«Ci accoltellarono al G8 dì Genova, ecco le prove» di Alessandra Pieracci

«Ci accoltellarono al G8 dì Genova, ecco le prove» LA «GUERRA» ADESSO SI E' SPOSTATA SULLE PERIZIE «Ci accoltellarono al G8 dì Genova, ecco le prove» Gli agenti: «Nessuno simulò l'aggressione, testimoni hanno visto il ferito» Alessandra Pieracci GENOVA Il cemento grigio diplomaticamente steso dal procuratore capo nei mesi scorsi non ha retto agli scossoni delle polemiche: da ieri il nono piano di Palazzo di Giustizia appare di nuovo incrinato dalla spaccatura tra magistrati. Ad allargare la breccia, il caso di Massimo Nucera, poliziotto del Reparto Mobile di Roma ancora non raggiunto da avviso di garanzia per l'irruzione al liceo Pertini del 21 luglio, durante i Giorni del GB, e fino ad oggi parte lesa, con due tagli nel giubbotto e nel corpetto della tenuta antisommossa esibiti come prova di una coltellata ricevuta nel buio. «Tagli non compatibili con il racconto e la ricostruzione dei fatti» dice in sostanza la perizia del Ris, il reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri che ha impiegato oltre due mesi, di fatto bloccato dalle complicate indagini a Cogne, per trarre le conclusioni. Tagli che appaiono diversi tra loro, quello estemo verticale, quello sul secondo indumento invece trasversale, quasi fossero stati praticati non nello stesso momento con un unica coltellata. La conclusione fa nascere l'inquietante ipotesi di una simulazione. La perizia era stata voluta dal sostituto procuratore Enrico Zucca, decisione che ha quanto meno spiazzato il procuratore aggiunto Francesco Lalla, di fatto titolare dell'inchiesta sulla notte di violenze. «Una perizia di sartoria», il commento sprezzante dell'avvocato di Nucera, Silvio Romanelli. Una decisione natj, a quanto pare, dopo aver ascoltato una testimonianza. «D collega ha ritenuto di do ver procedere con una perizia - ha detto Lalla, lasciando l'impressione di non aver condiviso l'iniziativa - aspettiamo di leggerne i dettagli». «La simulazione è un'ipotesi ridicola e assurda - incalza Romanelli - smentita da decine di testi che hanno visto l'agente portato fuori dalla scuola con gli indumenti lacerati, segno della coltellata». A meno di un mese dal pensionamento del procuratore capo Francesco Meloni toma palese la contrapposizione tra quei magistrati che già nell'agosto scorso premevano per un sollecito invio degli avvisi di garanzia e la linea dei vertici della Procura, fin da allora prudenti. Mentre i pm Zucca, Ranieri Miniati e Finto sono in Germania per interrogare i no global rimasti feriti nell'irruzione, Meloni ribadisce: «Io ho profondo rispetto per le forze dell'ordine come istituzioni e ringrazio polizia e carabinieri per tutto quello che hanno fatto». E la richiesta di archiviazione delle accuse nei confronti dei 93 no global stanati a manganellate dalla scuola? Sarà lo stesso Francesco Lalla a presentarla al gip. Ma il magistrato non intende con questo negare che ci sia stata resistenza, solo che non è possibile stabilire le responsabilità individuali. Chi chiuse il cancello all'arrivo della polizia? Chi aveva maneggiato le due Molotov ritrovate? Le bottiglie erano sì coperte di impronte, ma nessuno rilevò quelle dei feriti ricoverati in ospedale, quindi non fu possibile effettuare un confronto. «La nostra indagine è complessa e questa fase non deve essere interpretata come se l'indagine intera fosse rivolta verso una sola parte spiega Meloni - Giudicateci alla fine, non volta per volta, con etichette assolutamente da respingere». E mentre l'avvocato Romanelli denuncia «diritti calpestati con una perizia che si sarebbe dovuta fare come esperimento giudiziale in sede di incidente probatorio davanti al gip», si moltiplicano le reazioni per i 48 avvisi di garanzia inviati ai poliziotti del nu¬ cleo antisommossa, accusati di concorso in lesioni. Gli agenti hanno già organizzato un sit-in e un volantinaggio, il 29 maggio, davanti alla caserma che ospita il Reparto Mobile; aderiscono Sap, Consap, Sodipo, Rinnovamento per lUgl, Coisp. «I pm fanno e debbono continuare a fare il loro dovere - afferma Rinnovamento - ma i ritardati provvedimenti nei confronti del Reparto mobile potrebbero essere interpretati come pericolosi altolà per le prossime manifestazioni». «Le forze di polizia hanno fatto tesoro di quanto accaduto a Genova e hanno già capito che è necessario adottare nuove strategie nella gestione dell'ordine pubblico - dice Oronzo Cosi, segretario generale del Siulp - Rispettiamo la decisione dell'autorità giudiziaria, che dimostra quantomeno di voler riconoscere ai poliziotti il diritto alla difesa». «I poliziotti non hanno bisogno di un clima da stadio» afferma Claudio Giardullo segretario generale del Silp-Cgil, chiedendo alla maggioranza di govemo «un atteggiamento responsabile e non strumentale» sulla vicenda. Intanto oggi il pm Franz incontrerà i periti per proseguire la ricostruzione della morte di Carlo Giuliani, in piazza Alimonda. Luglio 2001 : i militanti del Genoa Social Forum nella scuola Diaz a Genova, dopo la perquisizione delle forze dell'ordine

Luoghi citati: Cogne, Genova, Germania, Roma