La superbase si veste da Roma antica di Emanuele Novazio

La superbase si veste da Roma antica IERI PER DUE ORE LA «PROVA GENERALE»: UN FINTO BERLUSCONI E UN FINTO ROBERTSON HANNO ACCOLTO FINTI OSPITI La superbase si veste da Roma antica Statue autentiche e marmi finti per accogliere i 20 «grandi» reportage Emanuele Novazio inviato a PRATICA DI MARE ALL'INGRESSO, dove perfino i carabinieri con le insegne della «Military Polke» indossano il lasciapassare della sicurezza che per impedire contraffazioni sarà cambiato altre due volte, prima del vertice Nato di martedì, l'atmosfera è quella che ci si aspetta di trovare nella seconda base aeronautica d'Europa dopo la tedesca Ramstein (800 ettari affacciati al litorale, ima trentina di chilometri a sud di Roma) alla vigilia di un evento che cambierà le relazioni fra l'Alleanza atlantica e la Russia: controlli minuziosi di sottufficiali dell'aeronautica, della polizia militare, delle imita cinofile e perfino di due allieve-maresciallo del reggimento carabinieri di Velletri, all'emozionato debutto operativo insieme a 13 colleghe. Ma basta spostarsi di duecento metri o poco più fra prati all'inglese bandiere e palme, per accorgersi che fino a quando i 20 capi di stato e di governo se ne andranno, martedì pomeriggio, la base di Pratica di Mare nasconderà al riparo dei suoi hangar una scenografia da Roma antica: finto travertino, finto marmo, statue autentiche e riproduzioni, perfino un satiro e.jma ninfa (in bronzo). L'idea è stata di Silvio Berlusconi. Le basi militari sono uguali dappertutto, ha ragionato il presidente del Consiglio: per garantire alla firma dell'accordo fra Nato e Russia il carattere dell'«eccezionahtà» già reclamato sul piano geostrategico e politico - e per solennizzare anche dal punto di vista simboUco il contributo italiano alla «Dichiarazione di Roma» - era necessario intervenire con un'opera di mimetismo estetico su una struttura austera ma altrimenti poco identificabile, perchè omologabile a cento altre sperse nel mondo. Detto fatto: in una settimana di lavoro che ha impegnato seimila fra muratori, elettricisti, carpentieri e tecnici di varia specialità, la più gloriosa base della nostra aeronautica ha acquisito un cuore antico. Si è foderata di storia: mescolando «le tonalità bionde del travertino a quelle azzurro cielo scelte per 1 4000 metri quadrati di moquette», l'architetto Mario Catalano ha ricavato fra capannoni, dormitori e hangar un'enclave dalle convinte connotazioni itahcbe. Così, la sala nella quale si riuniranno con la Russia i leader dei Paesi membri dell'Alleanza è una fuga di finti archi giallognoli (il riferimento è al travertino, appunto, ma anche al Palazzo della Civiltà e del Lavoro all'Eur); una costruzione in legno e plastica alta 20 metri, 2000 metri quadrati occupati al centro da un enorme tavola rotonda sulla quale è in allestimento lo stemma della Nato, un palchetto per la «foto di famiglia» e la conferenza stampa sistemato al margine sinistro, e una «sala ricevimenti» al capo opposto. Fra gli archi, riproduzioni in resina di statue antiche avvolte da mazzi di fiori per «ingentilire ancora l'atmosfera». Venti statue romane autentiche raffiguranti filosofi e giuristi e provenienti dal Museo napoletano di Capodimonte, invece, rappresentano il collegamento con la roma¬ nità nel «salone Vip» che ospiterà le delegazioni dei Paesi presenti al vertice, 3400 persone: un hangar immenso col soffitto ricoperto da teli di paracadute fomiti dal centro addestramento della Folgore di Pisa. L'effetto a vela ricorda il Centro Sony di Berlino, ma nel dettagho la struttura ricalca piuttosto la funzio¬ nalità delle «sale business» degli aeroporti commerciah, con i separé fomiti di schermo tv (ogni delegazione sarà collegata alla propria televisione nazionale), poltrone e tavolini, telefoni, un posto di ristoro e un bar molto ben fomiti. Se ufficialità e cerimoniale si affidano a questo bozzolo di cultura patria, il centro operativo che veglierà sul vertice e garantirà interventi anche «estremi» contro «ogni ipotizzabile minaccia estema» è - al contrario - sobriamente immune da contomi non funzionali all'obiettivo. La «Ali over decision and coordination room» - la sala comando nella quale saranno prese tutte le decisioni unifica varie «sale controllo» normalmente sparse fra ministeri, organizzazioni nazionali e intemazionali. Intorno a un tavolo ovale siederanno qui il Coordinatore generale Nato, il canadese Bemdt Goetze, un tecnico con rango pari a un vice segretario generale, e accanto a lui i padroni di casa: il generale dell'aeronautica Luciano Mazzetti; il consigliere militare e per la sicurezza di Palazzo Chigi generale Leonardo Tricarico, il comandante operativo interforze generale Carlo Cabigiosu, il prefetto di Roma Emilio Del Mese, un rappresentante della Farnesina, il capo dipartimento deDa protezione civile Guido Bertolaso, il capo di Stato maggiore dell'Aeronautica generale Ferracuti e il responsabile della base di Pratica di Mare, Bruno Favara. Anche la temutissima e controversa decisione di abbattere eventuah aerei kamikaze sarebbe presa in questa sala? «Si tratta di regole di ingaggio riservate, ma tutto è stato previsto in un documento messo a punto dalla Difesa: per ragioni di sicurezza, naturalmente, non lo renderemo noto», smorza Tricarico indicando dove siederanno i protagonisti operativi del vertice. Di certo, se la situazione lo rendesse necessario e comunque «al minimo sentore di pericolo», scatterà da questa sala bunker l'ordine di evacuazione generale con priorità assoluta per «il personale chiave», i capi di stato e di governo. Questo «piano estre.-io di protezione» è affidato alle Forze armate, precisa il generale Mazzetti: a renderlo operativo sarebbe una decisione congiuna di Cabigiosu e Tricarico. Ma davanti alle console e ai telefoni che per due giomi saranno i terminali di una sofisticata rete di comunicazione ed elaborazione politico-militare, il consigliere di Silvio Berlusconi smorza gli allarmi: «Tutto quello che potevamo prevedere lo abbiamo tradotto in azioni concrete. Gli americani si sono fidati completamente del nostro sistema di sicurezza e di difesa dello spazio aereo», garantisce Leonardo Tricarico, già leggendario pilota di caccia. Fuori, sul piazzale dove adesso decolla un elicottero e un altro si è appena posato, la «prova generale dell'evento» si è conclusa da poco. Per due ore un finto Berlusconi e un finto Robertson hanno accolto un finto Bush, un finto Putin, un finto Schroeder, un finto Blair e altri 15 finti colleghi premier: uno ogni 120 secondi come impone il cerimoniale che sarà il respiro e il battito del vertice di martedì, e poi via di nuovo con Bush, con Putin e gli altri per sincronizzare gli atterraggi dei capi di governo attesi in aereo martedì mattma (una decina) con l'arrivo in auto degh ospiti che già da lunedì saranno a Roma. Ancora due prove, ancora un finto Bush e i suoi colleghi finti, oggi e domani: dalle 9,15 di martedì non ci sarà possibilità di repliche e finzioni. Controlli di polizia intorno alla base di Pratica di Mare