Russia di scena al Lingotto di Leonardo Osella

Russia di scena al Lingotto RA IDI "PRIMAVERA Russia di scena al Lingotto Ciaikovskij e Prokofiev sono i due compositori diretti da Saraste con Vo odos a pianoforte ■I^ER il quinto concerto della Stagione di ■^Primavera, l'Orchestra Sinfonica NazionaH le della Rai va a pescare nell'ampio e sempre gradito repertorio russo, con un programma legato ai nomi di Piotr Il|jc Ciaikovskij e Seigei Prokofiev. L'appuntamento è fissato all'Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto giovedì 6 giugno alle ore 20,30. Alla testa dell'orchestra ci sarà Jukka-Fekka Saraste, che è stato per 14 anni direttore dell'Orchestra della Radio Finlandese e poi dell'Orchestra Sinfonica di Toronto. Accanto a lui siederà al pianoforte come solista Arcadi Volodos, 30 anni, che vanta anche studi di canto e direzione, che in Italia si è già esibito riscuotendo vive approvazioni con l'Accademia di Santa Cecilia e il Maggio Musicale Fiorentico diretti da Chung e Mehta (e ha anche inciso, tra l'altro, il difficilissmo «Terzo Concerto» di Rachmaninov). Volodos a Torino presenterà il celeberrimo «Concerto n. 1 in si bemolle minore op. 23» di Ciaikovskij. Cavallo di battaglia di tutti i grandi pianisti, questo lavoro venne incredibilmente stroncato, al suo primo apparire nel 1874, da un'autorità come Nitolaj Rubinstein, in quale comunque ebbe poi modo di ricredersi: in effetti esso appare svincolato da alcune delle nonne foimah che dettavano legge all'epoca, ma è fuori discussione che l'impatto all'ascolto è straordinario, e comunque fin da allora il pubblico non ha mai ceduto di un solo millimetro nel tributarne il convinto successo. Scultoreo ed epico è l'intervento iniziale dei comi con gli accordi secchi e perentori dell'orchestra, non meno solenne la sequenza di accordi del pianoforte sul lirico tema proposto dagli archi. Ad un secondo tempo designato nella partitura, in un italiano approssimativo, come «Andantino simplice», segue l'Allegro con fuoco che dopo vari sviluppi ed evoluzioni conduce alla stretta finalin un ottimistico si bemolle maggiore. Prokofiev sarà rappresentato dalla sua sinfonia più eseguita, otre alla Prima «Classica», ciola «Quinta». Impiantata sulla tonalità di sì bemolle, ha il numero dì catalogo 100: scritta nel 1944reca evidenti i segni lasciati nel compositore dalla seconda guerra mondiale. Impressionantsono le deflagrazioni dell'orchestra (con percussioni e pianoforte di rinforzo) del primo tempoevocanti gli orrori del conflitto; ma anche qui ifinale è trionfante giacché, come ha lasciatscritto lo stesso Prokofiev, «l'ho concepita comla Sinfonia delle grandezza dello spirito umanocon un inno all'uomo libero e felice». Leonardo Osella Il pianista Arcadi Volodos e Jukka-Pekka Saraste

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