Asti, un'incognita per il centrodestra

Asti, un'incognita per il centrodestra POLO OTTIMISTA. TRA GLI OUTSIDER C'E'ANCHE UN «FUORUSCITO» DI FI Asti, un'incognita per il centrodestra reportage Cgl ammira di più? «Paolo Conte» rispónde il candidato del centrodestra Luigi Florio. «Il Papa» replica senza esitazioni l'alfiere del centrosinistra Vittorio Veglino. Era una delle domande del questionario di Proust, poste ai cinque candidati a sindaco di Asti, durante l'unico faccia a faccia di questa campagna elettorale, organizzato da La Stampa. E le risposte dei due principali contendenti, disegnano meglio di ogni «articolato programma» il loro profilo. Florio, 49 anni avvocato, laico, lunga militanza nel Pli, dà delfino di Raffaele Costa, fu catapultato, nel 1994, a Bruxelles come deputato europeo per Forza Italia. Nel 1998 batte il centrosinistra e divenne sindaco per il Polo. Veglino, 57 anni, ex preside, segretario del Ppi alla prima scissione della «balena bianca», poi eletto deputato per l'Ulivo dal 1996 al 2001. Saranno loro a contendersi la poltrona di primo cittadino di Asti. In municipio, accanto alla storica Collegiata di San Secondo, vorrebbero entrare altri tre contendenti. Giovanni Pensabene, ex assessore proi- : vinciale all'Agricoltura nelle giunta di sinistra del «Grappolo», ora a capo di una inedita alleanza tra Rifondazione e Verdi, «benedetta» ad Asti anche dal passaggio di Bertinotti e Pecoraro Scanio. Poi Giuseppe Reggio, leader dei Pensionati, che ha infarcito la sua lista di donne. Infine «il voltagabbana» - così, almeno, lo ha definito Florio - al secolo Alberto Pasta, 43 anni, fino a poche settimane fa capogruppo in Consiglio comunale di Forza Italia e ora alla guida di una lista civica. Una fuoriuscita polemica che, già l'anno scorso, aveva visto Pasta in clamoroso dissenso rispetto alle scelte azzurre sulle candidature alle politiche. Lui avvocato diparte civile nel processo per la discarica di Valle Manina, fu messo da parte, a favore dell'ex sindaco Gioito Galvagno, poi eletto a Roma, che in quel processo era tra gli imputati e patteggiò sette mesi. Ora Pasta ha lasciato Forza Italia sbattendo la porta: «La moralità pubblica per me non è un optional» afferma ricordando anche il «terremoto Odasso», che in primavera ha fatto traballare la rete di alleanze, dell'ex manager delle Molinette, finito agli arresti domiciliari nella sua villa bunker a Nizza Monferrato. E proprio il risultato che potrà ottenere Pasta, tra i 60.911 elettori .astigiani, è tra le incognite della vigilia del voto. Florio è convinto, nonostante la spina nel fianco, di vincere la partita, forse già al primo turno, forte dei 4 anni della sua amministrazione e dei risultati che la Cdl ha ottenuto nelle ultime consultazioni. Gli astigiani hanno mandato a Roma, oltre a Galvagno e al senatore leghista Brignone, Maria Teresa Armosino, ora sottosegretario alle Finanze e in consiglio regionale l'attuale l'assessore ai Servizi sociali Mariangela Cotto, che con la bionda Armosino, è il «sesso forte» dei berlusconiani made in Asti. Voglino tenta di risalire la china: ((Annuso molto malcontento tra gli elettori, compresi quelli del centrodestra. In questi quattro anni Florio ha solo badato alle operazioni di facciata». E Claudio Caron, Pdci, sottosegretario con D'Alema, ora in lista con Alberto Bianchino, il sindaco ai tempi dell'alluvione del '94, rincara: «E' stata la giunta degli affari». La campagna elettorale è trascorsa senza particolari colpi di scena. Al centro del dibattito il ((buco» in piazza Alfieri, il parcheggio sotterraneo nel cuore della città desiderato da Florio e osteggiato dal centrosinistra e la tangenziale Sud Ovest, opera da 230 miliardi, che il centrodestra vuole per collegare la futura autostrada Asti-Cuneo, nonostante le accuse di ((inutilità e devastante impatto ambientale». Per il resto, querelle ispirate dagli esponenti nazionali passati da Asti a far campagna elettorale: a Marcello Dell'Utri i Ds hanno risposto con una controserata ricordando il molo del parlamentare nella vicenda della Cassa di Risparmio, quando con l'amico Rapisarda attaccava l'astro nascente della de astigiana Gianni Goria. Si sono visti anche D'Alema, Rutelli, Fini e Buttigliene. Bossi, pur annunciato, ha dato forfait. Ci ha pensato il vicepresidente del Senato Calderoli a sostenere la preposta leghista di un eros center anche ad Asti. E nella città del vino non poteva mancare «l'eno-santino»: bottiglie di Barbera, con etichetta elettorale regalate dalla giovane candidata Valeria Calesse, ex Lega, era Forza Italia. le sfide ad ASTI Sono Si candidati sindaco, con 14 liste X LUIGI FLORIO ^ Fi. An, Lega, UdQ Pri VITTORIO VOGLINO Ds, Margherita, Pdci, Sdi, lista civica «Asti per Voglino sindaco» TTino ÌTTtl—^r—-/l^..") IIMH I O GIOVANNI PENSABENE PrcA/erdi fetòc}' i ALBERTO PASTA ^ ^ P» Lista civica:«Unione dei cittadini» GIUSEPPE REGGIO Pensionati Ad Asti peri candidati sindaco «corrono» 515 candidati peri 40 posti in Consiglio comunale Duesono i favoriti: Florio e Voglino

Luoghi citati: Asti, Bruxelles, Nizza Monferrato, Roma