Sgozzavano le prostitute Sessantasei gli arrestati

Sgozzavano le prostitute Sessantasei gli arrestati GENOVA, L'ULTIMA VITTIMA UNA DODICENNE CHE SI ERA RIBELLATA Sgozzavano le prostitute Sessantasei gli arrestati La maxi-operazione è stata estesa a tutta l'Italia, con 104 albanesi indagati Tra le accuse, stupri, torture e aborti, oltre al traffico di armi e stupefacenti Per la prima volta il reato di mafia contestato a un'organizzazione straniera Alessandra Pieracci GENOVA Aveva solo 12 anni, ma era già merce valida sul mercato del sesso. Aveva solo 12 anni, ma forte al punto di non piegarsi alla prostituzione nemmeno dopo lo stupro collettivo. Così è stata trascinata in un bosco, vicino a Durazzo, e «giustiziata» come esempio per le altre bambine, fucilata con una raffica di kalashnikov che l'ha tagliata in due, lasciandola a terra come un mucchietto di stracci. E in un bidone dei rifiuti lungo la panoramica di Lavagna, nel Levante genovese, sgozzata con tanta forza da reciderle quasi la testa, era stata abbandonata, come esempio per le alne prostitute, una giovane albanese, ritrovata nell'aprile scorso. Due aiun fa la stessa condanna a morte ei a siala eseguita in Lombardia, vittima una prostituta ribelle gettata in un angolo di campagna. Esecuzione esemplare, sempre in Lombardia, anche per un rapinatore che aveva prese di mira alcune prostitute: le donne dell'organizzazione non si toccane, pena il sequestro, le botte e pei l'uccisione, con il boia che afferra la vittima per i capelli e passa la lama sotto la gola, da sinistra a destra, portandole via l'ultimo respiro e la vita. Sono i metodi di una ramificata organizzazione criminale albanese che è stata individuata e smantellata, dopo due anni e mezzo di indagini, dalla squadra mobile genovese: in un blitz coordinato con la polizia di varie Regioni, l'altra notte sono state arrestate 66 persone, di cui 20 in Liguria, mentre si cercano altri 38 albanesi, quasi tutti colpiti da ordine di cattura per associazione di stampo mafioso finalizzata all'immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prosti¬ tuzione, oltre a una serie di incriminazioni per vari episodi: dall'omicidio allo stupro, dal sequestre di persona al precurato aborto (la donna tenuta ferma e il ((telefono» della vasca da bagno infilato a forza perchè l'acqua bollente facesse il resto), dal traffico di droga a quello di armi. «Una delle operazioni più ampie che mai siane state fatte sul nostre territorio», è il commento del procuratore antimafia Pierluigi Vigna. Ed è la prima volta in assoluto, come ha sottolineato il ministro dell'Interno Scajola, complimentandosi con il questore di Genova Oscar Fiorielli, che in Italia viene contestato a un'organizzazione di stranieri così vasta 1 articolo 416 bis, ovvero l'associazione a delinquere di stampe mafioso. «Perchè in questo caso ci siamo trovati di fronte una vera e propria struttura a piramide - spiega il capo della Mobile genovese, Claudio Sanfi- lippe, che alla lotta alla mafia siciliana ha dedicato tutta la sua carriera, fino all'amie scorso presso la questura di Palermo - con ruoli stabiliti, dal boss, che risiedeva ad Arezzo con un permesse di soggiorno come muratore, al "tesoriere", fino alla manovalanza che sorvegliava le ragazze. Ogni giovane rendeva dai 10 ai 12 milioni di vecchie lire al mese e in questo memento l'organizzazione ne sfruttava un centinaio. Il contante veniva reinvestito in Albania, in parte per l'acquisto di droga, in parte per l'acquisto di armi, ma soprattutto in beni immobili. Abbiamo sequestrate decine di chili di eroina e cocaina e in Albania seno stati trovati 20 kalashinikov». «Non siamo riusciti a circostanziare l'accusa di riduzione in schiavitù - si rammarira - anche se queste ragazze erano vere e proprie schiave dell'organizzazione, costrette a prostituirsi con violenze di tutti i tipi e la minaccia di ritorsioni nei confronti dei familiari in Albania». Un'oigpnizzazione che operava al Nord, «perchè al Sud - commenta Sanfilippe - una mafia straniera sopravviverebbe due ere». L'indagine è partita da Genova, perchè proprio alla buoncostume genovese si erano rivolte, nel '99, otto prostitute albanesi, spinte da una situazione ormai insostenibile e anche dall'esito felice di una serie di casi di cui si era occupata la polizia. Oggi le etto donne possono contare su nuovi nomi, vivono in altre città, studiane e lavorano. In due anni e mezzo, grazie a pedinamenti, intercettazioni ambientali, accertamenti bancari e l'analisi dei tabulati di migliaia di ore di chiamate cellulari, gli investigatori hanno ricostruito con pazienza i vari canali che legavano la Lombardia alla Liguria, alla Toscana, al Triveneto, finché l'inchiesta, coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia Silvie Franz do stesso magistrato che si occupa della morte di Carle Giuliani durante il G8) e Francesca Nanni, è scaturita nelle 104 ordinanze di custodia cautelare dispeste dal gip Vincenzo Papille. Gli arresti seno scattati tra le 19 di giovedì e le 9 di ieri in contemporanea a Lecco, Bergamo, Brescia, Treviso, Pordenone, Bologna, Macerata, Ancona, Caserta, Pisa, Arezzo, Genova (in provincia), Alessandria. Dell'organizzazione fa parte un'unica donna, un'ex prostituta passata a ruoli operativi. I capi e i sottocapi seno quasi tutti,legati da vincoli di parentela («come la 'ndrangheta calabrese, che non ha pentiti proprie per i rapporti familiari all'interno di ciascun clan», spiega Sanfilippe) con referenti importanti in Albania. Alcuni dei ricercati sono all'estero. «Alle state attuale sarà difficile riuscire ad arrestarli», commentano gli investigatori e confermano che gli scafisti incaricati di portare le donne in Italia si rifornivano di benzina acquistandola dai poliziotti albanesi. L'«Operazione Kanun», dal codice di comportamento albanese, non è finita: le indagini proseguono soprattutto per individuare tutti i responsabili degli omicidi. Prostitute albanesi: le organizzazioni di connazionali che le controllano sono molto feroci

Persone citate: Alessandra Pieracci, Carle Giuliani, Claudio Sanfi, Francesca Nanni, Pierluigi Vigna, Scajola, Vincenzo Papille