torino e nel Comitato centrale del 21 maggio scorso». Non appena rientrato nella sede di Via Lucullo, Angeletti ha immediatamente riunito la Direzione, dove ha cercato di spiegare la sua linea e respingere l'offensiva dei dissidenti, che possono contare sul sostegno di una rilevante fetta dell'organizzazione. La riunione, infuocata, è durata fino a tarda notte. Tra le possibihtà, la stesura di un comunicato ufficiale in cui si afferma che la Uil si siede al tavolo del lavoro, ma confermando il suo «no» assoluto a ogni modifica dell'art. 18. Se finisse così, che trattativa sarebbe?

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