Un altolà congiunto a Pakistan e India

Un altolà congiunto a Pakistan e India Un altolà congiunto a Pakistan e India Islamabad effettua un test missilistico, dai due leader quasi un ordine: fermatevi dall'inviato a SAN PIETROBURGO Il Pakistan effettua a sorpresa un test missUistico per sfidare l'India, ma la risposta arriva dalle rive del Mar Baltico, con un'offensiva congiunta russoamericana per abbassare la tensione lungo il confine del Kashmir e chiedere a Islamabad di evitare nuovi lanci bahstici. I leader di Stati Uniti e Russia, George Bush e Vladimir Putin, hanno appreso del lancio del missile terra-terra Ghauri -1500 chilometri di gittata - mentre erano a cena nella dacia presidenziale fuori Mosca, venerdì sera. La scelta del Pakistan di annunciare così una settimana di test mentre ancora continuano gli scontri a fuoco con l'India lungo il confine del Kashmir ha spinto Bush e Putin a muoversi subito assieme, dando una dimostrazione concreta dell'intesa strategica contro i pericoli del XXI secolo siglata al Cremlino assieme al trattato di Mosca. Americani e russi sono inter- venuti con mosse concordate, tese a mettere il Pakistan con le spalle al muro ma senza forzare troppo la mano con il principale alleato della guerra afghana. Il Segretario di Stato, Colin Powell, ha telefonato due volte in 24 ore al presidente pakistano, Pervez Musharraf, recapitando un messaggio inequivocabUe: «Il test missUistico non giova al dialogo, aggrava la situazione, siamo preoccupati, è stata una decisione non utile e noi la disapproviamo decisamente, anche se non avvicina uà conflitto aperto». Passano solo poche ore e, ieri mattina, si fa sentire Bush che chiama in causa Musharraf, rammentandogli gli «impegni presi» quando lo scorso gennaio parlò in tv al Pakistan promettendo un giro di vite contro cinque gruppi militanti islamici responsabili di attacchi terroristici in India. «Musharraf deve mantere le promesse fatte riguardo la situazione lungo il confine, siamo preoccupati dalla retorica beUicosa, l'India deve sapere che il Pakistan farà ciò che ha detto», dice il capo della Casa Bianca, ricordando che «nessuno trarrebbe beneficio da un conflitto». E' Powell in serata a incalzare ancora Islamabad: «Musharraf ha ancora molto da fare, deve rispettare gli impegni presi, serve una soluzione politica». Ovvero: Washington non farà sconti sulla repressione dell'estremismo in Pakistan, sia che si tratti di gruppi di guerriglia attivi in Kashmir sia che serpeggi nelle alte sfere delle forze armate. Mentre Bush e Powell affondavano i colpi su Islamabad facendo capire che non dovranno esservi altri test missilistici, Putin e il suo ministro degh Esteri Igor Ivanov offrivano al Pakistan una via d'uscita, proponendo a Musharraf un incontro faccia a faccia con il premier indiano Atal Bihari Vajpayee in occasione del vertice centro-asiatico in programma ad Almaty, in Kazakhstan, dal 3 al 5 giugno. L'invito formale a Musharraf è stato recapitato dal presidente kazakho Nazarbaev poco dopo il passo di Mosca. Musharraf, messo alle strette dalla pressione congiunta russo-americana, non ha avito molta scelta e ha fatto sapere che ad Almaty ci sarà. Parallelamente all'offensiva su Islamabad, Powell ed Ivanov si sono fatti sentire con il loro omologo indiano - ma con toni meno aspri - per evitare che New Delhi reagisse al test del Ghauri con un proprio lancio balistico innescando così una spirale di ritorsioni. Bush e Putin hanno continuato a seguire l'evoluzione degli eventi durante tutta* la giornata a San Pietroburgo, concordi nel mantere costante la pressione diplomatica nel timore di nuove azioni improvvise da parte di pakistani o indiani. L'intesa Usa-Russia sulla nuova crisi in Kashmir contrasta con le persistenti tensioni sull'Iran. Powell ieri ha ammesso apertamente l'esistenza di ((posizioni differenti» sulla collaborazione russa alla costruzione di ima centrale nucleare a Busher, assicurando che la questione sarà discussa da Bush negli «incontri in programma oggi a Parigi e domani a Roma» in ragione del fatto che Mosca non vuole rinunciare alla commessa avuta da Teheran fino a quando non avrà garanzie sul fatto che altre aziende occidentali non gliela «scipperanno», [m. mo] Missili indiani posizionati ad Amritsar vicino al confine con il Pakistan